Fare sesso fa bene (e fa bene pure parlarne) – La sessuologia su Discorsivo


Una scena di Harry ti presento Sally: fare sesso fa bene, specialmente se si arriva all'orgasmo perfettamente interpretato da Meg Ryan

(Credits: Castle Rock Entertainment)

Come si può iniziare a prendere confidenza con un argomento che fa abbassare lo sguardo? Abbattiamo i muri della vergogna: fare sesso fa bene, e pure parlarne! Proviamoci:

“Se…s…s…”
“Cosa?”
“E…ss…o”
“Che?!”
“Sess…o”
“AAAH! Ma dillo chiaro! Sesso!”
Che imbarazzo.
Che vergogna.
Dillo piano.
Chissà cosa pensano adesso i vicini!

E cosa devono pensare?

Lascia stare la Candida, la vecchietta di paese, che dice “Ai miei tempi prima di baciare un ragazzo doveva scrivermi quarantasette lettere d’amore, io dovevo negare di amarlo per tre volte e alla quarta forse potevo sorridergli. A bocca chiusa”. Tutto saltando su una gamba soltanto, immagino. Per dovere di cronaca la Candida è vedova da circa sessant’anni.

Coincidenze?

Fare sesso fa bene? Parliamone!

Innanzitutto parlare di sesso fa bene. Ma perché? Si impara a conoscere la sessualità, questo miscuglio tra A qualcuno piace caldo e Tre metri sopra il cielo. Ovvero, i gusti sono gusti. Evitate solo Misery non deve morire, quello è stalking.

Se a me piace farlo diverso da come lo fai tu – sì, stiam parlando di sesso nel caso ti fossi perso il filo conduttore – non per forza sono sbagliata io o sei sbagliato tu.

Non provate a dire alla signora Candida (qui ritratta) che fare sesso fa bene

Lo sguardo giudicante della signora Candida (Credits: OpenClipart-Vectors da Pixabay)

Con il termine sessualità , come scrivono Marco Inghilleri ed Elisabetta Ruspini in Sessualità narrate, esperienze di intimità a confronto, comprendiamo aspetti culturali, sociali e psicologici; di conseguenza la risposta riproduttiva non esaurisce il tema sulla sessualità ma ci fa scorgere solo uno spiraglio già accennato dalla nostra signora Candida.

La sessualità può essere anche vissuta come un problema che viene subìto come stato patologico: la società si presenta ancora fermamente resistente al cambiamento, soprattutto all’accettare qualcosa che che discosti dai canoni tradizionali.

È dunque importante sviscerare, snocciolare, sproloquiare e parlare di sesso.

Più ne parliamo, più diventa normale parlarne

Più affrontiamo le nostre paure e le nostre ansie, più queste perdono potere sulla nostra vita.

Se un uomo parla troppo poco di sesso, delle conquiste, delle avventure e dei cuori che ha infranto, generalmente viene additato come qualcuno che il sesso lo ho visto solo su YouPorn.

Ora ditemi dove è il problema se non vuole parlarne ogni singolo minuto della giornata solo perché penemunito. Viene a spaiarvi i calzini nel cassetto? No, allora passate oltre.

Al contrario, se una ragazza ne parla troppo, viene indicata come una facile, “una che la dà”.

E anche se fosse? E anche se la dessi come se non fosse mia? L’importante, in entrambi i casi, è il rispetto verso sé stessi e verso il prossimo, le precauzioni e (diciamocelo) il divertimento.

Fare sesso fa bene. Perché ok parlarne… ma farlo è pure meglio!

Cosa accade al nostro corpo quando facciamo sesso?

Tanto per iniziare rilasciamo dopamina – che è un ormone molto simile alla sostanza che sintetizza Walter White, ma senza dover coinvolgere il Cartello messicano – e ci fa sentire euforici e in pace col mondo, produciamo ossitocina che compartecipa all’eccitazione e al piacere e infine liberiamo endorfine che danno un senso di appagamento.

Come quando la maestra ti metteva la stellina dorata sul grembiule perché avevi colorato tutto il cielo di azzurro senza stufarti e consegnandolo dicendo: “No, ma c’era nebbia oggi, maeFtra”.

Ci sentiamo spesso (e ingiustamente) sbagliati nel parlarne e nel farlo, legati a preconcetti o ad aspettative che ci sentiamo in obbligo di rispettare. Questo perché la diversità fa paura, dalla sessualità, alla disabilità, alle persone con una pelle da un colore diverso dal nostro.

Se imparassimo a vivere le nostre personali differenze con rispetto e privi di pregiudizi, impareremmo a goderci le esperienze (sessuali e non) in maniera soddisfacente e appagante, lasciando liberi di agire tutti gli ormoni del caso apprezzandoci un po’ di più.

Non per nulla, infatti, nell’età della liberazione dei canoni imposti dalla società, della rivoluzione del popolo, dell’affermazione dei propri diritti, su ogni muro troneggiava una scritta ben precisa: Make love, not war. Fate l’amore, non fate la guerra.
Liberate dunque dopamina, ossitocina, endorfine e perfino le riunioni condominiali con gli infiniti interventi della signora Candida assumeranno un aspetto roseo e rilassante.

E comunque io abito al primo piano e l’ascensore non lo voglio pagare!

 

 

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