
Dai colori autunnali al “mistero” del letargo – 4 curiosità sull’autunno
Ormai l’autunno è ufficialmente arrivato, con tutto il suo carico di colori autunnali e atmosfere. In questo periodo dell’anno di solito si possono distinguere due categorie: da una parte gli amanti del caldo e della bella stagione che cominciano a lamentarsi dell’estate ormai finita, dall’altra invece ci sono i feticisti di tisane calde e maglioni di lana che non vedevano l’ora di poter poltrire di nuovo sotto un bel piumone caldo.
Purtroppo o per fortuna (ancora non lo so!) la sottoscritta appartiene al secondo gruppo di essere umani; quindi oggi ho deciso di festeggiare il ritorno della mia stagione preferita svelandovi quattro curiosità sull’autunno.
1 – Perché abbiamo i colori autunnali

In autunno le foglie degli alberi ci regalano i colori autunnali (Credits: Giani Pralea, Pixabay)
Nell’immaginario collettivo l’autunno e le foglie degli alberi che cadono sono due facce della stessa medaglia. Durante questa stagione infatti ogni angolo diventa un tripudio di colori autunnali e caldi: le foglie rosse dell’acero, quelle arancioni del castagno e quelle dorate del ginkgo sono solo gli esempi più spettacolari. Ma perché le foglie cambiano colore e cadono?
Da un punto di vista scientifico la cadute delle foglie è un adattamento evolutivo che ha impiegato diversi milioni di anni prima di diventare perfetto. In alcune zone del pianeta infatti, durante la stagione fredda, le ore di luce diminuiscono e questo influisce direttamente sul processo di fotosintesi clorofilliana; infatti se la pianta restasse attiva al 100% consumerebbe molta più energia di quella che sarebbe in grado di produrre. Senza contare il fatto che neve, brina e gelo causerebbero dei danni irreversibili al suo sistema fotosintetico, cioè alle foglie stesse. Quindi la pianta decide di chiudere i battenti e di rimandare ogni preoccupazione alla primavera successiva, letteralmente.
Quando le ore di luce e le temperature cominciano a diminuire la pianta attiva il processo di senescenza fogliare: tutti i nutrimenti nelle foglie vengono trasportati verso le parti attive (tronco, rami e fusti in generale) e la clorofilla comincia a degradarsi, passando dal verde brillante alle diverse tonalità del rosso, dell’ocra e del giallo, regalandoci così i mille colori autunnali tipici di questa stagione. Quando il processo è terminato la foglia cade, la pianta cicatrizza il punto di rottura apponendo strati di sughero, per evitare infezioni, e si chiude così letteralmente al mondo. Ma perché in autunno c’è meno luce e fa più freddo?
2 – “Winter is coming“: perché esiste la stagione fredda

In autunno l’emisfero boreale regala paesaggi unici (Credits: kordula vahle, Pixabay)
Sappiamo che la nostra Terra ruota intorno al Sole, il famoso moto di rivoluzione. Ma la Terra è multitasking e compie contemporaneamente anche un altro movimento: il moto di rotazione sul proprio asse, una retta immaginaria che passa perpendicolare attraverso i due poli. Praticamente il nostro pianeta non sta mai fermo: gira su se stesso e allo stesso tempo si fa una passeggiata intorno al Sole lunga un anno! La combinazione di questi due movimenti permette l’alternarsi del giorno e della notte in ogni angolo del mondo.
Ora, l’asse di rotazione sul quale gira la Terra non è dritto, ma è leggermente inclinato: precisamente di 23° e 27′. A causa di questa inclinazione l’esposizione ai raggi solari non è uguale né in ogni angolo del globo né in tutti i periodi dell’anno; durante la stagione fredda infatti i raggi colpiscono l’atmosfera in modo longitudinale. Questo causa un minor grado di irraggiamento, l’atmosfera e la superficie terreste assorbono meno calore e tutta la zona (chiamata emisfero) risulta più fredda e le ore di luce ridotte.
In astronomia gli equinozi sono gli unici due giorni dell’anno in cui le ore di luce sono pari alle ore di buio; dopo queste date il giorno è destinato ad allungarsi o ad accorciarsi in base che si stia andando verso l’estate o verso l’inverno. L’equinozio d’autunno cade il 21 settembre di ogni anno e segna il ritorno della stagione dagli splendidi colori autunnali.
3 – Perché esiste l’ora legale

In autunno ritorna sempre l’ora solare (Credits: Gerd Altmann,Pixabay)
Ricapitoliamo dunque: dalla fine di settembre fino al prossimo equinozio (21 marzo) le ore di buio saranno di più rispetto a quelle di luce. Questo non è mai stato un problema, almeno finché l’uomo ha svolto attività artigianali e agricole legate strettamente alle ore di luce solare e alle condizioni climatiche.
Ma con l’avvento della prima rivoluzione industriale del 1700 e la mancanza di illuminazione artificiale (che arriverà nelle città europee solo verso la fine del secolo), si è sentito il bisogno di sfruttare fino all’ultimo raggio di sole. Della questione si occupò perfino Benjamin Franklin – padre fondatore degli odierni Stati Uniti d’America e appassionato di scienze naturali – che per primo propose di alzarsi durante tutto l’anno al sorgere dell’alba, per avere un consumo minore di lampade, olio e candele.
Il suggerimento di Frankling cadde nel vuoto fino agli inizi del Novecento, quando il risparmio energetico divenne una priorità a causa della Grande guerra. Nel 1916 il Parlamento inglese approvò dunque una legge, diffusasi poi in tutto il continente europeo, che imponeva l’ora legale (cioè di spostare le lancette avanti di un’ora rispetto al meridiano del fuso orario di riferimento) durante i mesi estivi e di tornare all’ora solare durante i mesi invernali.
La questione sull’utilità di questo cambiamento è oggi molto dibattuta ed è competenza dell’Unione europea. Fatto sta che tra un paio di settimane dormiremo tutti un’ora in meno. Ma c’è un altro modo per digerire la cosa: potremmo approfittare di un pomeriggio più lungo per ammirare i fantastici colori autunnali nei parchi della nostra città, no?
4) Perché gli animali vanno in letargo

Lo scoiattolo rosso, così come molti altri mammiferi, in autunno va in letargo (Credits: Alexas_Fotos, Pixabay)
Ci sono diverse ragioni per cui molti animali decidono di andare in letargo: c’è chi è troppo grosso e sa già che non potrà sfamarsi a sufficienza, o chi al contrario è troppo piccolo per reggere il clima troppo rigido. Meglio quindi rifugiarsi nella propria tana.
Ma come si fa a raggiungere questo stato di grazia? Molti scienziati se lo sono chiesto e hanno scoperto che il letargo è un vero e proprio mutamento fisiologico: la temperatura corporea si abbassa, le pulsazioni sanguigne rallentano così come la respirazione, l’apparato digerente si arresta e la sensibilità si riduce drasticamente. Quando si dice dormire come un sasso!
L’animale riesce a sopravvivere a questo lungo periodo bruciando le riserve di grasso accumulate durante l’estate. Ogni tanto può accadere che si dèstino per un bisogno veloce, ma la cosa è paragonabile a quando noi ci alziamo nel cuore della notte per andare in bagno e il giorno dopo facciamo fatica a ricordarlo nitidamente.
Finito l’inverno si ha un nuovo cambiamento fisiologico, che riattiva pian piano tutte le funzioni vitali, e l’animale si risveglia senza rendersi conto di aver dormito così tanto. I processi fisiologici e ormonali che portano al letargo restano però in gran parte ancora sconosciuti.
Per questa domenica è tutto. Spero di avervi trasmesso, con queste piccole curiosità scientifiche, un po’ del mio amore sconfinato per questa fantastica stagione.
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