
Politica e scienza – Tra Stamina, vaccini e cornoletame, storia di un rapporto complicato
È notizia di pochi giorni fa l’approvazione, da parte del Senato, di un decreto legge a favore del cornoletame. Ma questa è solo l’ultimo elemento che ci ricorda quanto la politica e la scienza abbiano spesso un rapporto molto complicato, se non conflittuale.
Non è un caso se così tanto di frequente i nostri organi governativi abbiano strizzato l’occhio più volte alle pseudoscienze.
Vediamo alcuni dei casi più eclatanti. Con una premessa.
Perché spesso la politica ignora la scienza?
Quanto poco conoscono la scienza gli italiani? Molto, molto poco. Perché? Perché spesso la matematica e la scienza, fin dalla tenera età, vengono percepiti come difficili e guardate con tanta – troppa – diffidenza.
Ma la matematica non è solo fare operazioni, la scienza non vuol dire solo conoscere il ciclo dell’acqua. Queste materie ci regalano una struttura mentale, ci allenano alla logica, al ragionamento e al metodo. Ci regalano un occhio critico, con cui guardare il mondo. La grande carenza di cultura nel nostro Paese però non è un problema solo scolastico.

(Credits: Victoria_Borodinova da Pixabay
Questo si traduce in una scarsa conoscenza della logica e del ragionamento critico, andando a toccare ambiti importanti della nostra vita e della nostra società.
Magari qualcuno di voi penserà: “Ma che male c’è a usare questi metodi? Al massimo non funzionano!”. Eppure il problema si pone quando lo Stato non segue più una logica scientifica, ma si affida a ciarlatani e a politici, che – ormai veramente troppo spesso – seguono l’onda del sentimento popolare.
Con conseguenze gravi. A volte, gravissime.
Chi urla più forte
Un esempio di pericolo per la salute lo possiamo andare a cercare sfogliando le notizie politiche – e i tweet – degli ultimi mesi.
Molti politici si sono riempiti la bocca di paroloni medici durante la pandemia da Covid-19, senza nessuna conoscenza, solamente per cavalcare l’onda di scontento della popolazione che si è trovata completamente disarmata di fronte a uno dei periodi più bui della storia contemporanea mondiale.
Senza fare troppi nomi – ne bastano due: Matteo Salvini e Giorgia Meloni – alcuni politici si sono battuti per l’utilizzo del plasma iperimmune e dell’idrossiclorochina, contro i pareri più cauti (o del tutto contrari) della comunità scientifica.

Il tweet di Roberto Burioni che risponde a quello di Matteo Salvini sull’efficacia del plasma (Credits: Twitter)
Ma sempre a causa della profonda ignoranza in ambito scientifico dell’italiano medio, chi è stato ascoltato? Esatto, chi ha urlato più forte – e in questo, molti dei nostri rappresentanti sono i numeri uno.
Il cornoletame: che cos’è?
Un altro esempio, che abbiamo citato in apertura: qualche giorno fa il Governo ha approvato l’utilizzo del cornoletame in agricoltura.

(Credits: fotshot da Pixabay)
Il cornoletame, ma che cosa vuol dire questa parola? Si tratta di metodo di concimazione che non ha nessuna base scientifica, ma rientra in quelle che vengono definite pseudoscienze. Conosciuto anche come Preparato 500, quello del cornoletame è un metodo di concimazione agricola che si basa sulla biodinamica.
Per migliorare la qualità del terreno bisogna prendere un corno di una mucca, necessariamente rimasta gravida almeno una volta, riempirlo di letame, sotterrarlo e lascialo a fermentare per un inverno. Il cornoletame dopo questo tempo si trasforma in umo e acquisisce delle particolari capacita di concimazione. Verrà poi dissotterrato la Pasqua successiva.
Sì, ma perché il cornoletame dovrebbe funzionare?
Come fa un corno, ripieno di cacca, a diventare un ottimo concime? Secondo la scienza, non ha nessuna capacita’ miracolosa. Rientra infatti nelle pratiche pseudoscientifiche.
Per il suo inventore, l’esoterista e teosofo Rudolf Steiner, le corna delle mucche hanno il compito di
inviare dentro di sé le forze formative eterico-astrali giungendo fino all’intestino. Così nelle corna abbiamo qualcosa di ben adattato, per sua natura, a irradiare le proprietà vitali e astrali nella vita interiore. Nel corno avete qualcosa che irradia vita – anzi irradia anche astralità
Cosa leggete di logico e scientifico in queste parole, citate anche da Dario Bressanini in un suo articolo di qualche tempo fa? Con un briciolo di logica, capiamo che ognuno nel suo orticello può sotterrare ciò che vuole. È però assurdo che un governo approvi l’utilizzo di questo tipo di tecniche create da un filosofo esoterico di inizio Novecento.
Questa tecnica non ci dà nessuna sicurezza per la salute di chi consuma i prodotti agricoli e si sta ignorando completamente ciò che è la scienza.
Il caso Xylella
Altro esempio di scarsa cultura scientifica in Italia è quello che riguarda il caso della Xylella. Vi ricordate la storia? Un cattivissimo batterio di nome Xylella aveva infettato gli ulivi del sud Italia, grazie all’insetto Philaenus spumarius.
Il caso era stato gonfiato dai media con scarse conoscenze scientifiche, che paventavano la morte di tutti gli ulivi italiani con nefaste conseguente per le produzioni di olio.

(Credits: fotometin da Pixabay)
La notizia fece ovviamente gola ai politici di turno che, anche loro senza consultare la scienza, si batterono per salvare le piante secolari patrimonio del nostro Paese. A tutto vantaggio della proliferazione del batterio, come vi abbiamo raccontato tempo fa.
Pseudoscienza e salute: le cosiddette cure naturali e l’omeopatia
Ignorare la scienza nell’ambito della salute vuol dire anche mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, che invece il governo dovrebbe tutelare, e sperperare malamente le risorse economiche destinate al Sistema sanitario nazionale.
La diffidenza che molte persone hanno nei confronti dei vaccini e dei farmaci deriva sempre dall’ignoranza in campo medico. La scuola non prepara le persone al pensiero logico e razionale della scienza e troppo spesso i giornali, invece di dare informazioni chiare e precise affidandosi agli esperti, creano articoli ad hoc per aumentare i click e le vendite, ignorando la necessità di un punto di vista scientifico.
Così la paura di ciò che non si conosce, come il processo di ricerca e sperimentazione di un vaccino, genera timore e diffidenza, andando a cercare cure alternative che non spaventino perché… naturali. Prendiamo il caso più famoso: l’omeopatia. Questa medicina alternativa viene percepita dalle persone come più sicura e viene usata quasi dal 20% degli italiani. Una percentuale non da poco, fatta di persone che spesso neanche sanno di che si tratta e si affidano a medici – e tanti ciarlatani – che consigliano l’omeopatia come consiglierebbero un farmaco vero.
Come mai l’omeopatia è un problema
Perché ne parliamo in questo articolo su politica e scienza? Beh, perché in alcuni ospedali pubblici e aziende sanitarie locali del territorio italiano vengono somministrate cure alternative ai pazienti, a spese dei cittadini.

(Credits: PublicDomainPictures da Pixabay)
In questo caso si ha un doppio problema: lo spreco di denaro pubblico in un già martoriato sistema sanitario e la validazione da parte delle autorità mediche di metodi e cure che non hanno nessuna valenza scientifica.
L’esempio più eclatante è sicuramente quello della Asl della Regione Toscana, dove ci sono diversi ambulatori pubblici dedicati alle medicine non convenzionali come omeopatia e agopuntura.
La storia di Eleonora, 17enne di Padova, e la sua lotta con la leucemia
Di fronte a un’efficacia mai dimostrata, il pensiero di tanti è sicuramente “Se non funzionano, quale male potranno mai fare?”. Purtroppo il “non avere effetti” non vuol dire solamente non causare danni. Utilizzare cure inefficaci può ritardare invece l’accesso a cure reali che potrebbero salvare la vita.
Questo è il caso di una padovana di 17 anni, Eleonora Bottaro, malata di leucemia. I genitori rifiutano le cure tradizionali per la malattia della figlia e, dopo una lunga lotta tra medici e raccolte firme di politici a sostegno dei genitori, la ragazza viene portata in Svizzera. In clinica viene trattata con terapie alternative, cortisone e vitamina C, secondo il pensiero del medico tedesco Hamer – padre fondatore della Nuova medicina. Secondo le teorie di Hamer, la malattia di cui soffriva Eleonora era causata dalla prematura morte del fratello. Così, si va ad affrontare quella problematica. Ma affrontare il lutto non significa guarire dalla leucemia, ed Eleonora purtoppo non sopravvive.
Questa storia non è accaduta cinquanta o settanta anni fa, quando non c’erano cure per la leucemia, ma del 2016. È un altro caso di rapporto problematico tra politica e scienza, perché di fronte a cittadini che scendono in piazza per chiedere cure assurde,con l’appoggio di politici locali. Proprio la politica dovrebbe tutelare la salute dei cittadini, non venire incontro a chi urla più forte.
La sperimentazione della cura Di Bella
Se parliamo del rapporto tra politica e scienza non possiamo non citare il caso Di Bella. Alla fine degli anni Novanta, un giornalista della trasmissione Moby Dick porta alla ribalta la notizia di questo medico, il fisiologo Luigi Di Bella, che avrebbe scoperto un cocktail di farmaci per curare diverse patologie oncologiche.
La cura di Di Bella si basa sull’utilizzo personalizzato di farmaci già conosciuti (somatostatina, ciclofosfamide, melatonina, bromocriptina, retinoidi e le vitamine E, C, D) che mixati insieme sarebbero una cura miracolosa per il cancro. Alcuni di questi farmaci, come il ciclofosfamide e la somatostatina, hanno per altro già un impiego nei trattamenti chemioterapici antitumorali.
La cura Di Bella acquista visibilità nel 1997 approdando in televisione.
Il caso mediatico scoppia quando nel dicembre di quell’anno il sindaco di Meglie (in provincia di Lecce) impone alle aziende sanitarie pugliesi di rimborsare i sodi per i farmaci della cura del dottor Di Bella per un bambino affetto da tumore al cervello.
La notizia viene ripresa da tutti i giornali e dalla tv nazionale e il metodo Di Bella diviene famoso. Il dottore da quel momento passa moltissimo tempo come ospite dei programmi televisivi per promuovere la sua cura, snocciolando numeri e casi di guarigione dei suoi pazienti. La comunità scientifica italiana e internazionale ha però dubbi su questo trattamento.
E la politica ci mette il suo zampino.
La sperimentazione clinica del metodo Di Bella
Diversi giudici accolgono le richieste per l’accesso gratuito alle cure del dottore. Le Regioni Puglia e Lombardia iniziano a somministrare la somatostatina gratuitamente ai pazienti oncologici.
Senza fidarsi del parere degli esperti, l’allora ministra della Salute Rosy Bindi decide di avviare una sperimentazione l’anno successivo. Nella primavera del 1998, il metodo Di Bella viene dunque testato su circa 1100 pazienti.
Durante la seconda metà dell’anno vengono resi pubblici i protocolli utilizzati per la sperimentazione dalla commissione ministeriale, che comprendeva anche il medico Umberto Veronesi. I risultati, pubblicati anche sul British medical journal, sono impietosi: il metodo Di Bella è inefficace e i pazienti trattati con i farmaci hanno una aspettativa di vita minore di quelli trattati con le cure convenzionali
Luigi Di Bella a quel punto consente l’accesso ai suoi laboratori e alle tremila cartelle cliniche contenute nei suoi archivi. Quello che emerge sono farmaci scaduti, la presenza di acetone in alcune componenti, cartelle cliniche dei pazienti prive di diagnosi e protocolli errati. La sperimentazione viene interrotta.
Neanche questo però basta a fermare la diffusione di questo metodo: ancora oggi, nonostante non ne sia mai stata dimostrata l’efficacia, la cura viene prescritta privatamente da alcuni medici. I figli dell’inventore, medici anche loro, continuano a promuovere e somministrare questa cura. Nel 2014, undici anni dopo la morte del suo creatore, il metodo Di Bella e’ tornato sui giornali poiché un giudice ha disposto il rimborso di 25mila euro a un’Asl leccese per le spese sostenute da un paziente per la cura Di Bella.
Perché non impariamo dai nostri errori: il caso Stamina tra politica e scienza
Uno degli esempi peggiori della manipolazione in ambito sanitario da parte dei media e dei politici è sicuramente il caso Stamina, che per certi versi ricorda molto quello che abbiamo appena visto con il caso Di Bella. Arrivato in Italia nel 2009 grazie a Davide Vannoni, laureato in Lettere e filosofia, il caso è poi scoppiato a livello sanitario, mediatico e politico qualche anno dopo.

Ecco come si apriva un servizio de Le Iene sul metodo Stamina, in onda il 17 marzo 2013. La sfocatura sul volto della piccola Sofia l’abbiamo aggiunta noi (Credits: Italia 1)
Questo metodo aveva la presunzione di curare malattie gravissime con prognosi infausta come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica, gli ictus e tante altre grazie a iniezioni di cellule staminali.
Scesero in campo personaggi famosi, come Adriano Celentano, diversi calciatori, Fiorello, Fiorella Mannoia e Red Ronnie (già noto per il dibattito sui vaccini, vi lasciamo immaginare su che posizioni).
E a un certo punto arriva anche la politica: in questo caso il Movimento 5 stelle, con Beppe Grillo, e la Lega.
Il metodo Stamina e Le iene
Senza nessuna competenza medica o base scientifica, questi personaggi chiesero a gran voce di approvare le cure con il metodo Stamina. Il programma tv di Italia 1 Le Iene dedicò un’intera stagione a Stamina. Tantissimi genitori disperati per le gravi condizioni di salute dei figli si incatenarono nelle piazze di Roma. Il metodo di Vannoni arrivò cosi in Parlamento per acclamazione popolare, dove una legge del Senato ne dispose la sperimentazione, senza ascoltare il parere degli esperti. Su Stamina non c’erano studi scientifici che rendessero verificabili le affermazioni di Vannoni sulla sua efficacia, e il protocollo del metodo Stamina non è mai stato pubblicato.
Una situazione che proseguirà anche dopo la richiesta del Ministero della Salute, nonostante questo ne avesse disposto la sperimentazione e stanziato ben tre milioni di euro di soldi pubblici per la ricerca.
Probabilmente un protocollo di sicurezza ed efficacia non è mai esistito. Eppure Vannoni, non medico o scienziato ma – ricordiamo – laureato in Lettere e filosofia e docente di Comunicazione, pubblicizzava il metodo Stamina come miracoloso.
La politica si è fatta soggiogare dall’opinione pubblica, ignorando invece l’opinione di medici e scienziati nazionali e mondiali che esprimevano grande preoccupazione.
Lo vedremo nel dettaglio tra qualche giorno, nel prossimo articolo.
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