Giallo mimosa – La storia del fiore delle donne e della festa dell’8 marzo


Manca ormai poco più di una settimana all’8 marzo, festa internazionale delle donne. Come sappiamo è la mimosa il simbolo di questa ricorrenza, il fiore di tutte le donne.

Forse non molti di voi lo sanno, ma il motivo per cui questo piccolo fiorellino giallo si è associato a questa data così importate è da ricercarsi nella storia della politica italiana.

Dove nasce la mimosa, il cosiddetto fiore delle donne

Quella che noi conosciamo comunemente come albero di mimosa si chiama in realtà Acacia dealbata ed è una pianta originaria della Tasmania. In botanica infatti, il termine mimosa indica diverse piante appartenenti alla famiglia delle mimose, dette anche Fabacee secondo una più recente classificazione.

Per esempio, la pianta Sensitiva presenta come nome scientifico Mimosa pudica per la sua peculiare caratteristica di richiudere le foglie al minimo tocco. Effettivamente, foglie e fiori ricordano un po’ lo splendente fiore delle donne di cui parliamo oggi, ma non può certo vantare un portamento arboreo come le acacie.

L'albero della mimosa è arrivato dall'Australia nel XIX secolo

Il fiore delle donne, la mimosa, è originario della Tasmania (Credits: jacqueline macou da Pixabay)

Tornando alla nostra mimosa, i suoi simpatici fiorellini gialli e il suo delizioso e intenso profumo le fecero ottenere un biglietto di sola andata per il vecchio Continente, intorno al XIX secolo.

L’acacia dealbata è considerata una pianta pioniera; cioè è tra le prime piante a crescere su un terreno di recente formazione creatosi dopo alluvioni o incendi. Grazie a questa sua caratteristica colonizzò presto quasi tutto il sud dell’Europa; infatti l’unica cosa che questa pianta teme sono i lunghi inverni freddi.

Com’è nato il Women’s day

Ma come è nata la festa internazionale delle donne? La maggior parte di voi risponderebbe a questa domanda citando un triste e doloroso fatto di cronaca nera, quando il 25 marzo 1911 a New York morirono nell’incendio della fabbrica di Triangle 146 persone, di cui 123 solo donne.

Naturalmente il rogo c’è stato davvero. In seguito a questo evento vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e molte donne tornarono a iscriversi al sindacato; ma questo evento con la festa dell’8 marzo c’entra poco.

In America la mimosa non è il fiore delle donne

In America, le donne istituirono il Women’s day (Credits: Elf-Moondance da Pixabay)

La necessità di una festa delle donne infatti nasce molti anni prima, quando già verso la fine del XIX movimenti di femministe e suffragette alzavano la voce per chiedere parità di genere, emancipazione e il tanto agognato suffragio universale.

All’epoca erano soprattutto le donne borghesi e di un certo rango a farsi carico della battaglia per i diritti delle donne. Desiderosi di non inimicarsi le mogli degli elettori facoltosi, i membri del partito socialista americano decisero di riservare l’ultima domenica di febbraio alle manifestazioni delle donne per il suffragio universale.

Questo importante traguardo per le donne americane prenderà subito il nome di Women’s day.

Giallo mimosa e rosso comunista

Anche in Europa, nei primi anni del ‘900 cominciarono a tenersi manifestazioni periodiche simili, ma mancava ancora una data comune tra i vari Stati. Questo grande movimento subì una battuta d’arresto con lo scoppio della prima guerra mondiale, quando tutte le manifestazioni furono annullate.

Fino a che, in Russia, l’8 marzo 1917 (23 febbraio secondo il calendario giuliano, vigente nel Paese zarista) un’enorme corteo formato principalmente dalle donne di San Pietroburgo marciò per chiedere la fine della guerra. La scarsa resistenza poi delle guardie dello zar diede adito ad altre manifestazioni in tutto il Paese. L’evento di San Pietroburgo è passato alla storia come l’inizio della rivoluzione russa di febbraio.

Successivamente, il 14 giugno 1921 si tenne a Mosca la seconda giornata internazionale delle donne comuniste. Qui si decise di fissare per l’8 marzo la festa internazionale della donna operaia, in memoria di quello che fecero le donne a San Pietroburgo.

Un fiore per tutte le donne italiane

Siamo giunti quasi alla fine ed effettivamente resta solo da raccontarvi come e perché la mimosa è il fiore delle donne, perlomeno nel nostro Paese. Infatti è solo in Italia che la mimosa viene associata a questa ricorrenza.

Siamo nel 1946 e si sente nell’aria che la guerra sta finalmente per finire. Dunque, si può tornare a festeggiare l’8 marzo. Alcune donne dell’Udi (Unione donne italiane) e tesserate del Pci (Partito comunista italiano) vorrebbero trovare un fiore bello ed economico con il quale festeggiare la ricorrenza.

In Italia, la mimosa divenne il fiore delle festa delle donne nel 1946

Fu la deputata Teresa Mattei a istituire la mimosa come fiore delle donne (Credits: ecoplay1 da Pixabay)

Vengono presi in considerazione anemoni e garofani, ma alla fine vince la mimosa. Non tanto per la fioritura marzolina (in realtà le mimose fioriscono molto prima, intorno alla fine di febbraio), ma il suo intrinseco significato.

Per i nativi americani infatti, il fiore della mimosa simboleggia la femminilità e la forza delle donne. Infatti, se da una parte il fiore della mimosa può apparire delicato e fragile, la sua pianta è simbolo di tenacia e resilienza, capace di crescere e resistere anche nei luoghi più impervi.

Teresa Mattei, partigiana, deputata dell’Assemblea costituente e promotrice dell’iniziativa, disse in merito di aver pensato alla mimosa perché poteva essere raccolta a mazzi da tutti ed era economica. Pensiamo all’orgoglio e alla commozione che proverebbe, nel sapere che ancora oggi tutti noi omaggiamo le donne con questo splendido fiore.

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