Desiderio di gravidanza – Viaggio nella pancia della futura mamma


“Facciamo un figlio?”

Arriva un momento nella coppia nel quale si sente il desiderio di concepire un figlio. Questo desiderio è legato a un processo di maturazione che riguarda sia il singolo che la coppia.

Una coppia ricontrolla il risultato di un test di gravidanza

Una coppia ricontrolla il risultato di un test di gravidanza (Credits: amacchio, Pixabay)

Il desiderio di gravidanza – per esempio – può stimolare la crescita della coppia dando luogo alla ricerca di un figlio. Questo desiderio appartiene alla natura umana e all’ambiente in cui si è inseriti, al rapporto di coppia e a una seria di variabili socioculturali che vanno oltre gli aspetti biologici o istintuali.

Desiderio di gravidanza e desiderio di maternità

Il desiderio di gravidanza è ben diverso dal desiderio di maternità: il primo nasce da un bisogno – dimostrare di essere adulti, di funzionare, gratificazione personale o vedere confermata la propria capacità riproduttiva: in altre parole, “Sono rimasta incinta, quindi funziono” (incinta ergo sum).

Questo aspetto è più legato alla pressione sociale che all’orologio biologico. Il secondo caso implica un coinvolgimento emotivo, uno spostamento della propria bussola da se stesse al proprio bambino.

Dal punto di vista psicologico la gravidanza può essere considerata una crisi di cambiamenti e sconvolgimenti pari all’adolescenza: il corpo cambia drammaticamente e trascina con sé mutamenti profondi, variazioni del peso, ormoni, pianti, cioccolato, focaccia, poi vomito, seguito da “Ma non è che per caso le sono rimaste anche due acciughe e delle Nutella”?

Una seconda adolescenza

Esattamente come accade durante l’adolescenza, occorre fare i conti con una ambivalenza emotiva: da un lato la voglia di tuffarsi in una nuova esperienza, dall’altro la paura dell’ignoto.

A proposito di desiderio di gravidanza, una scena di Senti chi parla, classico della commedia anni 80 con Kirstie Alley

Una scena di Senti chi parla, classico della commedia anni 80 con Kirstie Alley (Tri-Star Pictures)

Felicità e dubbi. Trepidante attesa e buio cosmico disperato.

Piangere, essere bisognose di attenzioni e coccole è un passaggio obbligato e una regressione del tutto normale: serve a percepire il proprio modo di sentire, le proprie emozioni, far spazio al bambino e imparare a vivere con lui.

E adesso?

Ok, il test di gravidanza è positivo.

Che si fa? Corro in tondo urlando, mi butto a terra e piango? Cosa fanno gli adulti in queste situazioni?

Il desiderio di gravidanza, rappresentato da una donna incinta

(Credits: Free-photos, Pixabay)

È del tutto normale provare emozioni contrastanti: la meraviglia di sentire la vita crescere dentro di sé o l’angoscia di essere vittima di un’invasione aliena. E infine sprofondare in un gran senso di colpa per aver avuto certi pensieri.

Il desiderio di gravidanza e l’ansia da gestazione

La gravidanza è un momento carico di emozioni e affetti ed è logico che l’ansia, più o meno controllata, possa far capolino.

Spesso si trasforma in domande come: “Sarò capace? Conserverò lo stesso corpo? Mio figlio sarà in salute?”.  Se in quei momenti la futura mamma non ha un rapporto di fiducia con il compagno, un’amica intima, una mamma o chiunque in grado di ascoltarla o rassicurarla, le domande si faranno sempre più pressanti e l’angoscia aumenterà.

Dare libero sfogo alle lacrime e alle proprie emozioni fa parte di un processo importante della gravidanza: aumenta la consapevolezza del proprio sentito e permette di entrare in maggiore connessione con le emozioni.

E, soprattutto, aiuta a capire che diventando mamma non dobbiamo diventare invincibili e perfette, sempre sorridenti e con il Bimby in perenne funzione.

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