Dalla padella ai piedi: i mille usi del Teflon


Era l’inizio degli anni quaranta e gli scienziati che stavano cercando di ricavare l’uranio-235 (235U) erano ben consci che questo li stava portando alla creazione di uno strumento dall’immenso potenziale distruttivo: la bomba atomica. Quello che certamente non sapevano è che, forse solo come conseguenza a quei loro studi, oggi possiamo godere di un materiale così versatile da essere usato sia per cucinare che per camminare (e per tanti altri usi): il Teflon.

Il processo che permette di ottenere l’isotopo 235U  richiede che venga utilizzato un particolare materiale estremamente corrosivo, il gas fluoro, e nessun materiale conosciuto all’epoca era in grado di contenerlo senza degradarsi. Per questo motivo l’esercito degli Stati Uniti commissionò alla DuPont (azienda chimica che produce prodotti per numerosi mercati in tutto il mondo) di inventare un materiale che potesse resistere a quei livelli di corrosione.

La DuPont non fece attendere molto prima di soddisfare la richiesta visto che, con stupore di tutti, era già in possesso di un materiale di quel tipo: lo aveva chiamato Teflon e finalmente era riuscita a trovargli un utilizzo!

La scoperta si deve alla mente preparata di Roy J. Plunkett che riuscì a trasformare un fallimento in un vero e proprio successo.

Era il 1938 e il giovane Roy stava cercando di creare in laboratorio un particolare gas refrigerante. Al termine dei suoi esperimenti, si rese però conto che nel cilindro usato per far formare il refrigerante non vi era più alcun gas. Sezionò così il cilindro e vi trovò all’interno un inatteso materiale solido. Roy decise di non gettare via quel composto e capì che le molecole di tetrafluoroetilene usate per l’esperimento avevano reagito tra di loro formando così un polimero particolarmente scivoloso e impermeabile che non bruciava ed in grado di resistere a materiali corrosivi.

Mantenuto segreto per ordine degli Stati Uniti d’America durante la guerra, il Teflon venne reso pubblico solo dopo che il Progetto Manhattan aveva dato i suoi ingloriosi frutti.

Da subito gli venne attribuito il ruolo che ancora oggi lo rende famoso: la creazione di padelle antiaderenti.

Essendo un materiale inerte, il Teflon non reagisce con i cibi e passa nel nostro corpo senza essere digerito. Nonostante ciò, quando la gente notava il distaccarsi del Teflon dalla superficie della propria pentola non doveva essere proprio contenta. Infatti, essendo un materiale antiaderente, lo era anche dal lato su cui lo si voleva incollare e presto le padelle si ritrovano spoglie!

Vennero trovate quindi nuove modalità per rendere questo materiale facilmente incollabile al prodotto su cui veniva appoggiato e si studiarono, fino ai giorni nostri, appositi processi di produzione. Negli ultimi dieci anni, alcuni studi hanno definito come potenzialmente cancerogeno uno dei materiali utilizzati per la produzione del Teflon (PFOA) e ciò crea ancora alcuni dubbi sull’utilizzo di questo materiale in cucina. Fate dunque attenzione a utilizzare padelle graffiate e assicuratevi di eliminare eventuali residui tra i denti con del buon filo interdentale (i cui migliori modelli, resistenti e scivolosi, sono fatti ovviamente in Teflon).

Ma se possiamo avere dei dubbi sul suo uso in cucina, di sicuro tutti possiamo goderci tranquillamente un altro dei suoi tanti utilizzi.

Verso la fine degli anni ’60, Wilbert L. Gore (Bill Gore), cofondatore della DuPont e inventore dei primi isolanti in Teflon per cavi, creò insieme a suo figlio Robert W. Gore (Bob Gore) il tessuto che oggi è noto universalmente come Gore-Tex: il materiale che potete trovare in molti scarponi da montagna o altri prodotti specialistici di abbigliamento. Anche in questa situazione il fato giocò un ruolo importante. Padre e figlio, provando a riscaldare il Teflon finivano per romperlo ogni volta, finché un giorno, preso dalla rabbia, Bob si mise a tirare fortissimo un pezzo di Teflon caldo. Con suo grande stupore, soggetto a quella violenta trazione, il materiale che aveva tra le mani si allungò e le macromolecole si intrecciarono formando un reticolo di cavi robusti. Ai Gore bastò affinare questa “tecnica” per cominciare la produzione del loro famoso tessuto che ha pori abbastanza piccoli da non permettere il passaggio di gocce d’acqua, ma sufficientemente grandi da far passare semplici molecole d’acqua: queste caratteristiche permettono al vapore (e quindi al sudore in forma gassosa) di fuoriuscire garantendo la traspirazione mantenendoci asciutti sia dall’acqua proveniente dell’esterno che da quella che generiamo noi stessi!

Il Teflon è ovviamente impiegato in tanti altri materiali: dalla produzione artificiale di vene o arterie, alle tute spaziali, passando per qualche racchetta da tennis (e stadi). Tuttavia, ligio al suo inglorioso passato, è utilizzato anche nella produzione di pallottole teflonate in grado di perforare i giubbotti antiproiettile.

Lasciamo a voi il compito di andare a cercare quali altri usi il nostro mondo sta facendo di questo materiale che, tra alti e bassi, è indubbiamente una delle scoperte più versatili del nostro secolo!

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