Tutto sui tensioattivi – Fare il bucato è una questione di chimica


Fare il bucato può sembrare un’operazione facile e immediata per i non addetti ai lavori. Eppure è un’azione che richiede un’infinità di accorgimenti, dalla scelta del detersivo fino alla selezione del programma di lavaggio giusto ( e nonostante tutto ognuno di noi ricorda ancora con dolore quella volta che ha messo in lavatrice il proprio maglione di lana preferito e  l’ha ritrovato così rimpicciolito da poterlo regalare al chihuahua del vicino). Andiamo allora a fare un giro lavanderia: non avete idea di quanta scienza occorre per fare il bucato!

Fare il bucato, davvero un gioco da ragazzi?

Indubbiamente l’arrivo nelle nostre case delle prime lavatrici ha semplificato la vita di tutti. Una volta infatti, per fare il bucato bisognava scorticarsi le mani o mettere da parte la cenere per un’operazione che richiedeva giorni. Oggi invece, questo piccolo gioiello di ingegneria in un paio d’ore restituisce capi puliti e profumati.

Lavatrici industriali per fare il bucato

Non si può pensare di fare il bucato senza lavatrice (Credits: Pexels, Pixabay)

Il punto di forza della lavatrice è sicuramente il programma centrifuga. In fisica, la forza centrifuga è una forza d’inerzia apparente che si applica su un corpo che si muove in modo circolare. Noi posiamo i nostri capi da lavare nel cestello dove saranno ben insaponati e lavati; a un certo punto il cestello comincerà a ruotare molto velocemente. In quel momento a forza centrifuga esercitata sul cestello sarà maggiore della forza centripeta (che al contrario è una forza che ci spinge verso il centro quando camminiamo in tondo) e spingerà tutto quello che c’è nel cestello verso l’esterno. In questo modo l’acqua schizzerà fuori e i vostri vestiti saranno così ben strizzati che asciugheranno in poche ore.

Se non mi credete posizionatevi insieme al vostro gatto davanti all’oblò della vostra lavatrice: vi accorgerete che, nel momento della centrifuga, in mezzo al cestello non ci sarà nulla. Ma la centrifuga è solo uno dei nostri potenti alleati nella difficile arte del fare il bucato. Il vero super eroe in grado di sconfiggere lo sporco cattivo è un altro: il detersivo giusto!

“Blu le mille bolle blu, che volano”

Se non siete molto avvezzi all’acquisto di detergenti per la casa, il reparto detersivi di qualunque supermercato può diventare un luogo di perdizione e penitenza. E come darvi torto: la scelta è così ampia che si fa presto a perdere la testa. Non liquidate però la cosa con il classico: “Massì, prendo questo che costa meno!”, ma vediamo di fare un acquisto consapevole insieme.

I tensioattivi fanno molta schiuma

I tensioattivi sono responsabili dell’acqua schiumosa (Credits: Rebecca Matthews, Pixabay)

I tensioattivi sono le molecole del sapone che creano la schiuma. Qualunque prodotto della casa contiene tensioattivi: dal bagnoschiuma ai detergenti per il viso, dallo shampoo al sapone per fare il bucato. Sono davvero ovunque! Sono in grado di rimuovere qualsiasi macchia di sporco o unto; il come ci riescano può lasciarvi davvero senza parole.

A tu per tu con i tensioattivi

I tensioattivi sono molecole organiche formate da due porzioni ben distinte: la testa è la porzione polare e idrofila, mentre la coda (formata da residui di acidi grassi) è la porzione idrofoba che poco tollera la presenza dell’acqua. Proprio a causa di questa struttura così contrastante, quando i tensioattivi vengono immersi nell’acqua tutte le loro code corrono a riunirsi vicine vicine, formando degli aggregati. Le teste restano l’unica porzione della molecola a contatto con l’acqua; questi aggregati di tensioattivi prendono il nome di micelle.

Come funziona il sapone in uno schema realizzato a mano

(Credits: Sara Primiceri)

Le macchie di sporco, la maggior parte delle volte, contengono acidi grassi che (guarda un po’!) sono gli stessi che originano le code dei tensioattivi. Le macchie di sporco quindi corrono a fare visita alle code dei tensioattivi che non vedono da tanto tempo; ma così facendo rimangono imprigionate nelle micelle. A questo punto basta un bel colpo di cestello ben assestato per spazzare tutto via.

Purtroppo però i tensioattivi non sono amici dell’ambiente: la parte idrofoba spesso è di origine petrolchimica, cosa che non li rende molecole biodegradabili. L’inquinamento delle acque legato a un eccesso di tensioattivi si chiama eutrofissazione delle acque, un fenomeno che gli abitanti di Priolo Gargallo conoscono molto bene purtroppo. Forse però esiste però una soluzione.

Attivo già a 30 gradi

Negli ultimi anni le aziende produttrici di detersivi si stanno impegnando a sostituire la parte idrofobica dei tensioattivi con grassi di origine vegetale, come olio di cocco o di oliva. Questo tipo di tensioattivi non diminuiscono l’efficenza del prodotto: la struttura delle molecole e la reazione chimica sono sempre le stesse! Semplicemente si tratta di molecole che in acqua si degradano prima. Senza contare il fatto che spesso questi grassi arrivando da scarti di altre lavorazioni industriali: la famosa economia circolare che va tanto di moda adesso!

Fare il bucaco con sapone biodegradabile

I tensioattivi di origine vegetale sono biodegradabili (Credits: silviarita, Pixabay)

Sempre per restare in ambito green, avete mai sentito parlare di detersivi attivi già a basse temperature? Recenti studi hanno dimostrato che fare il bucato ad alte temperaure e con la centrifuga al massimo causa un aumento di microplastiche negli oceani. Così si è pensato di aggiungere ai detersivi degli enzimi, molecole presenti in tutti gli esseri viventi che lavorano bene tra i 20 e i 30 gradi.

I protagonisti di questa nuova idea sono tre enzimi in particolare: le proteasi, le lipasi e le amilasi, in grado di demolire proteine, acidi grassi e zuccheri. In natura esistono degli organismi che si cibano scomponendo la materia negli elementi nutritivi di base proprio grazie a questi enzimi. Si è quindi semplicemente deciso di isolare queste molecole da questi organismi e di usarli non più per creare cibo ma per aiutarci a fare il bucato a basse temperature. Vi prego, ditemi che non sono l’unica a trovarla un’idea geniale!

Ricapitoliamo dunque: per fare il bucato in modo responsabile ed ecosostenibile occorrono tensioattivi biodegradabili, basse temperature e un programma centrifuga a velocità media. Ve l’avevo detto o no che non è così facile come sembra? Anche perchè, per salvare i maglioni di lana da un triste destino, dicono sia fondamentale eliminare il programma centrifuga; ma questa è un’altra storia.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi