
Depp contro Heard – Un processo che parla di violenza domestica
È durato sette settimane il processo Johnny Depp vs Amber Heard per diffamazione. Per chi non lo sapesse, tra aprile e giugno 2022 si è tenuto uno dei processi mediaticamente più seguiti della storia recente, perlomeno negli Stati Uniti.
Il processo Depp-Heard
Riassumendo tantissimo, l’attore di Pirati dei Caraibi ha denunciato l’ex moglie, attrice e modella, per un articolo di opinione pubblicato nel 2018 dal Washington Post. In questo articolo, l’attrice (famosa per Aquaman) avrebbe fatto riferimenti poco velati a episodi di violenza domestica perpetrati da Johnny Depp durante il loro breve matrimonio.
Al contrario, Depp afferma di non aver mai abusato dell’ex moglie e che le sue accuse pubbliche avrebbero rovinato la sua carriera nel business hollywoodiano. Dal processo, per di più, emergerebbe un quadro totalmente opposto a quello presentato dall’attrice, ovvero che durante la loro relazione fosse in realtà lei l’autrice di abuso fisico e psicologico.
Le deposizioni dei testimoni, degli esperti, le prove fotografiche: tutto è stato trasmesso in diretta e seguito da milioni di persone in tutto il mondo. Sono nati gruppi social, hashtag, interi canali Youtube dedicati all’analisi comportamentale, psicologica e legale di ogni aspetto del processo. Quasi come un derby calcistico, si sono formati i team Depp e i team Heard, ognuno convinto che il suo beniamino fosse la vera vittima di violenza, l’altro il carnefice.
Non nego che sono anche io diventata spettatrice di questo affascinante acquario hollywoodiano. Al di là dell’interesse puramente voyeuristico, questo processo ha sollevato interessanti dibattiti sul tema della violenza domestica, in cui le vittime sono per la maggior parte donne, ma non mancano purtroppo anche gli uomini.
Il fenomeno della violenza domestica sulle donne
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la violenza domestica risulta essere il maggior fattore di rischio per la salute delle donne. La violenza domestica include atti di abuso di tipo fisico (come graffi, pugni, lancio di oggetti, strangolamento), sessuale, psicologico – isolamento da amici e parenti, umiliazione verbale, gaslighting, stalking e minacce – ed economico, attraverso il controllo delle finanze. Può avvenire all’interno della famiglia, delle mura domestiche o tra partner attuali o passati.

I movimenti femministi sono attivi da decenni per portare il fenomeno della violenza domestica contro le donne all’attenzione del pubblico e delle istituzioni (Fonte: Ehimetalor Akhere Unuabona su Unsplash)
La violenza domestica perpetrata dal proprio partner è diffusa in tutto il mondo. Secondo un’indagine delle Nazioni Unite e dell’Oms, una donna su tre è soggetta a violenza domestica o sessuale nel corso della sua vita. Le percentuali diminuiscono, seppur lievemente, negli Stati ad alto reddito e in Europa (22%) con picchi del 33% nel sud-est asiatico.
Nel mondo, il 38% delle donne viene ucciso dal proprio partner di sesso maschile.
Purtroppo, gran parte delle violenze rimane insabbiata nel silenzio, tanto che meno del 10% delle donne (*vedi nota a fondo pagina) sporge denuncia alle autorità. Spesso le donne non vengono credute, o spinte a sminuire l’accaduto e a tenere duro.
La giustizia non ha i mezzi e le risorse per rispondere adeguatamente e spesso, come ben sappiamo, sentiamo al telegiornale quelle che ormai chiamiamo le tragedie annunciate. Femminicidi brutali, anticipati però da denunce cadute nel nulla come quelle di Juana Cecilia Hazana Loayza a Reggio Emilia.
Eppure, esiste una minoranza di vittime che non è donna.
Gli uomini possono essere vittime di violenza domestica?
È possibile che un uomo sia vittima di violenza domestica? La risposta è sì, seppur con dinamiche diverse e in percentuali minori.
Le ricerche in quest’ambito non sono molte e non abbiamo a disposizione grandi dati. Una fonte è l’ufficio di polizia federale criminale tedesco, che pubblica il numero di denunce di violenza domestica nel 2018: oltre 114mila donne e più di 26mila uomini – 114.393 e 26.362, per la precisione. Sono numeri che si riferiscono ai crimini riportati e denunciati, ma il numero degli eventi reali è ovviamente più alto.
Sembra inoltre che la prevalenza della violenza domestica, in questo caso perpetrata dalle partner donne, sia maggiore se l’uomo soffre di disturbi psichiatrici o disabilità. Troviamo diversi fattori di rischio per gli uomini che aumentano le probabilità di diventare vittima di violenza, tra cui essere stati vittima di abusi o crudeltà in età infantile, uso e abuso di alcol, gelosia e brevità della relazione.
Anche tra le vittime di sesso maschile purtroppo troviamo omertà. Secondo il National centre for domestic violence anglosassone, il 49% degli uomini (comparato al 19% delle donne) che hanno fatto accesso alla struttura ammette di non aver detto a nessuno di essere vittima di violenza domestica. La percentuale arriva al 59% degli uomini che hanno usufruito del numero verde, con un 70% che non avrebbe mai composto il numero se la chiamata non fosse stata anonima.
Lo stigma della vittima
Dietro alla violenza domestica c’è tanto senso di vergogna e umiliazione. L’immagine della donna debole, sottomessa, che se ne deve stare del controllo e del potere dell’uomo, è chiara e diffusa ancora in tante culture.
Una donna di questo tipo non può essere vittima, perché è quello che ci si aspetta da lei. È il suo ruolo, il suo posto. In fondo, dove vuoi che vada senza un marito?

Il verdetto di colpevolezza per Amber Heard viene letto in aula il 1 giugno 2022 (frame tratto dal video di Cbs News)
Allo stesso modo, l’uomo forte, macho, che non deve chiedere mai non può essere vittima perché sarebbe debole, effemminato, un mezzo-uomo che non si sa difendere e che non verrà mai creduto. Come vedete, gli stereotipi si sprecano e si va a perdere il diritto umano alla sicurezza e ad una giustizia equa per tutti.
Le Nazioni Unite stesse sottolineano come:
Anyone can be a victim of domestic violence, regardless of age, race, gender, sexual orientation, faith or class.
Chiunque può essere vittima di violenza domestica, al di là di età, razza, genere, orientamento sessuale, fede religiosa o classe sociale (Fonte: What is domestic abuse?).
È chiaro quindi che la vittima di violenza è tipicamente femminile, anche e soprattutto per fattori culturali e sociali. Tuttavia, la vittima di sesso maschile esiste, e non solo! La violenza può esistere anche in coppie omosessuali e con membri transessuali.
Due parole conclusive
Non è mia intenzione dare opinioni su Depp o Heard. Seguendo il processo così da vicino, mi sono formata un’opinione, ma ha lo stesso valore di quelle che possiamo tirare fuori durante i Mondiali di calcio.

La copertina di uno dei tantissimi video dedicati al processo Depp-Heard (Credits: Law&Crime Network)
Quello che conta è guardare al fenomeno in termini di vittime e carnefici, di dinamiche complesse, di accesso alla giustizia e a un giusto processo per tutte le vittime.
La lotta contro la violenza domestica non deve essere una guerra di genere, donne contro uomini, ma uno sforzo comune contro la violenza, contro gli stereotipi di genere e contro le dinamiche di potere e controllo. Per questo, è importante aiutare tutte le vittime ad avere accesso a un aiuto sicuro e a una giustizia equa.
*la percentuale è estrapolata da questo articolo, ma in letteratura vengono riportate diverse percentuali a seconda dello studio, dei tempi e della popolazione analizzata.
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