GRAN PREMIO DI UNGHERIA F1 2019: HAMILTON E LA MERCEDES BATTONO VERSTAPPEN


Il gran premio di Ungheria F1 2019 è stato particolarmente avvincente: Hamilton si è fidato della strategia messa a punto dal suo team e si è aggiudicato la vittoria, battendo uno straordinario Verstappen. Terzo Vettel e quarto Leclerc, ma le due Ferrari sono arrivate al traguardo con quasi un minuto di ritardo e a serio rischio doppiaggio. Sainz e le McLaren protagoniste del secondo gruppo, ma è buio profondo per Gasly e Bottas.

Gara a due per la vittoria: Hamilton ha inseguito un super Verstappen, autore di una partenza ed una gara davvero spettacolare per intensità di guida e gestione della gomma. Purtroppo non ha potuto nulla contro questo Hamilton e questa Mercedes: il duo anglo-tedesco è inossidabile ed ha sfornato l’ennesimo capolavoro, simile a quanto realizzavano Ross Brawn e Michael Schumacher durante il periodo d’oro della Ferrari.

Dalla gara in Ungheria, ultima gara prima della sosta estiva, emergono numerose “sentenze”.

Hamilton è il padrone di questa era di regolamenti: con la sua Mercedes può permettersi di recuperare 21 secondi in meno di venti giri su un pilota affamato di vittorie come Verstappen. Le gomme Pirelli funzionano a meraviglia sulla sua Mercedes e la strategia concepita dagli ingegneri è perfetta. L’insieme che ne è scaturito dimostra la sintonia e la forza di questa squadra che sta riscrivendo gli annali della storia. Unico neo per Mercedes è Bottas: nonostante un buona qualifica (a 18 millesimi dal poleman e davanti al suo capitano), rovina la sua gara per due bloccaggi nelle prime due curve del “toboga” ungherese. Anche in Ungheria, infatti, come in Germania, Bottas fallisce la sua possibilità di portare a casa la vittoria: termina ottavo dopo una timida rimonta.

Il suo rinnovo non è ancora arrivato: considerato che il suo sponsor personale, la ditta Wihuri, lo ha abbandonato e che i risultati non sono positivi (Verstappen è terzo nel mondiale a soli 7 punti dal finlandese), è altamente probabile che Toto Wolff voglia promuovere a secondo pilota un giovane come Ocon piuttosto che confermare un pilota come Bottas. Per lui non rimangono molte alternative: o trova un posto in Williams (al posto di Kubica, dato che anche il polacco potrebbe perdere l’appoggio dello sponsor Orlen a causa della scarsa competitività della scuderia inglese) oppure in Racing Point al posto di Perez (il messicano potrebbe rilevare il sedile della Haas di Grosjean, con il transalpino destinato a salutare la Formula 1 per approdare in Formula E).

In casa Red Bull, Verstappen sta disputando una stagione straordinaria: la sua maturità è evidente, la velocità è coniugata ad una nuova mentalità che gli consente di massimizzare i risultati. Sta praticamente portando da solo la Red Bull al secondo posto nel mondiale costruttori, dal momento che il suo compagno, Gasly, è perennemente nelle retrovie. Il francese ha subito un distacco di nove decimi in qualifica ed in gara è rimasto sempre dietro alle McLaren. Il suo sedile è praticamente saltato: la Red Bull aspetta soltanto la fine della stagione per mancanza di alternative. Voci dai box, oltre al siparietto che è andato in scena durante le interviste post-gara tra Hamilton e Verstappen, attestano una possibile trattativa per un clamoroso ritorno di Alonso. Difficile immaginare uno scenario del genere (Verstappen, ma soprattutto Honda, non approverebbero un ritorno dello spagnolo), ma il nome dell’asturiano torna di moda. Magari, invece, sarà uno tra Kvyat ed Albon a sostituire Gasly, adottando una soluzione interna alla famiglia Red Bull.

Il bilancio della Ferrari, infine, non può che essere negativo. Va bene che la pista dell’Ungheria non è la migliore per le caratteristiche della Ferrari, ma si ha la netta impressione che la Scuderia di Maranello abbia già perso la bussola del progetto SF90H. Leclerc ha disputato una buona gara, ma nulla ha potuto con la migliore gestione delle gomme e strategia di Vettel: il sorpasso negli ultimi due giri, cosa che lo ha privato del terzo posto sul podio, è stato dettato dalla diversa condizione di usura dei suoi pneumatici. Vettel, dal canto suo, è salito sul podio, ma la sua prestazione, a mio avviso, è falsata. Bravo nella gestione della gomma, ma se non fosse stato per il contatto Leclerc – Bottas e la crisi degli pneumatici del suo giovane compagno di squadra, non avrebbe centrato il podio.

Encomio per Sainz e Norris della McLaren: per alcuni frangenti della gara entrambi giravano meglio delle due Ferrari. La McLaren si sta imponendo come quarta forza, battendo persino la casa madre dei propri propulsori, cioè quella Renault che in Ungheria è miseramente naufragata in 13esima e 15esima posizione con due signori piloti come Ricciardo ed Hulkenberg. E pensare che Renault ha osato persino criticare Hulkenberg dopo l’errore in Germania per una mancanza di “polso” nelle fase delicate di un gran premio: a mio avviso, la scuderia transalpina dovrebbe interrogarsi sul perché i propri clienti (come McLaren) vadano più forte di loro piuttosto che criticare i piloti.

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