Cambiamenti post parto – Cosa succede dopo? E che cos’è il Baby blues?


Bene, i nove mesi sono passati. Il travaglio lo abbiamo affrontato (forse con poco onore ma con tanta gloria: urlare all’ostetrica “Toglietemi ‘sto robo da qui” potevamo evitarlo, ma il risultato è stato fenomenale). Il bambino sta bene, la mamma sta bene, il papà è ancora svenuto in sala parto e finalmente si può rientrare a casa.

Esattamente, però, cosa succede dopo? Quali cambiamenti post parto avverranno?

Vediamoli!

Cambiamenti fisici post parto: quali sono?

Il periodo dei cambiamenti fisici post parto riguarda soprattutto il primo mese.

Il primo contatto, mano nella mano

Tenersi per mano dopo nove mesi di attesa. (Credits: Pexels da Pixabay)

In questi giorni sarà fisiologico avere:

  • perdite vaginali (o lochi) molto simili alle mestruazioni e che dureranno circa sei settimane,
  • incontinenza, dovuta al rilassamento dei legamenti e dei muscoli pelvici che si sono sforzati durante la gravidanza,
  • perdita di capelli maggiore del normale (non vi preoccupate, è transitorio: tornerete a fare swisssh,
  • un cambio di numero e forma dei piedi, a causa soprattutto dell’eccessivo peso preso in gravidanza e della lassità delle articolazioni,
  • irritazione vaginale causata da un parto naturale accompagnata da una lacerazione e dall’episiotomia,
  • emorroidi e stitichezza, causate dallo sforzo del parto naturale.

Il tutto si risolverà nel giro di trenta o sessanta giorni. Fino a quel momento, sentitevi legittimante a girare con le Crocs.

Attenzione ai cambiamenti psicologici dopo il parto

Oltre i cambiamenti post parto sul piano fisico seguono, ovviamente, anche quelli psicologici. Questi sono spesso dovuti a cambiamenti ormonali.

Durante la gravidanza, il livello di alcuni ormoni aumenta esponenzialmente, soprattutto estrogeni e progestinici. Dopo il parto, il livello di questi ormoni crolla improvvisamente, tornando ai valori pre-gravidanza. Insieme a questi cambiano anche altri ormoni come quelli tiroidei o la prolattina.

Insomma, una vera giostra ormonale! Per questo le neo mamme possono sperimentare una certa irritabilità, malinconia, tristezza e cambiamenti d’umore nei primi giorni dopo il parto.

Un neonato, addormentato e sereno tra le coperte

Finalmente si dorme! (Credits: Corniquet da Pixabay)

Dlin-dlon!

Avvisiamo i gentili passeggeri che hanno appena partorito di stare lontano da cartoni come Dumbo o Bambi.

Ripeto: allontanarsi dalla Disney, allontanarsi dalla Disney.

Parliamo del Baby blues (no, la musica non c’entra)

Questo periodo di lacrime incontrollate e voglia di Bridget Jones è il cosiddetto Baby blues, un fenomeno del tutto normale che poi passa spontaneamente non appena l’equilibrio ormonale viene ristabilito e la neo mamma si è abituata ai nuovi ritmi di vita.

Si tratta di una condizione emotiva post natale coniata dal pediatra e psicoanalista Donald Winnicott. È legata al radicale cambiamento dello stile di vita, allo spossamento del travaglio e del parto, alla fatica e allo stress, all’ansia per l’attesa della montata lattea, alle condizioni del neonato.

I sintomi compaiono tra il terzo e quinto giorno e scompaiono, normalmente, entro due settimane. Essendo una situazione transitoria non sono previsti particolari interventi, se non quelli riguardanti l’educazione alla nuova situazione e la rassicurazione sulla benignità dei suddetti sintomi.

Non trascurate il sostegno emotivo!

Tuttavia, è importante un adeguato sostegno alla mamma, alla quale il partner e i familiari dovrebbero far sentire tutta la loro calda vicinanza emotiva. Se già in ospedale viene riconosciuto il baby blues, potrebbe essere utile programmare un controllo a distanza di un mese per valutare l’andamento dei sintomi.

Nella maggioranza dei casi dovrebbero essere scomparsi, ma se fossero ancora presenti la situazione va analizzata per capire se possa trattarsi di depressione post parto vera e propria.

Un papà che sorregge il proprio figlio appena nato.

Lasciamo riposare la mamma, io e te faremo grandi cose insieme… (Credits: StockSnap da Pixabay)

Non dobbiamo avere paura a parlarne e nemmeno a nominarla, come Lord Voldmort. È una malattia reale che può colpire chiunque senza fare distinzioni.

È importante saperla riconoscere in tempo per prevenire una spirale di senso di inadeguatezza e tristezza senza fine, potendosi così godere una delle gioie più belle: la propria famiglia.

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