La dipendenza che fa bene: il sostegno psicologico


“Io non ci vado dallo psicologo. Poi mi tocca andarci per anni e anni e divento dipendente”

“Disse quello che beve, fuma e gioca alle slot machines”

 

Tra i tanti pregiudizi sugli psicologi, questo è uno dei più rari e inspiegabili che abbia mai sentito: “meglio non andare dallo psicologo, perché quando cominci poi non smetti più, ti aspettano anni e anni di sedute che non puoi mai finire, i soldi pian piano si esauriscono e finisci in bancarotta”. Persino io, che ho spesso la battuta pronta, rispondo con una faccia incredibilmente perplessa e mi arrendo al silenzio della sconfitta.

Jackie Chan perplesso quanto me

Aggiungete un paio di occhiali da vista viola ed è la copia esatta della mia reazione.

Per quanto molti non arrivino a pensieri così bizzarri, spesso chi vorrebbe andare da uno psicologo è preoccupato dal pensiero della durata delle sedute nel tempo: forse si sa quando si inizia ma non quando si finisce? In tempi di crisi economica, è anche importante capire quanto si spende e per quanto tempo. Se volete capire quanto costa uno psicologo, potete cliccare qui. Se lo sapete già, bravi! Proseguiamo e cerchiamo di capire se davvero uno psicologo ti accalappia e non ti lascia più.

Chiariamo subito una cosa. Ci sono tantissime dipendenze quotidiane, alcune delle quali possono diventare patologiche, che drenano i nostri risparmi un poco alla volta: le sigarette, i cocktail del sabato sera, il gratta e vinci un giorno sì e uno no. Eppure, lo strambo essere che ha partorito lo stereotipo in questione pensa che sia proprio lo psicologo quello che ti manda in bancarotta. Certo, uno psicologo che tiene una persona per anni in una terapia di cui non ha realmente bisogno, qualche domanda sul piano etico se la dovrebbe fare. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei pazienti/clienti/utenti che lo psicologo riceve ci va per un periodo molto limitato nel tempo.

Per fortuna, non è necessario avere una patologia grave e invalidante per poter andare dallo psicologo. Quindi, lo psicologo è aperto a tutti. Ma quali sono i casi in cui un comune cittadino, senza particolari disturbi mentali, può andare da uno psicologo? Proviamo a fare un po’ di esempi:

  • Sei una donna incinta sola, che sente di non avere abbastanza aiuto, oppure che è al suo primo figlio e ha paura di quel che succederà? Cerca uno psicologo che faccia sostegno alla maternità.
    Sei bravo coi pollici?

    Riesci a parlare con tuo/a figlio/a solo attraverso Whatsapp? Chiama uno psicologo!

  • Sei una mamma o un papà che non sa come gestire un figlio prepotente o particolarmente difficile? Oppure vi sentite semplicemente sopraffatti dalle responsabilità e dagli impegni familiari quotidiani? Uno psicologo specializzato in sostegno alla genitorialità può aiutare.
  • Sei un adolescente in crisi, che si trova in un ambiente che odia, in una scuola dove non riesce a impegnarsi e a studiare con costanza? Uno psicologo che si occupa di adolescenti è l’ideale.
  • Sei un giovane adulto alle prese con università, disoccupazione, lavoro, relazioni familiari e sentimentali difficili, trasferimenti, licenziamenti? Uno psicologo può sostenerti in questi periodi di transizione.
  • Fai parte di una coppia che sta affrontando una crisi o un divorzio? Uno psicologo che si occupa di coppie può aiutarvi.
  • Stai per affrontare il pensionamento e davanti a te vedi solo la prospettiva di 24 ore di noia e inutilità?

Insomma avete capito.

Adesso provate a capire qual è il denominatore comune delle problematiche che abbiamo elencato. Che cosa le accomuna?

Indovinato?

Sono tutti problemi che provengono dall’esterno: fattori ambientali, sociali, familiari o lavorativi che ci fanno sbandare e ostacolano il percorso verso i nostri obiettivi. Sono crisi normali, che capitano a tutti e davanti alle quali è normale e fisiologico sentirsi arrabbiati, tristi, impotenti o frustrati. Chiedere aiuto non significa essere deboli, ma essere abbastanza forti da ammettere di non farcela da soli.

Membro dei PA (pazienti anonimi)

Lo psicosciamano ha colpito ancora! In foto una povera vittima del pusher dello psicologo durante una riunione dei Pazienti Anonimi (grazie Guzio!).

Un esempio? Ipotizziamo di procurarci una brutta distorsione alla caviglia. Non è un problema grave, ma crea un certo fastidio. Tuttavia, decidiamo che il dolore passerà da solo e continuiamo con le nostre attività quotidiane. Giorno dopo giorno, la caviglia rimane dolorante e si gonfia, tanto che quella gara di atletica a cui volevate partecipare ormai è impossibile da affrontare. Ecco come un piccolo incidente dovuto a cause esterne abbia condizionato così tanto la vostra vita da impedire il raggiungimento di un obiettivo importante. Un sostegno (psicologico?) alla caviglia subito dopo la distorsione avrebbe permesso una piena guarigione, giusto in tempo per la gara.

Quello di cui stiamo parlando è, appunto, il sostegno psicologico, di cui avevamo accennato qualcosa qualche tempo fa (per un ripasso della metafora del gomitolo, clicca qui). Che sia chiamato sostegno psicologico, counseling o consulenza psicologica, questo è quel che rende lo psicologo accessibile a tutti e che può fare la differenza tra salute e disagio mentale.

E sapete qual è la cosa bella? Nessuno vi obbliga a continuare sedute che non volete fare. Nel momento in cui sentite di aver superato questa crisi, salutate lo psicologo, ringraziatelo, pagatelo (!) e uscite sereni dalla porta del suo studio. Il vostro psicologo sarà contento quanto voi, sapendo che il suo intervento, seppur breve, ha avuto un effetto importante nella vostra vita.

Insomma, che siano un mese, sei mesi, un anno o un’ora soltanto, andate e sfogatevi dallo psicologo! Chissà, magari tra tutte le piccole dipendenze quotidiane, questa potrebbe essere effettivamente salutare, a breve e a lungo termine.

2 Comments

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  1. Anonimo

    Brava! Mi piace il modo che hai di affrontare temi così apparentemente spinosi! Mi sembra che l’approccio a distruggere dei preconcetti sulla terapia dell’ascolto attivo possa avvicinare e far cambiare modo di vedere e di vedersi in relazione di aiuto. Ti seguo con interesse. Grazie! Cristina

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