Ursula von der Leyen, chi è la nuova presidente della Commissione europea


A quasi due mesi dal voto, la Commissione europea ha di nuovo un presidente: è Ursula von der Leyen, esponente del Partito popolare e dalla Cdu/Csu, formazione conservatrice tedesca attualmente guidata dalla cancelliera Angela Merkel.

La sua elezione da parte del Parlamento europeo è arrivata nei giorni scorsi sul filo del rasoio, con appena 9 voti in più di quelli necessari e diverse defezioni tra i partiti che hanno sostenuto la sua designazione (oltre al Ppe, i Social-Democratici e i liberali dell’Alde).

Prima donna della storia alla guida della Commissione europea, nel suo discorso d’insediamento von der Leyen ha tracciato le linee guida del suo programma di governo in materia di ambiente, immigrazione, lavoro e parità di genere.

In attesa del passaggio di consegne con Jean-Claude Juncker, che avverrà nel mese di novembre, scopriamo chi è l’ormai ex ministra della Difesa tedesca, come ha raggiunto la presidenza della Commissione e qual è la sua visione per l’Europa dei prossimi cinque anni.

Chi è Ursula von der Leyen

Non è certo una biografia consueta quella di von der Leyen. 61 anni, nobili origini e l’Europa nel destino: il padre Ernst Albrecht, infatti, era funzionario della neonata Comunità del carbone e dell’acciaio – antenata della futura Unione europea – quando Ursula nacque proprio a Bruxelles.

Invece di seguire le orme del padre, inizialmente, von der Leyen intraprende la carriera medica e mette su una famiglia davvero numerosa. Ma l’appuntamento con la politica è solo rimandato: dopo l’esordio negli anni ’90, dal 2005 è ininterrottamente ministra in tre diversi governi a guida Merkel.

Delegata prima alla Famiglia, poi a Lavoro e Affari sociali, infine alla Difesa, la neo presidente della Commissione europea sembrava destinata a raccogliere l’eredità di Merkel all’interno della Cdu/Csu, ma alcuni passi falsi e il poco seguito nella base hanno complicato il suo percorso nel partito.

Un’idea di Europa in quattro punti

Nel suo primo discorso di fronte al Parlamento europeo, von der Leyen ha dato grande spazio all’ambiente, indicando obiettivi ancora più ambiziosi di quelli previsti e il varo entro i primi 100 giorni di un green deal in grado di trasformare l’economia continentale con attenzione alle zone più arretrate.

In tema di immigrazione la neo presidente ha ribadito l’importanza della solidarietà e sottolineato la necessità di superare il trattato di Dublino, mentre in materia di economia ha ipotizzato un salario minimo europeo, ammortizzatori sociali e sostegno alle piccole-medie imprese.

Non poteva mancare un accento sulle parità di genere, che oltre a un criterio guida nella formazione della nuova Commissione sarà un tema centrale nell’azione di governo, a cominciare dall’adesione alla convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne.

Lunghe trattative per un’elezione difficile

Il percorso che ha portato Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, però, è stato tutt’altro che facile. Il suo nome, infatti, non è stato tra i primi a emergere nella lotteria degli spitzenkandidaten, ovvero i nominativi proposti dal partito di maggioranza relativa (in questo caso il Ppe).

All’ipotesi iniziale – il tedesco Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo – il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe prima contrapposto il nome di Michel Barnier, capo negoziatore dell’UE per la Brexit, per poi convergere sul nome del social-democratico Franc Timmermans.

La candidatura del vice presidente olandese del Parlamento europeo, tuttavia, è stata vigorosamente respinta dal gruppo di Visegrád, cui si è unita l’Italia come ormai abitudine. Solo a quel punto, con il pallino di nuovo in mano al Ppe, è emerso il nome di Ursula von der Leyen.

L’elezione della politica tedesca, in ogni caso, è arrivata in modo tutt’altro che scontato, per una manciata di voti appena e tra le proteste dei gruppi sovranisti per la posizione convintamente europeista di von del Leyen. Divise anche le forze di governo italiane, con il M5S favorevole e la Lega contraria.

Ora si tratta di capire chi saranno i commissari che affiancheranno la presidente in questi cinque anni di governo dell’Unione Europea. E di augurarle buon lavoro, al di là delle rispettive posizioni politiche, vista l’importanza della posta in gioco.

Il discorso integrale di Ursula von der Leyen sul sito della Commissione europea

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