La scienza psicologica e lo psicologo scienziato (pazzo)


Ho letto un libro di Freud, sono anche io un po’ psicologa?”

Ho costruito una casetta coi bastoncini dei ghiaccioli, sono anch’io un po’ ingegnere?”

Una delle domande che affligge l’uomo fin dall’alba dei tempi è: che cos’è la psicologia? Noi abbiamo la risposta: è una scienza. O forse no?

Lo psicosciamano e la scienza

I problemi quotidiani dello psicosciamano (Autore: Guzio)

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima capire un po’ di storia della psicologia. Questa parola ha origini greche: deriva, infatti, da psyché (anima) e da logos (discorso, studio). Ne deriva che la psicologia sia nata come lo studio dell’anima. Nella seconda metà dell’800, soprattutto grazie all’influenza della medicina e delle scienze naturali, lo studio dell’anima diventò lo studio della mente e del comportamento umano.

Per quanto sia una disciplina nata da un insieme di campi differenti, a noi piace dare alla psicologia odierna una data di nascita ben precisa: nel 1879, un certo Wilhelm Wundt indossò un bel camice bianco e creò il primo laboratorio di psicologia a Lipsia, nel cuore della Germania. Guglielmino era un tuttofare: psicologo, filosofo e fisiologo, egli era convinto che alla psicologia mancasse qualcosa. Così come gli scienziati studiano in modo oggettivo il corpo umano, le stelle e le leggi della fisica, Wundt pensava che anche mente e comportamento umano potessero essere oggetti di studio razionale, tutto sta nell’applicare a questa disciplina il metodo scientifico. La psicologia come scienza, o psicologia sperimentale, festeggia quest’anno il suo 137° compleanno.

Freud arrabbiato

Un Freud molto irritato nello scoprire che molte delle sue teorie sono state disconfermate dall’odierna ricerca. Povero Sigismondo. (Fonte)

Un momento. Wundt? Ma il padre della psicologia non era il grande Sigmund Freud? Preparatevi alla bomba: per quanto Freud abbia avuto un’influenza incommensurabile su psicologia, psichiatria e persino sulla cultura popolare, il metodo utilizzato da questo grande studioso era tutt’altro che scientifico. Sentito quel rumore? Era il suono di un mito che cade.

Sia chiaro, Freud è stato un rivoluzionario: grazie alla sua teoria (la psicanalisi), egli “scoprì” l’inconscio e costruì le fondamenta della psicoterapia. Tuttavia, Sigmund sviluppò le sue teorie attraverso l’osservazione dei pazienti e le sue intuizioni personali. E ricordiamoci che l’intuizione poco si sposa col metodo scientifico, tanto che persino il filosofo della scienza Karl Popper criticò la psicanalisi, definendola una teoria non scientifica.

Eppure, le teorie di Freud e dei suoi allievi, metodi compresi, fanno parte integrante delle radici della psicologia. Ma allora la psicologia è o non è una scienza? Di sicuro non possiamo definirla una scienza esatta: il comportamento di un essere umano non può essere previsto con precisione matematica! Esistono scienze come la fisica o la chimica che utilizzano modelli matematici ed esperimenti di laboratorio grazie ai quali possiamo prevedere con relativa certezza il comportamento di particelle e atomi. Queste vengono chiamate volgarmente “scienze dure”, traduzione dall’inglese di “hard science”. Lo stesso non possiamo dire della psicologia e di altre scienze sociali, che invece vengono chiamate “scienze molli” o “soft science”, in cui gli esperimenti di laboratorio puri sono quasi impossibili.

I cani di Pavlov

Vi ricordate i comportamentisti? Uno di loro è Pavlov, quello dei cani che sbavano al suono della campanella. I loro esperimenti si basavano sul metodo scientifico e sono validi ancora oggi. (Fonte)

Nonostante queste premesse, la psicologia odierna può essere definita una scienza. L’essere umano è una creatura complessa: così come non possiamo ridurre la mente umana ad un’equazione matematica, non possiamo neanche conoscerla attraverso supposizioni e semplici intuizioni. Ecco perché, nel corso del ‘900, si è cercato di ricondurre lo studio della mente sotto il cappello del metodo scientifico. Attualmente, la psicologia sperimentale si avvale di un mix di ricerca quantitativa (ovvero basata su quantità, modelli, statistiche, variabili misurabili) e ricerca qualitativa (cioè l’indagine e la descrizione approfondita dei fenomeni osservati, senza l’ausilio dei numeri). Potremmo quasi dire che la scienza psicologica sia un enorme puzzle, in cui ogni tassello è diverso dall’altro, un punto di vista o un metodo che, nell’insieme, ci può offrire un’immagine globale del funzionamento dell’essere umano.

Se la psicologia è davvero una scienza, possiamo concludere che lo psicologo sia uno scienziato, e non un mago, un indovino o un interpretatore di sogni che vende i numeri del lotto. Ecco perché spesso possiamo osservare alcuni esemplari singolari di matricole universitarie: queste povere anime si presentano con libri sull’ipnosi e ciondoli della cristalloterapia, per poi trovarsi improvvisamente alle prese con esami di metodologia della ricerca, psicometria e statistica. Quante volte abbiamo visto studenti di psicologia versare lacrime calde al grido di “Ma io di matematica avevo 2!”. Bei tempi.

La morale della favola è questa: se un vostro amico vi dicesse che di psicologia ne sa perché è abbonato alla rivista “Oroscopo, cristalli e psicologia”, forse dovreste fargli capire che è un po’ come dire che di astronomia tu ne sai un sacco, solo perché la domenica guardi l’oroscopo di Paolo Fox. Se poi quest’amico osasse dirvi che ora si sente un po’ psicologo, forse ha sbagliato carriera: regalategli una sfera di cristallo.

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