Bosch


boschPer il detective Harry Bosch della polizia di Los Angeles non sono tempi facili: per la sua avventatezza si ritrova a dover rispondere in tribunale dell’uccisione della persona sbagliata. Sfortunatamente nel suo mondo non c’è altro spazio che per il suo lavoro e il pensiero di poterlo perdere e la volontà di riscattarsi lo spingono a dedicarsi anima e corpo nelle indagini che seguono il ritrovamento delle ossa di un bambino in un bosco. Ad un assassino incredibilmente sfuggevole si aggiungono un gioco psicologico di provocazioni e rimandi al passato di Bosch ed un amore inopportuno ad aggravare piacevolmente (per lo spettatore) la situazione.

La serie è Harry Bosch, Harry Bosch è la serie. Ogni altro personaggio s’intravede pallido in secondo piano, poco sviluppato, lasciato un po’ da parte. Solamente l’assassino emerge da una massa di figure più o meno anonime, non per la sua arguzia o perversità, ma (indovinate perché?) per un passato simile a quello di Bosch.

Lui (Titus Welliver) è un personaggio intenso e impenetrabile, da cui faticano a traspirare emozioni. Che l’interpretazione fredda e sostenuta di Welliver sia fedele o meno al libro di Michael Connelly da cui la serie è stata tratta, il risultato è quasi paradossale date le premesse iniziali, ma interessante: lo spettatore rimane distaccato, e senza simpatizzare troppo col personaggio è costretto a concentrarsi sulla storia in se stessa, lasciandosi trasportare dal suo lento svolgimento.

I momenti di azione non sono troppi e non ci sono picchi di tensione che rendano la serie degli eventi irreale. La spettacolarità dei moderni crime sembra essere messa volutamente da parte per dare spazio ad una scena piana e semplice, che lo spettatore possa esplorare solo e con calma, salvo da possibili strattoni di una trama impegnativa. Però un rischio a tutta questa libertà c’è, ed è quello di cedere alla noia per la mancanza di stimoli e di personaggi intriganti.

La raccomandazione è di munirsi di buona volontà e di caffè per poter apprezzare al massimo il lavoro di Amazon, il talento di Welliver e…. niente, solo il talento di Welliver.

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