Antropocene e assurdità – Ignorare la crisi ambientale con voli fantasma e vergognosi muri


Antropocene: epoca in cui le assurdità umane hanno causato una crisi ambientale.

Secondo la Treccani, l’Antropocene è l’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre viene fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana. Passi la parola “azioni” per tante delle contraddizioni di questi tempi – vedi le scelte in fatto di vestiti o di cibo – ma talvolta le scelte degli Homo sapiens sono proprio delle assurdità.

Idee concepite da chi forse è cieco di fronte ai danni dell’Antropocene. Gesti assolutamente illogici con una crisi ambientale in atto. Comprensibili solo da chi mette sempre e comunque l’economia al primo posto, da chi mette l’essere umano sempre e comunque al primo posto. Da chi si percepisce tanto essere umano e poco essere terrestre.

Ecco allora due storie incredibili, sulle quali non riesco a lasciare “ai posteri l’ardua sentenza”.

Voli senza passeggeri: un’assurdità nei cieli dell’Antropocene

Una delle più recenti assurdità che aggrava la crisi ambientale invece di provare a mitigarla – come sarebbe il caso – riguarda il mezzo di trasporto più inquinante dell’Antropocene: l’aereo.

Voli senza passeggeri sui cieli d'Europa: perché queste emissioni inutili quando affrontiamo già una crisi ambientale?

Ghost flights: zero passeggeri e tonnellate di CO2 (Credits: Jerry Zhang, Unsplash)

Sono giorni che sui social si sente parlare dei cosiddetti voli fantasma, o ghost flights. Cioè aerei che stanno sorvolando i cieli d’Europa senza passeggeri a bordo. Perché?

Perché le compagnie aeree devono effettuare una percentuale minima dei propri voli per conservare il diritto di decollare e atterrare  in una certa fascia oraria (i cosiddetti slot) negli aeroporti in cui operano. Il fatto che tale percentuale pare sia prevista da regole comunitarie fa un po’ storcere il naso, dati gli obiettivi di sostenibilità promossi dall’Unione.

Use it or lose it – Norme che inaspriscono la crisi ambientale

Gli slot di decollo e atterraggio sono una merce estremamente preziosa nel settore e, per mantenerli, le compagnie aeree devono normalmente garantire un’alta percentuale di voli. Le norme europee per la concorrenza, infatti, impongono alle compagnie di utilizzare almeno l’80% dei loro slot, altrimenti rischiano di perderli. Use it or lose it, letteralmente.

A causa della pandemia da Coronavirus, tale disposizione era stata sospesa nel marzo 2020 almeno fino a marzo dell’anno dopo. Al progressivo allentamento delle restrizioni, le percentuali di voli da effettuare per preservare gli slot sono ricominciate a salire: prima al 25%, per poi arrivare recentemente al 50%, sulla scia della diffusione della campagna vaccinale e al diminuire dei contagi.

Inutile CO2 nell’aria e no sense climatici

I voli fantasma che attraverseranno i cieli dell’Antropocene nei prossimi mesi probabilmente saranno decine di migliaia. E dal punto di vista del clima si tratta di una vera assurdità.

Non sapendo effettivamente quanti saranno i voli, quali aerei verranno usati e per quali tratte, è impossibile fare una stima accurata delle emissioni inutili che verranno generate. Però basta pensare all’impatto ambientale anche di un singolo viaggio per farci un’idea.

Assurdità climatiche durante l'Antropocene: cosa guida le nostre scelte? Il rispetto per il Pianeta o i soldi?

Soldi o rispetto per il Pianeta? Questo non dovrebbe essere un dilemma! (Credits: Markus Spiske, Unsplash)

Mike Berners-Lee, ricercatore e scrittore inglese, nel libro La tua impronta usa un espediente “molto quotidiano” per descrivere quanto inquina un singolo volo aereo. Le emissioni di gas serra di un solo viaggio da Londra a Hong Kong, scrive, corrispondono a 340mila sacchetti usa e getta. E specifica: “dovreste andare al supermercato ogni giorno per dieci anni e portare a casa 93 sacchetti ogni volta”. Non poco, vero?

Moltiplicare questi numeri per n volte – dove sicuramente n varrà più di cento, ma anche di mille – fa venire quasi le vertigini. E anche un po’ di rabbia: che ne è degli obiettivi del pacchetto Fit for 55 di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030?

Un muro tra Polonia e Bielorussia: un’assurdità nelle foreste dell’Antropocene

Sono mesi ormai che è in atto una vera e propria crisi umanitaria al confine tra Polonia e Bielorussia: migliaia di persone provenienti dal Medioriente e con l’intenzione di raggiungere l’Europa sono bloccate praticamente in mezzo alla foresta. È proprio qui che la Polonia, anche grazie a finanziamenti europei, vuole un muro lungo 200 chilometri e alto cinque metri e mezzo – più il filo spinato.

Se anche ignorassimo l’aspetto geopolitico e morale, questa decisione riesce a essere un’assurdità anche dal punto di vista di una delle crisi ambientali peggiori dell’Antropocene: la perdita di biodiversità. L’imponente muro taglierà in due la foresta di Bialowieza, l’ultima foresta vergine del continente e sito della rete Natura 2000, preziosissimo per la conservazione della diversità biologica viste le 12mila specie che vi abitano.

Foresta di Bialowieza – Uno degli ultimi spiragli pre-Antropocene

Dichiarata Patrimonio dell’umanità e Riserva della biosfera dall’Unesco, quella di Bialowieza rappresenta tutto ciò che resta dell’immensa foresta che migliaia di anni fa si estendeva su tutta l’Europa. Fortunatamente è rimasta la casa di tantissime specie diverse di esseri terrestri.

Gran parte dell’area è caratterizzata da alberi antichi e ampie zone di legname in decomposizione da cui dipende la vita di muschi, licheni, funghi, insetti e di molti vertebrati. Su entrambi i lati del confine, ospita anche numerosi e preziosi grandi animali, tra cui il cervo, la lince, l’orso bruno, il lupo e il bisonte europeo – gli ultimi esemplari del continente vivono proprio qui!

Minaccia ambientale per flora e fauna

In un articolo pubblicato sulla rivista Science lo scorso novembre, tre autori polacchi hanno provato a fare una valutazione dell’impatto ambientale di questa barriera. Un disastro.

Ma cos’altro ci saremmo potuti aspettare?

La costruzione di un muro nella foresta di Bialowieza è una vera assurdità dal punto di vista dell'ambiente: impedirà lo spostamento di moltissime specie animali e vegetali

Confine Polonia-Bielorussia: nuove minacce per un’antica foresta (Credits: Patrick Hendry, Unsplash)

La migrazione di tutti i grandi mammiferi sarà bloccata. Il filo spinato in cima potrebbe rappresentare una minaccia per gli uccelli. Molte specie vegetali verranno sradicate e probabilmente altre nuove invaderanno questi territori. La frammentazione dell’habitat (il Covid-19 dovrebbe avercelo insegnato) potrebbe inoltre contribuire alla diffusione di nuove malattie tra animali, umani e non.

Ma le conseguenze di questa assurdità non finiscono qui. L’afflusso di persone e veicoli necessari per la costruzione del muro inasprirà la crisi ambientale in termini di emissioni, sostanze tossiche e rifiuti. Poi altro che “ultimo spiraglio pre-Antropocene”.

“All’uomo non piaceva vivere qui”, ma ad alcuni sì

Solitamente su queste pagine parliamo di crisi climatica in ben altri termini: di impegni concreti, persone speciali e piccoli gesti.

Ma come si fa a restare indifferenti di fronti a scempi così gravi? Non vorrei dover dare ragione all’autore statunitense Kurt Vonnegut quando, più o meno ironicamente, scrive:

“Il pianeta Terra crocifisso, […]

adesso potrebbe benissimo dire

per come lo stiamo martoriando:

‘Padre, perdona loro,

perché non sanno quello che fanno.’

L’ironia starebbe nel fatto

che noi

lo sappiamo benissimo. […]

All’uomo non piaceva vivere qui.”

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