GP AUSTRIA F1 2019: BRAVO LECLERC, MA VINCE VERSTAPPEN


In Austria, sul circuito acquistato da Dieter Mateschitz e denominato Red Bull Ring, va in scena uno dei Gran Premi più spettacolari dell’anno. A vincere è Max Verstappen che con la sua Red Bull è riuscito a battere Charles Leclerc su Ferrari, con un pregevole sorpasso a tre giri dalla fine, e Valtteri Bottas su Mercedes. L’olandese regala il primo successo al motorista Honda dopo il rientro nel 2015 con McLaren. Tuttavia, anche in questa gara non sono mancate le polemiche, soprattutto sulla manovra di Verstappen su Leclerc.

A mio avviso, la manovra di sorpasso di Verstappen su Leclerc è stata dura, ma corretta: è vero c’è stato un contatto, è vero a perdere è stato il pilota che fino a quel momento aveva dominato qualifiche e gara (Leclerc), è vero anche il fatto che Verstappen abbia accompagnato verso l’esterno l’avversario per prendersi il comando e la vittoria, ma queste sono le corse e si vince anche così. Leclerc si è difeso benissimo, ha dimostrato una stoffa da campionissimo, è stato battuto, ma ne è uscito a viso altissimo. Chi invece sta facendo una pessima figura è la Fia.

La federazione, infatti, aveva messo sotto investigazione Verstappen per la sua manovra. Immaginare un’altra gara rovinata, rovesciata nel risultato da una decisione dei commissari avrebbe fatto insorgere tutti: Red Bull, tifosi olandesi e di tutto il mondo, forse perfino l’impero austro – ungarico se ancora esistesse.

Il vero problema non era la manovra di Verstappen, ma la penalizzazione ai danni di Vettel. Le due situazioni sono diversissime: in Canada Vettel sbaglia e non compie alcuna manovra pericolosa se non quella di controllare l’auto e di difendersi su Hamilton (situazione che è stata giudicata meritevole di sanzione), mentre la manovra di Verstappen in Austria denota tutta la sua astuzia agonistica, forzando un sorpasso e concludendolo in maniera “sorniona”: d’altronde le gare di auto prevedono ruotate, frenate e controsorpassi, anche “spintoni” ed “intimidazioni” agonistiche, ma sempre nel rispetto delle vite altrui.

Il fatto di aver penalizzato Vettel in Canada evidenzia ancora una volta come l’intervento dei commissari rovini la Formula 1: alcuni tifosi ferraristi, infatti, ora invocano la penalizzazione per Verstappen, ma si rischia di perdere di vista il problema. Si deve condannare l’eccessivo interventismo dei commissari (soprattutto quando non c’è un contatto vero e proprio), non la cattiveria agonistica di un pilota. A parti invertite, magari con un Leclerc aggressivo su un Hamilton o un Verstappen, ci sarebbe la stessa opinione? A mio avviso, è necessario ricordarsi che le gare vanno vinte in pista e non nel post gara, con penalità a destra e a manca.

Di certo, in Austria, la Ferrari ha perso l’ennesima occasione per rilanciarsi nell’unico fine settimana in cui la Mercedes non volava come al solito. Ha commesso un grave errore ai box con Vettel (dimenticandosi di prendere tempestivamente le gomme, situazione che è costata il podio al tedesco), e, soprattutto, ha lasciato Leclerc “scoperto” negli ultimi tre giri. Probabilmente contro questa Red Bull e questo Verstappen, su questa pista in Austria, non si poteva fare molto di più, ma la Scuderia ha dimostrato di mancare di leadership e peso politico.

La gara in Austria ha, poi, regalato i primi punti iridati ad Antonio Giovinazzi, decimo ed autore di una gara solida. Chi, invece, continua a temere di perdere il sedile è proprio quel Gasly che in GP2 batté l’italiano nella lotta iridata: il secondo pilota di casa Red Bull è stato doppiato dal proprio compagno di squadra Verstappen ed è arrivato persino dietro a Norris della McLaren (quest’ultimo autentica rivelazione dell’anno, capace di  grandi exploit in qualifica e gare solidissime, che non fanno minimamente rimpiangere un totem come Alonso). Per il francese le prossime quattro gare saranno determinanti per la sua permanenza in un top team, altrimenti verrà sostituito da uno tra Kvyat ed Albon , attuali portacolori Toro Rosso.

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