Il ruolo dello psicologo: indovino, sciamano o psicologo in pigiama?


E’ vero che lo psicologo ti legge nella mente?”

“Fosse vero avrei già comprato un’isola nel Pacifico”

Sei uno studente di psicologia o una psicologa? Lotti quotidianamente con i parenti che smettono di parlare appena entri in salotto, convinti che tu li “psicanalizzi”? Quando gli amici ti chiamano per raccontarti il sogno della settimana scorsa ti viene da piangere? O forse sei proprio tu l’amico, la zia, il compagno di liceo che tormenta quotidianamente il povero psicologo con una sfilza di stereotipi? E se ti chiedessi “cosa fa lo psicologo” o “quale è il ruolo dello psicologo”, sapresti solo rispondere con un’alzata di spalle?

Questa rubrica allora fa per te.

Mi presento. Sono una neo psicologa che ogni mattina, sorseggiando un caffè, si chiede: chi è questo misterioso psicologo? E’ il classico psicanalista pelato col lettino, che interpreta i tuoi sogni e finisce sempre a parlare di tua madre? Oppure è quel mix tra sciamano e indovino, che appena apri bocca sa già cosa stai pensando? Perché la figura dello psicologo è un po’ così nell’immaginario collettivo: un essere superiore privo di espressioni e privo di emozioni. Fermo, sicuro, inamovibile. Provate a guardarvi attorno. Gli psicologi sono ovunque: il vicino di casa, il cassiere del supermercato, forse anche vostra sorella! Rifletteteci bene: davvero pensate che la cuginetta che da piccola mordicchiava i pastelli a cera possa aver sviluppato la telepatia e la lettura del pensiero in quei cinque anni di Università?

Lo psicologo sciamano

Uno psico-sciamano nel suo habitat naturale (autore: Guzio)

Quelle che voi pensate essere abilità di base di ogni psicologo, sono in realtà capacità (per ora) fantascientifiche. Tuttavia, c’è chi cerca di indagarle e provare la loro esistenza. I cosiddetti fenomeni psi, ovvero lo scambio di informazioni non spiegabile in termini di meccanismi biologici e fisici conosciuti, sono oggetto di studio della parapsicologia. Questo termine può essere fonte di grande confusione: para vuol dire “vicino, oltre”, quindi non si tratta della psicologia moderna. Facciamo un esempio: i paramedici americani non sono medici perché non fanno parte delle professioni sanitarie e non hanno studiato medicina, allo stesso modo i parapsicologi non sono psicologi. In effetti, se mai trovaste lo studio di un parapsicologo, è altamente probabile che quella persona, per legge, sia un abusivo. Allontanatevi da lì.

Telepatia, chiaroveggenza, precognizione e psicocinesi sono fenomeni che la scienza non è ancora riuscita a dimostrare. Per quanto esistano studi svolti attraverso un metodo scientifico, gran parte della comunità internazionale afferma che gli studi sui fenomeni psi siano stati svolti con grossolani errori metodologici e risentano del cosiddetto “problema del cassetto”: per ogni ricerca con risultati significativi pubblicata in una rivista scientifica, dieci studi con risultati irrilevanti o non significativi rimangono, appunto, nel cassetto del ricercatore. Questo porterebbe a sopravvalutare i risultati e a credere che un fenomeno sia vero quando non lo è, proprio perché non verremo mai a conoscenza degli innumerevoli studi che disconfermano le ipotesi dei ricercatori. Una posizione forte, che comunque non impedisce a questi strambi ricercatori di continuare le proprie indagini. Chissà, un giorno forse troveremo prove empiriche dell’esistenza di questi fenomeni, nel frattempo dobbiamo rassegnarci all’idea che lo psicologo medio non possieda queste capacità telepatiche e che l’Università, statale o privata che sia, non insegna abilità misteriose di lettura della mano. Ma allora che cosa imparano questi aspiranti psicologi nelle Università italiane e straniere?

Ogni primo venerdì del mese esploreremo meglio questa mistica figura professionale, cominciando sempre con una domanda (o uno stereotipo) a cui cercheremo di dare risposta. Ci addentreremo nella tana del coniglio, tra serietà e ironia. E forse capiremo quali ruoli può assumere lo psicologo nel mondo del 2016.

Perché anche noi psicologi ci mettiamo il pigiama. 

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