Ribellarsi ai consigli della nonna: si può fare il bagno dopo mangiato?


Millennial: generazione nata tra gli anni Ottanta e Novanta. Millennial italiani: bambini nati tra gli anni Ottanta e Novanta cresciuti con il terrore di fare il bagno dopo aver mangiato.

Fare il bagno dopo mangiato

(Credits: NewportBaptistChurchNC, Pixabay)

Tipica estate italiana, passata al mare. Il pranzo al sacco che ci si portava dietro, da mangiare sotto l’ombrellone. E poi la minaccia: “Niente bagno per le prossime tre ore!”. Che ci si mangiasse le lasagne o un gelatino per merenda (occhio al mal di testa) era uguale. Immancabile come le zanzare nelle sere d’estate, nonni e genitori che ci portavano al mare ci intimavano di non fare il bagno dopo mangiato, per scongiurare il rischio di congestione.

Ma è davvero così pericoloso fare il bagno dopo mangiato? Cerchiamo di capirlo insieme.

Che cos’è la congestione?

Con il termine congestione, si intende generalmente un blocco delle funzioni digestive. È un concetto un po’ italiano, dovuto al termine congestionare, come il traffico o una linea telefonica. Ma perché si parla di congestione se si fa il bagno dopo mangiato?

Traffico e pancia

Quando assumiamo dei liquidi o del cibo, il nostro apparato digerente si attiva iniziando la digestione e un maggiore afflusso di sangue arriva agli organi addominali. Una congestione implica un rallentamento e poi un eventuale blocco della circolazione sanguigna a causa di uno shock termico.

Un'immagine del mare, a corredo del nostro articolo sul fare il bagno dopo mangiato si può

(Credits: Pexels, Pixabay)

Il nostro corpo infatti per mantenere costante la sua temperatura attiva dei meccanismi regolatori: se fa troppo caldo inizia a sudare, se fa troppo freddo si attiva il meccanismo di vasocostrizione. Il fenomeno della vasocostrizione bloccherà la dispersione di calore riducendo la circolazione è diminuendo l’afflusso di sangue ai distretti secondari, per proteggere dal freddo gli organi più importanti (cuore e cervello).

Questo blocco causerà una sensazione di malessere e i crampi addominali. Avete presente la tangenziale cittadina all’ora di punta? Tante macchine cercano di immettersi nella strada, succede un incidente che blocca e congestiona il traffico.

Risultato: automobilisti arrabbiati fermi in coda.

Questione di gradi

Punto importante su cui focalizzarsi è uno: lo shock termico. Questo non è un dettaglio da sottovalutare, se consideriamo le temperature del mare o di una bibita ghiacciata. La bibita ghiacciata viene tenuta in frigorifero a circa 4 gradi centigradi. Se paragoniamo la temperatura della birra a quella del nostro corpo (circa 36/37 gradi) la differenza è molto grande!

La temperatura media delle acque del Mar Mediterraneo oscilla tra i 25-28 gradi. Se ci immergiamo in acqua, lo spazio termico del nostro corpo nell’acqua “fresca” è minore. Ciò non toglie che sia importante sempre fare attenzione quando si fa il bagno. Se abbiamo mangiato è meglio pucciare prima un piede in acqua per sentire la temperatura dell’acqua, ricordandoci che l’acqua dei laghi e dei torrenti di montagna è più fredda del mare.

Ma il divieto assoluto di bagnarsi dopo il pranzo o la merenda è esagerato. Soprattutto se pensiamo che la stessa preoccupazione non l’abbiamo per una bella birretta ghiacciata sotto l’ombrellone.

Parmigiana o insalatina?

La digestione non è influenzata solo dalla temperatura, ma soprattutto da ciò che mangiamo.

Frutta e verdura vengono digerite in circa in 30-40 minuti, anche se la cottura allunga un po’ i tempi di digestione. Un pasto abbondante e ricco di grassi richiede una digestione lenta, come nel caso della nostra parmigiana, anche fino a qualche ora.

Anche le fonti proteiche non sono tutte uguali: il pesce richiede circa un’ora, la carne dalle due alle quattro ore, in relazione al tipo di carne.

Padre e figlia passeggiano sulla spiaggia

(Credits: Sarahbernier3140, Pixabay)

Ma quindi fare il bagno dopo aver mangiato fa male?

Se le linee guida italiane richiedono una certa attenzione al tipo di pasto e alla temperatura dell’acqua, quelle americane invece non fanno riferimento allo stomaco pieno come fattore di rischio per l’annegamento.

Gli studi americani evidenziano fattori di rischio come ad esempio, l’età (i bambini tra uno e quattro anni), la capacità di nuotare, la presenza di barriere che limitino l’accesso all’acqua, la supervisione e la location (piscina, mare, lago), le sostanze d’abuso e l’obesità. Un fattore preventivo importante invece è la conoscenza delle pratiche di rianimazione cardiopolmonare. Oggi grazie ai defibrillatori automatici anche chi non è un professionista sanitario può tempestivamente intervenire in attesa dei soccorsi, aumentando le possibilità di sopravvivenza. Possiamo quindi dire che, in condizioni di sicurezza e con un pasto leggero, si può tranquillamente fare il bagno dopo aver mangiato.

Mi spiace, nonne: questa volta ci prendiamo la rivincita noi nipoti e andiamo a farci un tuffo! Ma ricordatevi che dopo pranzo è comunque meglio riposarsi all’ombra, magari leggendo Discorsivo, per evitare l’esposizione solare nelle ore in cui le radiazioni sono più forti.

Se però volete fare il bagno invece del riposino dopo pranzo, ricordatevi la crema solare!

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