
L’umanità su Marte – Sarà davvero possibile vivere sul Pianeta rosso?
Sicuramente l’avrete sentito anche voi: il 18 febbraio di quest’anno il rover Perseverance della Nasa è giunto su Marte.
Che siate degli scettici con i piedi per terra o dei sognatori con la testa tra le stelle, è innegabile che la notizia lasci tutti senza parole. Non tanto per le immagini che il piccolo robot ci invia: ciò che lascia davvero basiti è pensare che ancora una volta la tecnologia e la scienza sono riuscite a superare un confine che sembrava insormontabile.
Cogliamo quindi l’occasione per ripassare un po’ di notizie su questo pianeta, e provare a capire insieme se l’idea dell’umanità su Marte sia solo un viaggio fantascientifico oppure se è un sogno che può davvero diventare realtà.
L’umanità su Marte è davvero possibile?
Il pianeta Marte è il quarto pianeta del Sistema solare, iniziando a contare dal Sole, e l’ultimo tra i pianeti rocciosi. Questa prima ed enorme distinzione tra i pianeti del sistema solare è legata alla materia che li compone.

Portare l’umanità su Marte significa farla giungere sul quarto pianeta del sistema solare (Credits: mdherren, Pixabay)
I pianeti rocciosi (Mercurio, Venere, Terra e Marte) sono più piccoli e compatti, formati da materia solida composta da roccia e metalli. I giganti gassosi invece (Giove, Saturno, Uranio e Nettuno) sono pianeti estremamente grandi, formati principalmente da gas in forma liquida o gassosa.
Tra tutti questi pianeti, Marte è quello più simile al nostro. Di dimensioni comprese tra quelle della Luna e della Terra, un giorno su Marte dura quasi 24 ore (24 ore e 39 minuti per l’esattezza). Le stagioni si alternano, esistono monti, valli, calotte polari e deserti, è presente anche un’atmosfera (più sottile però della nostra, e infatti molti più meteoriti riescono ad attraversarla) e sono presenti ben due lune: Fobos e Deimos.
E le somiglianze finiscono qui. Per il resto Marte è un pianeta arido e desolato, attraversato da tempeste di sabbia rossa formata da ossidi di ferro (e che gli donano il caratteristico colore a cui deve l’appellativo di Pianeta rosso), la forza di gravità sulla sua superficie è quasi nulla, non esiste acqua in forma liquida, la temperatura media è di decine di gradi sotto zero e apparentemente non ci sono forme di vita.
Come potrebbe allora l’umanità sopravvivere su questo pianeta? Sono anni che si fantastica sulla questione ed esiste anche una pellicola italiana ambientata su Marte. Ma vediamo se nella realtà è davvero fattibile.
In viaggio verso Marte
Innanzitutto parliamo del viaggio. Se decideste mai di trasferirvi su Marte, sappiate che vi aspettano all’incirca dai sei ai nove mesi di peripezie. Infatti la distanza media tra Terra e il pianeta rosso è circa di 230 milioni di chilometri.
E sicuramente non ci saranno autogrill durante il tragitto, dove poter fare una pipì veloce o una tanto agognata pausa sigaretta. Si parla di un’unica tirata; Perseverance ha impiegato sette mesi di navigazione nel vuoto più assoluto prima di giungere a destinazione.
Ma supponiamo che il viaggio sia andato bene e che siate finalmente giunti a destinazione. Pregate il cielo con tutte le vostre forze, che siate credenti oppure atei, che la vostra nuova casa vi piaccia! Perché tornare indietro è del tutto impossibile.
Il motivo è abbastanza banale: non avete più carburante. Lo avete consumato tutto per il viaggio di andata e quando avete caricato i bagagli non c’era più posto per le taniche di combustibile necessarie per il ritorno (ricordate sempre che parliamo di centinaia di milioni di chilometri da percorrere).
Certo, su questo punto stanno lavorando gli ingegneri della Nasa e di SpaceX, l’azienda di Elon Musk. L’idea di SpaceX è quella di inviare un mezzo senza equipaggio sul suolo marziano con abbastanza carburante da garantire il ritorno della successiva spedizione umana.
Ma in realtà, anche risolvendo questo problema, c’è un secondo motivo per cui si sconsiglia il vostro ritorno: la gravità terrestre.
Tutta colpa della gravità
La gravità è quella forza straordinaria che ci permette di stare letteralmente con i piedi per terra, perché attrae verso il centro tutti gli oggetti sulla sua superficie. Leggenda vuole che il primo a domandarsi perché gli oggetti cadono e non fluttuano nell’aria sia stato Isaac Newton, dopo che una mela gli cadde in testa.

L’umanità su Marte dovrebbe combattere l’assenza di gravità, il cui simbolo è la mela (Credits: Oldiefan, Pixabay )
La forza di gravità è una forza fisica direttamente proporzionata alla massa: più un corpo è grande, più grande sarà la sua capacità di attrarre oggetti a sé. Marte è più piccolo della Terra, quindi sulla sua superficie la forza di gravità è minore. Secondo l’ipotesi più accredita è questo il motivo per cui l’atmosfera marziana è così rarefatta: il pianeta non è stato in grado di trattenere i gas che sono semplicemente volati via.
Per poterci muovere sulla Terra dunque dobbiamo vincere oggi giorno questa forza. Questo implica un allenamento costante della massa muscolare e un apparato osseo in salute su cui i muscoli di aggrappano e fanno leva. Inoltre anche i fluidi corporei sono regolati dalla gravità; sono infatti naturalmente spinti verso il basso e c’è bisogno di un sofisticato sistema di pressioni per spingere sangue e acqua verso l’alto.
Cosa succede dunque al nostro corpo in assenza di gravità?
L’umanità su Marte e la gravità
Beh, facile: non essendoci più questa forza il nostro corpo sarebbe vittima di altre forze fisiche. Innanzi tutto perderemmo completamente la massa muscolare – e non parlo della pancetta che è venuta a tutti durante il lockdown. Non dovendo vincere più alcuna forza, i nostri muscoli andrebbero verso una lenta e inesorabile atrofizzazione.

Far giungere l’umanità su Marte è la nuova frontiera dei viaggi spaziali (Credits: CharlVera, Pixabay )
In seconda analisi ne soffrirebbe il nostro apparato scheletrico: dal momento che non ci sarebbe più bisogno di ossa forti per sostenere i muscoli, cominceremmo a perdere sali minerali e calcio e ci ammaleremmo di una bruttissima forma di osteoporosi.
Ma l’effetto più spiacevole sarebbe sicuramente la pressione sanguigna alle stelle! Non essendoci più la forza di gravità che spinge tutto giù, sangue e acqua tenderebbero a risalire verso l’alto, rischiando di farci letteralmente esplodere il cervello. Per fortuna il nostro corpo ha delle valvole di sicurezza per evitare che ciò accada.
Quando la pressione arteriosa si alza troppo, il nostro corpo risponde con perdita di fluidi per cercare di riportare tutto a un livello di soglia accettabile. Quindi nello spazio il bisogno di urinare è costante, ed è anche per questo che è consigliabile l’uso di cateteri.
Viaggio senza ritorno
Ritorniamo dunque al nostro viaggio e facciamo due conti. All’incirca sette mesi per andare e altrettanti per tornare, più i mesi di missione sul suolo marziano, fanno più di due anni in completa assenza di gravità.
Mai nessun essere umano è stato così tanto senza. L’uomo su Marte che decidesse di tornare sulla Terra molto probabilmente morirebbe appena varcata l’atmosfera, letteralmente schiacciato da questa forza.

Neil Armstrong fu il primo uomo sulla Luna; chissà chi sarà il primo rappresentante dell’ umanità su Marte (Credits: WikiImages, Pixabay )
Ma neanche su Marte ve la cavereste bene! Senza allenamento e adeguate tute spaziali, si stima che l’umanità su Marte potrebbe vivere poco più di un minuto. E non tanto per la forza di gravità questa volta.
Considerate poi che la composizione chimica dell’aria marziana è molto diversa da quella terreste, e non è detto che l’ossigeno presente sia assimilabile dai vostri polmoni. Quindi che cosa dovrebbe fare l’umanità su Marte?
Non sono ancora stati resi pubblici tutti i dettagli della spedizione umana su Marte, che si stima possa avvenire intono al 2030. Ma trattandosi di colonizzazione, quasi sicuramente dovremo costruire una stazione spaziale molto avanzata da un punto di vista ingegneristico, in cui si possa vivere in maniera accettabile.
Alla conquista di Marte
A questo punto sorge una domanda scontata ma non certo banale: perché? Perché mai dovremmo andare su Marte e soprattutto c’è qualcuno disposto a farlo?
Su quest’ultimo punto la risposta è sì: molti astronauti si sono dichiarati entusiasti e pronti a partire per questa missione. Sul perché temo che non esista una risposta unica e le motivazioni abbracciano moltissimi aspetti sociali, culturali e scientifici.
Ma è innegabile che da sempre l’umanità ha sognato di raggiungere le stelle, di poter toccare il cielo con un dito e poter esplorare il cosmo infinito.
Dopo la conquista della Luna, la colonizzazione di Marte sembra un passo quasi obbligato.
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