
Curiosità che forse non conosci sulle piante da frutta secca (o, almeno, sulle più celebri)
Bella, gustosa, calorica ma ricca di energia e di grassi buoni, la frutta secca è l’ideale per concludere un pasto in bellezza o per uno snack smorza-appetito tra un pasto e l’altro.
Ma quanti di voi sanno con esattezza da quale angolo di mondo arrivano tutti i semini che compongono i deliziosi mix di che conservate in credenza o sulla scrivania in ufficio?
Se di piante da frutta secca quindi ne sapete poco o nulla, non preoccupatevi: siete capitati nel posto giusto!
La più buffa tra le piante di frutta secca
Tra tutte le piante da frutta secca, quella delle arachidi è sicuramente la più bizzarra; o meglio, è davvero bizzarro il suo modo di produrre la frutta secca.
Si tratta di una pianta originaria del Sud America e appartenente alla famiglia delle leguminose, il che la rende quindi un parente alla lontana di ceci e piselli, ma anche delle fave; niente di preoccupante per chi soffre di favismo, ma esiste comunque un’allergia legata al loro consumo.

Tra le piante da frutta secca, quella delle arachidi è forse la più bizzarra (Credits: Pexels, Pixabay)
Questa piccola erbacea produce dei graziosi fiori gialli che fioriscono per un solo giorno. Subito dopo l’impollinazione, lo stelo che sorregge il fiore si piega su stesso e ciò che rimane del fiore si affossa; ed ecco quindi perché gli arachidi crescono sotto terra. Oltre che di gusto, gli arachidi sono uno scrigno pieno zeppo di sali minerali e di azoto.
Come in tutte le leguminose, tra le radici della pianta di arachidi si creano delle importanti simbiosi tra pianta e batteri azotofissatori, dei microscopici esserini che vivono nel terreno. L’azoto è un elemento essenziale per tutte le forme di vita perché, nella sua forma ionica, concorre a costituire la struttura primaria di tutte le proteine.
Tutte le piante attingono l’azoto che occorre loro grazie all’azione di questi piccoli batteri sparsi nel terreno. Le leguminose però sono un po’ ingorde e “imprigionano” gli azotofissatori tra le loro radici.
In cambio di zuccheri e acqua, le leguminose hanno un accesso diretto a tutto l’azoto che vogliono, ed ecco perché tutti i legumi sono ricchi di questo elemento – cosa che li rende importantissimi in tutte le diete.
Il mallo del mandorlo e della noce
Entrambi alberi diffusi in tutta la fascia temperata ed estremamente resistenti, sia il mandorlo che il noce racchiudono il loro delizioso tesoro all’interno del mallo.
In botanica si chiama mallo quella parte del frutto che in frutti carnosi come la pesca costituisce la polpa – chiamata tecnicamente mesocarpo. In queste piante da frutta secca invece, il mesocarpo è fibroso e non edibile e quando il frutto è giunto a maturazione si spacca rivelando il nòcciolo, che al suo interno racchiude il seme.

Noci e mandorle sono ricche di acido polinsaturi che fanno benissimo alla salute (Credits: Vural Yavaş, Pixabay)
Ed è proprio il seme la parte edibile, che costituisce buona parte dei mix di frutta secca diffusi in tutti i supermercati – a base di mandorle e noci, appunto.
Sia mandorle che noci sono un vero toccasana per la salute, contengono infatti svariate proteine e sali minerali essenziali, senza contare inoltre che contengono importanti grassi saturi come l’omega-3 e l’omega-6, che aiutano a controllare i livelli di colesterolo nel sangue.
Occhio a non esagerare però! Nonostante siano buonissime, bastano all’incirca tre noci e poco più di cinque o sei mandorle per soddisfare il fabbisogno giornaliero.
Sua maestà delle piante da frutta secca: l’albero di pistacchio
Quando si parla di piante da frutta secca, una certa importanza per noi italiani è data dal pistacchio verde di Bronte, orgoglio catanese. Albero originario del Medioriente, giunse in Sicilia in seguito alla dominazione araba, intorno all’VIII secolo.
Qui si adattò perfettamente ai dolci pendii dell’Etna, la cui lava dona al terreno circostante una fertilità eccezionale grazie agli innumerevoli minerali che vengono rilasciati nell’ambiente in seguito a ogni eruzione.

I pistacchi sono il frutto di un albero, che ha trovato il suo ambiente ideale in provincia di Catania (Credits: S. Hermann & F. Richter, Pixabay)
Ed è proprio per questa peculiarità che i pistacchi verdi di Bronte hanno ottenuto nel 2009 la Denominazione d’Origine Protetta (Dop). Ad oggi nei dintorni del comune di Bronte si contano all’incirca 500 aziende agricole impegnate nella coltivazione del pistacchio – con guadagni davvero notevoli. Si stima infatti che annualmente la coltivazioni di pistacchi produca un fatturato intorno ai 35 milioni di euro.
Ma non è solo l’etichetta Dop che fa lievitare il prezzo di questo prodotto. Come per lo zafferano, i pistacchi dopo la raccolta vengono sgusciati (o, più tecnicamente, smallati) per poi venire asciugati a mano.
Quindi andateci piano con le imprecazioni quando acquistate una confezione di pistacchi verdi di Bronte! Ora sapete il perché del prezzo!
…e sua eccellenza: La tonda gentile delle Langhe!
E se si parla di piante di frutta secca nostrane, non si può certo non citare la tonda gentile delle Langhe, nel basso Piemonte.
Le nocciole crescono su degli arbusti tipici dei sottoboschi, i cui rami sbucano direttamente dal terreno e possono raggiungere anche i due metri e mezzo di altezza. Queste piante nel corso dei secoli sono state addomesticate e coltivate sulle dolci colline delle Langhe-Roero, territorio in provincia di Cuneo nominato patrimonio dell’Unesco nel 2014.

Tra le piante di frutta secca annoveriamo anche il nocciolo, arbusto tipico del sottobosco (Credits: Emilian Robert Vicol, Pixabay)
Come quasi tutte le piante da frutta secca, anche l’arbusto di nocciolo ha saputo donare enorme ricchezza al territorio, intrecciandoci alla sua storia.
Per esempio proprio in Piemonte, la città di Torino è stata da sempre pioniera nell’arte del cioccolato. In seguito a un aumento della tassa sulle fave di cacao, i pasticcieri torinesi pensarono bene di sopperire alla mancanza di cacao aggiungendo le indigene nocciole; e così nacque il gusto gianduia.
E le piante da frutta secca non sono ancora finite!
Ci sarebbero ancora tantissime piante di frutta secca da citare come l’anacardo, che anche se è simile all’arachide nell’aspetto è in realtà il frutto di un albero originario dell’America centrale.
Oppure la meno famosa (ma ugualmente apprezzata) noce del Brasile, che cresce sull’omonimo albero – un albero che può raggiungere fino ai 50 metri di altezza e che produce dei frutti legnosi, veramente difficili da aprire.
Ma per questa domenica ci siamo limitati solo alle piante da frutta secca più famose.
E siamo convinti che queste piccole nozioni vi faranno fare un figurone, la prossima volta che mangerete il vostro mix di frutta secca con i colleghi in ufficio.
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