Psiconeuroendocrinoimmunologia – Scioglilingua o nuova scienza che unisce psicologia e medicina?


Se sei riuscito a leggere il titolo senza tossire, complimenti! Altrimenti, possiamo aiutarvi abbreviando questo parolone in Pnei. Parliamo oggi di una nuova scienza che supera il dualismo di cartesio mente-corpo, ma soprattutto la divisione netta tra psicologia e medicina.

Che cos’è la Pnei e cosa c’entrano psicologia e medicina

La Pnei è una scienza ai primi vagiti ma estremamente promettente.

Si tratta della scienza che studia l’interazione tra mente e corpo, in particolare come il sistema nervoso e il cervello possono influenzare il sistema endocrino (quello dedicato alla secrezione ormonale) e il sistema immunitario – ovvero le nostre difese contro agenti patogeni esterni e interni.

Secondo la Pnei, però, questa influenza è bidirezionale, cioè anche ormoni e anticorpi possono influenzare il sistema nervoso.

Una ragazza alquanto stressata

Una ragazza alquanto stressata (Credits: Pixabay)

Un esempio molto evidente è il sistema dello stress. Semplificando molto, questo sistema funziona perché sistema nervoso e ormonale interagiscono.

Il cortisolo è l’ormone dello stress e viene attivato proprio dal sistema nervoso in periodi o momenti in cui c’è bisogno di un’attivazione di fronte a un problema. Tuttavia, se il periodo di stress si prolunga nel tempo, può diventare una condizione di stress cronico, in cui il cortisolo rimane in circolo per molto tempo.

Che effetto fa lo stress prolungato? Aumenta le dimensioni dell’amigdala, l’organo che regola – tra altre cose – l’emozione della paura, e diminuisce le dimensioni dell’ippocampo, l’organo della memoria. Una persona che soffre di stress cronico, quindi, potrà avere problemi di memoria anche molto forti.

Perché le malattie autoimmuni sono in aumento?

Tiroiditi, artrite reumatoide, malattie intestinali e dermatologiche sono in aumento.

La motivazione più comune tra i medici è che questo sia dovuto da un lato al miglioramento del processo diagnostico, per cui migliori esami comportano diagnosi più precoci e più corrette. D’altro canto, influiscono anche alcuni fattori legati allo stile di vita, come fumo, sedentarietà, sovrappeso e smog.

In realtà, si sta facendo strada anche un’altra ipotesi, ovvero che l’aumento di malattie autoimmuni sia dovuto a condizioni di stress o addirittura alla presenza di disturbi mentali come la depressione.

Una cavia da laboratorio

Una cavia da laboratorio (Foto: Pixabay)

Un interessante esperimento sui poveri topini da laboratorio prova che una condizione di “sconfitta sociale” può portare uno stato infiammatorio nelle cellule dell’organismo che, se a contatto con agenti patogeni esterni, può portare proprio alla formazione di malattie infiammatorie.

Questi topolini, infatti, sono stati inseriti in un ambiente stretto (pensate a una piccola scatola) inducendo in loro uno stato psicologico equivalente alla depressione umana. Una situazione psicologica negativa, quindi, ha infiammato le cellule delle cavie e portato ad una malattia organica.

Stessa cosa sembra succedere anche nell’essere umano.

Psicologia e medicina – Esempi pratici

Sembra magia, ma abbiamo già a disposizione degli esempi concreti di questa fantastica interazione cervello-anticorpi-ormoni.

Uno di questi è il protocollo Mbsr, ovvero la Mindfulness Based Stress Reduction, creata dal biologo e scrittore statunitense Jon Kabat-Zinn.

Si tratta di un percorso di 8 settimane in cui i partecipanti imparano tecniche di meditazione e consapevolezza mentale da applicare tutti i giorni. A questo percorso spesso partecipano cardiopatici, neuropatici con dolore cronico, pazienti con malattie autoimmuni, pazienti oncologici, ansiosi, traumatizzati e di tutto un po’.

Due testi consigliati per il tema psicologia e medicina: la rivista Psicoterapia cognitiva e comportamentale (Erickson) e il libro di Jon Kabat-Zin Vivere momento per momento (TEA)

La rivista Psicoterapia cognitiva e comportamentale (Erickson) e il libro di Jon Kabat-Zin Vivere momento per momento (Tea)

Kabat-Zinn, nel suo libro Vivere momento per momento sottolinea come spesso chi ha seguito questo protocollo riporta una diminuzione dei sintomi o addirittura del livello di dolore. Agire sulla mente, a quanto pare, ha effetti anche sul corpo in malattie croniche o senza cura.

Altro esempio interessante è quello riportato dal filosofo della scienza Francesco Bottaccioli nel suo intervento a un convegno sulla clownterapia a Pescara (che trovate qui), in cui spiega che in un recente esperimento sono state misurate le conseguenze biologiche e gli effetti del diabete su un gruppo di pazienti con medici empatici e in un gruppo di pazienti con medici poco empatici.

Sorpresa sorpresa: il gruppo di pazienti con una buona relazione di aiuto con i propri medici, che a loro volta erano empatici e interessati alla salute della persona, risultavano avere la metà degli effetti negativi della malattia, a parità di terapia farmacologica.

In sostanza, questa ricerca ci dice che nel curare il diabete non basta l’insulina per avere un buon risultato.

Un altro esempio di come la psicologia infuenza la medicina

Non siete ancora convinti? In un recente numero della rivista Psicoterapia cognitiva e comportamentale (n° 1/2021) è uscito un articolo di Martina Valdemarca e Sonya Sabbatino che descrive il percorso psicoterapeutico con un paziente che soffre di sindrome dell’intestino irritabile.

È una malattia che comporta dolori addominali, cambiamento nella forma e nella frequenza delle feci e delle abitudini intestinali. Come immaginerete, questa malattia comporta anche diversi disagi nell’organizzazione della vita quotidiana.

Ecco, dopo un ciclo di psicoterapia, il paziente non solo riusciva a gestire meglio gli episodi acuti senza più stravolgere la sua vita quotidiana, ma riportava anche una diminuzione dei sintomi di dolore e del tempo passato quotidianamente in bagno.

Anche qui, di nuovo, la mente che modifica il corpo, la psicologia che influenza la medicina.

Superare Cartesio: le applicazioni della Pnei

Ormai abbiamo capito che Cartesio aveva sbagliato di grosso: res cogitans e res extensa – ovvero mente e corpo – non sono due entità distinte e comunicanti, ma un unico sistema che influenza ed è influenzato da diversi fattori, sia interni che esterni.

È chiaro che la Pnei apre diverse strade in cui medicina e psicologia possono e devono collaborare tra loro. Se medici più attenti all’aspetto psicologico possono favorire la guarigione dei pazienti, forse è essenziale la loro formazione in ambito psicologico.

Così come forse è fondamentale che gli psicologi comincino a occuparsi anche dell’organismo biologico e non solo della mente. Per esempio con percorsi psicoterapeutici ospedalieri e una formazione più orientata alla biologia del corpo.

 

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