Festival degli Incontri, cultura e politica si scontrano a L’Aquila


Quando la cultura diventa terreno di scontro politico c’è qualcosa che non va. Eppure la scena si sta ripetendo in questi giorni a L’Aquila, dove il Festival degli Incontri è diventato oggetto di una contesa tra il Comune abruzzese e la direzione artistica, presto arrivato alla ribalta dei notiziari nazionali.

Il Festival degli Incontri, che rientra nel programma delle iniziative per ricordare i dieci anni dal terremoto del 2009, si dovrebbe svolgere dal 13 al 15 ottobre prossimi – a questo punto il condizionale è d’obbligo – anche grazie a un contributo di 700mila euro erogato dal Mibact.

Peccato però che il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi (Fratelli d’Italia) abbia chiesto alla curatrice Silvia Barbagallo di “rivedere” il programma, escludendo due ospiti eccellenti: lo scrittore Roberto Saviano e il fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare.

Dopo un primo botta e risposta pubblico tra i due, i toni del confronto a distanza si sono inaspriti ulteriormente: in una nota sul sito del Comune, il sindaco Biondi ha dichiarato che «il decennale del sisma non è il luna park della sinistra», mentre la curatrice è stata pesantemente attaccata sui social.

Chiamato in casusa dallo stesso Biondi – che avrebbe chiesto al Mibact una ri-assegnazione diretta dei fondi per organizzare in autonomia il Festival degli Incontri – il neo Ministro Dario Franceschini si è espresso contro ogni pressione o interferenza politica sulla cultura.

Rivolto alla comunita dell’Aquila il pensiero di Roberto Saviano, che ha chiesto a tutti di non trasformare il decennale del terremoto in un momento di scontro. Lapidario invece il commento di Zerocalcare, che spiega perché non cedere alla tentazione del vittimismo e invita a sostenere Silvia Barbagallo.

Al di là di come andrà a finire, questa vicenda non è solo una delle tante bolle social destinate a sgonfiarsi con la stessa velocità con cui sono emerse. O meglio: è anche questo, ma proprio perché obbedisce a meccanismi politici e comunicativi tipicamente conteporanei, può dirci molto sulla società di oggi.

Ad esempio: pronti via, non appena la notizia arriva alle prime pagine viene subito distorta fino a diventare una vera e propria fake news. «700mila euro per invitare Saviano a L’Aquila. Sindaco sovranista cancella tutto» è il titolo dell’articolo-bufala scovato da Giornalettismo.

Per non parlare delle frizioni, ormai frequenti fino al corto circuito, tra politica, cultura e comunicazione. Dall’Aquila, l’opposizione politica a Biondi fa presente come il sindaco non sia nuovo a episodi decisamente sopra le righe, comprese pensanti accuse a mezzo social non suffragate da azioni concrete.

I Comuni, del resto, sembrano essere diventati il luogo privilegiato delle ingerenze politiche sulla cultura: un’abitudine cara soprattutto ai partiti dello “schieramento sovranista”, come dimostra il recente taglio dei fondi al festival dedicato a Tiziano Terzani da parte della Giunta a guida leghista di Udine.

Più in generale, vicende come quella dell’Aquila testimoniano i toni e le modalità di un dibattito politico in cui l’imposizione unilaterale è diventata la prassi, lo scontro istituzionale la norma, l’offesa personale un effetto collaterale neanche troppo sgradito, anzi a volte consapevolemente perseguito.

A risentirne è la qualità del discorso pubblico, e di conseguenza il nostro modo di stare insieme. Non è un caso, quando l’obiettivo è svalutare ogni valore positivo e screditare l’altro fino a disumanizzarlo, che la prima vittima sia la cultura, fonte inesauribile di pensiero critico e divergente.

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