Auguri Tonino: work in progress


Oggi, 16 marzo 2012, ore 14:00, con la solita frenesia e distrazione ho attraversato la piazza di Santarcangelo di Romagna fiancheggiando la facciata d’ingresso delle scuole elementari: cuffie dell’ipod nelle orecchie, le scarpe nuove che fanno un male atroce, mille impegni da organizzare nella mia testa e poco, pochissimo tempo da dedicare a qualsiasi cosa.

Ad un certo punto inciampo in un lungo tubo, collegato ad un idrante: un vecchietto che mi cammina vicino abbozza un sorriso, poiché lui l’ostacolo l’ha aggirato, dall’alto dei suoi (apparenti) oltre settanta anni. La voglia di sotterrarmi si taglia con il coltello, ma desisto, perché nell’aria si respira qualcosa di straordinario: profumo di fiori di mandorlo. Almeno così mi pare. Alzo lo sguardo e, oltre al vecchietto che sgambetta verso il bar più vicino, noto degli uomini affacciati alla fontana spenta, fulcro della piazza: quegli insospettabili individui la stanno riempiendo d’acqua e di rametti fioriti. Il sole è altissimo e si riflette nel bacino dell’opera di Tonino Guerra.

Tonino Guerra…

Do un’occhiata ai porticati lungo la strada e noto una sorta di arazzi lungo le colonne, riportanti immagini, disegni e dipinti che già ho visto in passato.

Ma certo!

Mi collego tramite il telefono ad internet e digito su google “Antonio Guerra 16 marzo”: non mi sbaglio, oggi è proprio il suo compleanno!

Tutta Santarcangelo, infatti, è pronta a festeggiare il 92° anniversario della nascita dell’artista romagnolo, così attivo per la sua terra, ma non solo.

 

Famosissime sono le sue farfalle, le sue lanterne ispirate dai macchinisti russi, le sue poesie, il suo ottimismo. Anche l’aria sembra partecipare ai festeggiamenti.

 

Un prato verde sintetico circonda anche un altro monumento della piazza, i venditori ambulanti sgomberano in fretta e furia i posteggi del mercato e io cerco di scattare qualche foto…
D’un tratto la nebbia dell’inverno passato si disfa, lascia spazio alla gioia di un giorno tiepido e denso di cultura. Le immagini ci sono e sono di pessima qualità, ma bastano a rendere l’idea della poeticità di addobbi così semplici e primaverili, un po’ come l’animo genuino del poeta.

Ve ne lascio alcune rubate qua e là ( scattate da un cellulare, nulla di straordinario) e una poesia del grandissimo Tonino Guerra, a cui io, a nome di tutta la redazione e i collaboratori di questo web magazine, facciamo i più sinceri e calorosi auguri e diciamo grazie per il suo straordinario lavoro.

Cantèda òng
Du dè fa ch’l’era la pròima dmènga

d’novembar

u i èra una nebbia ch’la s taièva se curtèl.

I èlbar i èra biènch ad broina e al strèidi e la campagna al parèvaquèrti d’lanzùl. Pu l’è avnù

fura è sòul

ch’l’ à sughè l’univèrs e sultent agli òmbri

agli è resti bagnèdi.

Pinèla è cuntadòin è lighèva al vòidi

de filèr sa degli èrbi sècchi ch’è tnèva tra gli urècci.

Intènt ch’è lavurèva me a zcurèva

d’là zità ,

dlà mi vòita ch’l’era pasa t’un balèn

e ch’ um fèva paèura la morta.

Aloura l’a fèrum tott i rumeùr

ch’è fasèva sal mèni

e sòul adès u s’è santoi un gazòt ch’è cantèva

a là dalòng .

U m’à dètt : parchè paèura?

La morta l’a n’è mèga nuiòsa,

la vèn una vòlta snò .

( traduzione)

Canto undicesimo

Due giorni fa era la pima domenica di novembre

e c’era una nebbia talmente fitta che la si tagliava con il coltello.

Gli alberi erano bianchi di brina e le strade e la campagna

sembravano ricoperti da lenzuoli. Poi è venuto fuori il sole

che ha asciugato l’universo soltanto le ombre

sono rimaste bagnate.

Pinèla il contadino legava le viti nel filare con dei fili d’erba secchi

che teneva sulle orecchie.

Intanto che lavorava io parlavo della città,

della mia vita che era trascorsa veloce come un baleno

e che mi faceva paura la morte.

Allora ha fermato tutti i rumori che stava facendo con le mani

e solo allora si è sentito un uccellino cantare da lontano.

E mi ha detto : perchè paura?

La morte non è noiosa

arriva solo una volta .

 

2 Comments

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  1. Luca Rasponi

    Ieri ero alla festa dedicata a Tonino e ho subito pensato di scrivere un post per omaggiarlo… sono contento che tu mi abbia preceduto, perché il senso della festa era proprio quello del passaggio di consegne culturale dalle vecchie alle giovani generazioni. Chi meglio di una giovane scrittrice come te per scrivere questo post, quindi?

    Da parte mia consiglio a tutti la mostra, veramente bellissima, aperta al Monte di Pietà fino al 29 aprile. E devo ammettere che sentire i bimbi della Pascucci cantare Bella ciao mi ha commosso.

  2. Sara Pasini

    Davvero! Non mancherò di andare alla mostra, dato che dopo aver visitato il museo di Tonino a Pennabilli sono rimasta estasiata! Questo è stato un articolo “improvvisato” e fuori programma, ma coglierò l’occasione per inaugurare il mio ciclo di articoletti dedicati agli artisti del luogo. E con grande sorpresa devo dire che sono davvero tantissimi e, soprattutto, di grande talento!

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