Calcio e donne, un rapporto idilliaco


Donne e calcio, un rapporto molto particolare. Il sesso femminile potrebbe portare a questo sport tanta innovazione e voglia di fare, nonostante sia un mondo prettamente maschile.

 

Calcio e donne, presenza negativa

Negli anni, la presenza femminile è molto aumentata ma nonostante ciò il calcio non sempre riesce ad accettarle. Tanti gli episodi in giro per il mondo, in cui le donne sono state vittime di discriminazioni: dal brutto episodio della dottoressa Carneiro contro Mourinho alle pesanti dichiarazioni di Sinisa Mihajlovic. La dottoressa Eva Carnerio è in causa contro il Chelsea e Josè  Mourinho per essere stata vittima, a suo dire, di discriminazione sessista. In questi giorni ha rilasciato un’intervista molto pesante al Telegraph:”È ampiamente accettato che il calcio abbia un problema di discriminazione. Io lo sento davvero. Il sessismo è la forma meno condannata di discriminazione del calcio, rispetto all’antisemitismo o al razzismo”. Il tecnico serbo, Sinisa Mihajlovic dichiarò: “Io non sono razzista, ma penso che le donne non dovrebbero parlare di calcio perché non sono adatte”. Queste forti parole arrivarono in risposta alle affermazioni di Melissa Satta, compagna del rossonero Boateng, che aveva parlato di mancata serenità nello spogliatoio milanista.

 

Calcio e donne, presenza positiva

Sfatiamo un vecchio tabù, alle donne il calcio piace. Non solo il calcio giocato ma anche quello dietro le scrivanie, ed è per questo che tante donne iniziano a coprire ruoli importanti in chiave dirigenziale. Storie di calcio e donne. Come quella di Laura Paoletti, al momento, la prima team manager di una squadra italiana di serie A. Una laurea in psicologia,  la scorsa estate è stata nominata team manager della Fiorentina del presidente Della Valle. Ai ruoli dirigenziali non ci si arriva solo con lo studio ma anche con un passato da calciatrice, l’esempio è quella di Mia Hamm, con un passato sui campi da gioco americani ed ora presente nel consiglio d’amministrazione della Roma. La Roma, in Italia, è la società più all’avanguardia dal punto di vista delle presenze femminili. Infatti, è la società con il maggior numero di donne nel Cda, ma la società giallorossa ha anche un altro piccolo record. È stata la prima squadra di serie A guidata da una donna: Flora Viola che nel 1991, alla morte del marito Dino, per tre mesi fu al comando della società gestendo il difficile passaggio alla gestione Ciarrapico. Come non ricordare Rossella Sensi che successe al padre Franco nel 2008 e mantenne la carica fino al 2011. Sensi è stata anche la prima vicepresidente della Lega Serie A. L’esempio dei Sensi è la prova che in Italia, le donne entrano nel calcio solo grazie al rapporto familiare perché il calcio, in Italia, è soprattutto una questione di famiglia. Uno dei tanti casi è quello di Jacqueline De Laurentiis, vicepresidente del Napoli e moglie del presidente e produttore cinematografico Aurelio. Altri esempi sono le situazioni di Vanessa Ferrero presente nel cda della Sampdoria e figlia del presidente Massimo e come lui produttrice cinematografica. Il caso più celebre di figlia d’arte è quello di Barbara Berlusconi, dal 2011 amministratrice delegata del Milan e poi dal 2013 anche vice presidente.

 

Calcio e donne, gli sviluppi

Le tante presenze di quote rosa nei ruoli dirigenziali è a contrasto del mancato sviluppo del calcio giocato femminile. Calcio e donne, uno dei punti delle nuove riforme che la FIFA vuole adottare, queste includono l’obbligo nello statuto delle Federazioni di promuovere e supportare il calcio femminile e la richiesta di almeno una rappresentante femminile per confederazione eletta nel nuovo Consiglio FIFA: “Parliamo di un minimo di sei persone ma dovrebbero essere di più. Dobbiamo guardare alle commissioni. Il calcio femminile e le donne nel calcio sono una priorità e una parte della soluzione dei problemi del calcio futuro.”

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