Come fare un bonsai – Linee guida per principianti (e un po’ di storia)


Sono sicura che, almeno una volta nella vita, anche voi avrete cercato nella vastità di internet “come fare un bonsai”.

La prova che sapere come fare un bonsai può essere anche redditizio: questo qui costa 1800 euro!

(Credits: Sara Primiceri)

Perché è innegabile il fascino e il mistero che la vista di questi mostriciattoli verdi suscita in ognuno di noi; effettivamente si può solo restare a bocca aperta davanti a questi giganti in miniatura, e quando ci si trova davanti a esemplari bellissimi e decennali lo stupore è tanto anche per gli addetti ai lavori.

D’altronde non capita tutti i giorni di vedere un pino marittimo sul davanzale di casa o un pioppo dentro una scodella. Ma come si fa a fare un bonsai, come e dove è nata quest’arte e come fa la pianta a sopravvivere? Oggi noi di Discorsivo vogliamo provare a rispondere a tutte queste domande.

Come fare un bonsai: una storia lunga millenni

Davanti a un piccolo bonsai la nostra mente viaggia: percorre chilometri per approdare nella magica terra del Sol levante. Ma se siete convinti che i bonsai facciano coppia fissa con il Giappone vi sbagliate di grosso: la loro storia è molto più complicata di come possiate immaginare.

Pare siano stati i mongoli i primi a coltivare alberi in vaso. Essendo un popolo nomade non sostavano mai in un lungo il tempo sufficiente a coltivare e raccogliere le spezie e le erbe che servissero loro; pertanto le mettevano in un vaso e se le portavano dietro lungo buona parte del continente asiatico. Quando i mongoli conquistarono la Cina influenzarono molto i suoi usi e costumi e alla fine i cinesi fecero loro l’arte del coltivare alberi in dimensioni ridotte dentro i tradizionali pun, delle scodelle basse e poco profonde. Nacque così l’arte orticola più famosa della storia.

Quando la natura incontra l’arte

Non più per necessità dunque, ma per decoro, bellezza e studio: era nata l’arte dei pun-tsai. I cinesi impararono presto come fare un bonsai che lasciasse di stucco: cominciarono a riprodurre dentro i loro vasi specie albore autoctone, per ricostruire paesaggi in miniatura.

Un dettaglio della foto precedente

In questo dettaglio della foto precedente abbiamo la prova che sapere come fare un bonsai può essere anche redditizio, stando al cartello: questo esemplare di Ficus retusa ha circa 40 anni e costa 1800 euro! (Credits: Sara Primiceri)

La tradizione cinese si basa ancora oggi sul Wu-Xing, cioè la teoria dei cinque elementi. I cinesi infatti sono convinti che il benessere e il bello nascano dal perfetto equilibrio tra terra, acqua, fuoco, metallo e legno; quindi è fondamentale studiare l’interazione degli elementi tra loro. Per rendere lo studio più preciso è buona pratica riprodurre l’ambiente nel modo più affidabile possibile; ecco quindi perché iniziarono a coltivare e a far crescere alberi nani.

Con il tempo poi l’arte del pun-tsai si trasferì in Giappone e qui prese definitivamente il nome bonsai, che significa letteralmente piantare in una ciotola. Ancora una volta la coltivazione di alberi in miniatura si sposa perfettamente con le credenze del luogo. I monaci buddisti giapponesi infatti, convinti che la vera bellezza risieda nell’essenzialità delle cose, svilupparono i loro paesaggi in vaso secondo certe linee guida, per le quali un albero in un vaso rappresentava l’Universo.

Come fare un bonsai per poter ricostruire la natura che ci circonda

Ricostruzione di un paesaggio dentro un piccolo vaso (Credits: scartmyart, Pixabay)

È solo poco più di un secolo che l’arte dei bonsai è arrivata in Europa, conquistando il cuore e i balconi di noi occidentali. Naturalmente siamo ancora molto lontani dal conoscere tutti i segreti di questa spettacolare forma d’arte, ma anche noi stiamo imparando a come fare a fare un bonsai di tutto rispetto.

 

Come fare un bonsai: passiamo all’atto pratico

La prima cosa da sapere, per poter realizzare un bonsai degno di questo nome, è che il pollice verde c’entra poco e niente. Non è infatti tanto una coltivazione: è una vera e propria arte che richiede studio, disciplina, esperienza, costanza e tantissima pazienza.

Se decideste di fare un bonsai partendo da zero dovreste per prima cosa decidere quale pianta è la più idonea alle vostre esigenze: se per esempio desiderate tenerla in casa allora dovreste optare per una pianta di origine tropicale, amante del caldo e del clima umido (tutte le specie del genere Ficus si prestano molto bene). Al contrario, un bonsai autoctono della zona temperata, come il ginepro o l’olmo, possono stare tranquillamente all’aperto.

Sapere come fare un bonsai può portare anche a questo: nella foto, cinque bonsai veramente piccolissimi

Alcuni bonsai posso essere davvero molto piccoli (Credits: Ilona Ilyés, Pixabay)

Una volta scelta la pianta si passa alla realizzazione del bonsai vero e proprio e per farlo si possono distinguere tre fasi principali, tutte importantissime.

1. Potatura

È la fase iniziale in cui si comincia a fare conoscenza con la pianta. Togliendo tutte le parti secche infatti, si studia il portamento dell’albero e si prova a immaginare cosa potrà diventare. Una volta fatto ciò si passa a una bella sforbiciata che può portar via fino a un terzo della chioma.

2. Legatura dei rami

È il momento cruciale, in cui il nostro bonsai comincia piano piano a prendere forma. Con del fil di ferro idoneo si comincia a torcere il tronco portante di 45 gradi per compattare la pianta. Una volta finito si passa ai rami, procedendo allo stesso modo.

3. Rinvaso

Prima di adagiare il piccolo albero nel vaso scelto apposta per lui, è fondamentale dare una spuntatina anche alle radici. Una volta liberate del terreno bisogna tagliare le radici lunghe, cercando di creare un equilibrio tra parte epigea e ipogea: tagliare tante radici quanti sono i rami tolti in precedenza. Si àncora poi il tronco al vaso con l’ausilio del fil di ferro, si sceglie una posizione idonea e voilà: un bonsai bello e pronto solo per voi!

Crudeltà contro natura… o forse no

Si potrebbe pensare che far crescere una pianta in queste condizioni (tirandola, legandola, potandola costantemente e costringendola in un vaso angusto) sia una vera barbaria, che la pianta possa soffrire e quant’altro.

Per la realizzazione di questo bonsai nessuna pianta è stata maltrattata (Credits: Phuc Nguyen, Pixabay)

La realtà è molto diversa e basta una semplice constatazione per confermarlo: se davvero la pianta soffrisse in queste condizione chiaramente morirebbe, seccandosi in modo lento e irreversibile. Invece i bonsai scoppiano di salute! Ecco perché bisogna costantemente potarli e aggiustarli. Ci sono addirittura alcune specie arbore, adattate a bonsai, che fioriscono e arrivano anche a fruttificare.

Potete dunque stare tranquilli: se mai un giorno decideste di dedicarvi a questa spettacolare e antichissima arte ornamentale non farete del male neanche a una foglia. A patto che siate pronti a studiare e ad applicarvi però, altrimenti non sono più certa di questa mia ultima affermazione.

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