Attivismo ambientale – Persone e azioni per il clima


Cos’è l’attivismo ambientale nell’epoca di Internet, di Greta Thunberg e di una nuova ondata di manifestazioni per strada?

Mai come prima di questo momento storico, quando si parla di attivismo si parla di persone. Si deve parlare di persone. Oltre che di governi, organizzazioni mondiali e conferenze internazionali, si parla di tutti noi. Di ogni giorno. Di gesti, grandi o piccoli, e soprattutto di speranza.

In una puntata del podcast Da Clima a fondo, la voce del segretario generale aggiunto per l’Unione per il Mediterraneo, Grammenos Mastrojeni, rivela che “Nessuno, neanche i più ricchi, neanche i più forti, hanno sufficienti risorse per far fronte a un cambiamento di tale rapidità e ampiezza. Si riesce solo se mettiamo tutto insieme!”

Ecco allora le storie di alcune persone che, forse neppure sapendolo, compiono quotidianamente azioni di attivismo ambientale.

“Persone che devi conoscere”, come titola uno dei libri di Michela Murgia – che pure rientra tra queste. “Non un catalogo di storie esemplari, ma una sequenza di vicende che più normali di così non potrebbero essere”.

Attivismo ambientale in viaggio: The Climate Route

Dal Ghiacciaio della Marmolada, sulle Dolomiti del Trentino, a Uelen in Siberia, per poi attraversare lo stretto di Bering e terminare il viaggio in Alaska. Sono 18mila i chilometri che i ragazzi e le ragazze di The Climate Route percorreranno la prossima estate per testimoniare gli effetti del cambiamento climatico attraverso tutta l’Eurasia.

Attivismo ambientale on the road: dall'Italia all'Alaska con l'associazione The Climate Route

Il viaggio di The Climate Route: un cammino per il futuro (Credits: Jordan Whitt, Unsplash)

Perché arrivare così lontano per testimoniare qualcosa che è ormai ovunque? Perché, proprio come quello che succede nella foresta pluviale del Congo non è solo affare dei congolesi o dei loro vicini ma riguarda tutti noi, anche quello che succede nell’Artico non riguarda solo le comunità artiche.

La storia di Alberto, Andrea, Giorgio e Luca inizio proprio con questa consapevolezza. In seguito a uno sversamento di gasolio avvenuto in Siberia nel 2020 (a causa dello scioglimento del permafrost che sorreggeva le cisterne), i quattro decidono di fondare un’associazione per raccontare in prima persona eventi simili – conseguenza dell’emergenza climatica e colpevoli, a loro volta, di ulteriori danni ambientali.

La presenza di idrocarburi in acqua, per esempio, mette in pericolo la vita di un elevatissimo numero di uccelli marini, compromette la fisiologia di mammiferi marini, tartarughe e pesci e altera il movimento e la crescita del plancton – principale accumulatore di anidride carbonica e produttore di ossigeno dopo le piante.

Dopo poco più di un anno dalla sua nascita, questa innovativa forma di attivismo ambientale on the road prenderà vita. Zaino in spalla, telecamera alla mano, una buona dose di spirito d’avventura e si parte. E possiamo partire anche noi con loro, seguendo online le avventure delle viaggiatrici e dei viaggiatori e sostenendo l’associazione.

Giorgio Vacchiano – Scienziati per il clima

Nominato nel 2018 dalla rivista Nature tra gli 11 scienziati emergenti nel mondo che stanno lasciando il segno nella scienza, Giorgio Vacchiano è una persona che risponde alle mail delle sconosciute (la sottoscritta) scrivendo “Mi piacerebbe continuare la conversazione!”.

Dalla bio del suo sito si imparano tante cose di lui: laurea in Scienze Forestali e Ambientali all’Università di Torino nel 2003, dottorato di ricerca in Scienze Agrarie, Forestali e Agroambientali nel 2007. Attualmente ricercatore e docente in gestione e pianificazione forestale all’Università Statale di Milano.

La protezione e la gestione sostenibile delle foreste sono un elemento chiave per il nostro futuro

La voce delle foreste urla insieme a noi (Credits: Matthew Smith, Unsplash)

Ma è leggendo le sue parole e ascoltando la sua voce che si percepiscono davvero la passione e la dedizione che riserva al suo lavoro. Si percepisce che crede in ogni suo studio, in ogni sua ricerca, in ogni iniziativa a cui prende parte, in ogni uscita fuoriporta con i suoi studenti e le sue studentesse.

Ha scritto un libro dal titolo La resilienza del bosco, in cui ricordi d’infanzia e vicende personali diventano storie di foreste che cambiano il Pianeta. Ci dimostra come tutte le creature terresti siano connesse tra loro e con gli ecosistemi del mondo intero. Come, per esempio, le perturbazioni di origine atlantica possano causare disastri sulle montagne italiane (leggasi: tempesta Vaia del 2018).

Ha partecipato a diverse puntate del podcast Ecotoni, raccontando storie di alberi e di come i loro anelli possano aiutarci a capire il tempo, soprattutto passato, e lo spazio – da dove arrivano i tronchi che si schiantano sulle scogliere dello Stato di Washington?

Partecipa a incontri online, festival, Ted Talk ed è stato alla Cop26 lo scorso novembre. E tutto per una missione che ha abbracciato tanto tempo fa: “Fin dalle prime estati che trascorrevo sulle Alpi da bambino […] ho scoperto che siamo intimamente connessi con il mondo naturale, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, e che ciò che fa bene al Pianeta fa bene, se si guarda bene, anche a noi”.

Attivismo ambientale online e offline: Trieste Senza Sprechi

I social media sono un mezzo incredibilmente utile per l’attivismo ambientale. E le ragazze di Trieste Senza Sprechi ne hanno colto tutte le potenzialità. Nata nel 2018 come una “lista di negozi in provincia che vendessero prodotti senza imballaggi” per amici e parenti, dopo soli tre anni l’iniziativa è diventata un punto di riferimento per negozianti e cittadini del capoluogo giuliano e dintorni.

Dal cibo ai vestiti, dai saponi alle penne, dalle visite dal dentista ai regali di Natale, le opzioni sostenibili non mancano mai.

Attivismo ambientale si può fare ogni giorno, a partire dalle nostre scelte casalinghe

Act now! Ogni giorno, a partire dalla nostra casa (Credits: Rod Long, Unsplash)

Sul sito e sulla pagina Instagram si trovano mappe di Trieste per andare alla ricerca di negozi di seconda mano, negozi che vendono prodotti sfusi o punti di raccolta di oggetti non più utilizzabili – perché anche ombrelli e occhiali rotti possono avere una seconda vita.

Sempre sulle pagine di Trieste Senza Sprechi si trovano piccoli video per grandi consigli quotidiani. Si trovano anche eventi, da pulizia delle spiagge e dei parchi triestini a mercatini dell’usato e Swap Party – una rinnovata e ritrovata forma di baratto che prevede lo scambio di vestiti.

In occasione del Natale, poi, regalano innumerevoli idee per rendere più sostenibile anche questa festa, altrimenti associata quasi per antonomasia all’abbondanza e allo spreco. Alberi fatti con materiali riciclati o di scarto, di libri, di assi di legno o di rametti; decorazioni di carta igienica, frutta e vecchie cianfrusaglie. Ma anche istruzioni per realizzare in casa candele con residui di cera e pacchetti con fogli di giornale.

Gli ingredienti necessari per un progetto di questo tipo? Una bella manciata di impegno e tanta buona volontà. Trieste è stata fortunata ad aver incontrato ragazze come Anna, Ilaria, Valentina, Giorgia, Roberta, Chiara ed Enrica; che altre città italiane non possano dire lo stesso tra qualche anno?

Rob Hopkins e The Power of Just Doing Stuff

The Power of Just Doing Stuff è un libro scritto nel 2013 da Rob Hopkins, attivista e scrittore inglese, specializzato in temi ambientali, nonché fondatore del movimento Città di transizione – per una società che abbia al centro la resilienza delle comunità locali.

La traduzione italiana suona abbastanza male, ma l’essenza, il messaggio di questo libro, è universale e comprensibile in tutte le lingue del mondo. Non ci sono cavalieri in armatura scintillante, né eroine coraggiose pronte a correre in soccorso delle comunità in difficoltà, delle specie a rischio e degli ambienti che si degradano.

Ma ci siamo noi.

Sta a noi continuare a fare cose e creare alternative proprio dove siamo.

Se è vero che siamo “solo un filo d’erba”, come dice Zerocalcare, è anche vero che insieme siamo un prato.

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