La Resistenza disegnata – I solchi del destino, tributo agli eroi dimenticati


“Perche chiamare cammini
i solchi del destino?”

Da questo verso del poeta Antonio Machado prende il titolo il potente graphic novel di Paco Roca, pubblicato in Italia da Tunué, con cui si chiude il percorso di Discorsivo sulla resistenza a fumetti. Machado sarà omaggiato dal fumettista spagnolo oltre che nel titolo in una breve scena in cui comparirà, oramai distrutto e sul punto di morire.

Paco Roca, eclettico autore spagnolo, capace di avventurarsi nei generi più disparati, è conosciuto in tutto il mondo per il suo capolavoro Rughe. Rughe racconta la storia di Emilio, impiegato di banca che viene rinchiuso in ospizio per colpa del suo Alzheimer che sta diventando sempre più ingombrante. Da qui parte la storia su due livelli che si mischiano continuamente tra loro, presente e passato che si fondono in una eccezionale rappresentazione della malattia di Emilio.

Anche ne I solchi del destino, è presente una narrazione intrecciata tra presente e passato, ma in modo molto netto, marcato. Nel presente seguiamo Paco, giovane scrittore spagnolo che riesce a rintracciare in un piccolo paesino della Francia Miguel, presunto eroe della resistenza durante la seconda guerra mondiale. E scalfendo la dura scorza dell’ancora resistente Miguel riuscirà a farsi raccontare le vicende che hanno segnato in modo indelebile la vita del patriota spagnolo. 

Per tutta la durata del libro quindi passeremo dal colore, sbiadito del passato, al bianco e nero del presente. Il perché di questo è ben spiegato dall’anziano Miguel che ad un certo punto della storia, parlando con Paco dirà: È strano, non mi ricordo dove ho messo le chiavi, però sono capace di ricordare con precisione quei giorni nel deserto di più di settant’anni fa. 

Tornando indietro nel tempo seguiremo le sue peripezie immersi in una precisione storica davvero lodevole. Si parte dal 28 marzo 1939 siamo sul porto di Alicante. Il mercantile Stanbrook riesce a superare il blocco nazista e caricandosi molto oltre la propria portata riesce a portare in salvo migliaia di persone, braccate dall’esercito fascista di Franco. Roca rende tremendamente l’idea di quello che sia successo, dell’accalcarsi all’inverosimile delle persone sulla nave e della disperazione delle tantissime persone che non riusciranno a salpare, rimanendo preda dell’esercito franchista.

Miguel ne passerà tante, finendo schiavo insieme ai suoi compagni, tra le grinfie della Legione Straniera fino ad unirsi alla Nueve, battaglione che sarà destinato a liberare Parigi nell’agosto del ‘44, sotto il comando del generale francese Leclerc. 

Per tanto tempo si penserà che fossero stati gli americani a liberare la capitale francese, solo in tempi recenti si è arrivato a sapere che il battaglione era composto per la quasi totale interezza da esuli ribelli spagnoli.

“Ad un certo punto abbiamo scoperto che non ci è mai stato permesso di avere accesso a una versione neutrale della storia. Tuttora quella ufficiale è la franchista. E finché la realtà rimane questa, è nostro compito dar voce a un’altra verità.”

Questo è quello che ha dichiarato Roca rispetto al suo lavoro fatto con I solchi del destino, opera davvero fondamentale che restituisce dignità ed il giusto tributo ad un gruppo di eroi ingiustamente dimenticato.

I solchi del destino non è certamente un libro facile ma ho avuto davvero difficoltà a staccarmene per interromperne la lettura. Questo gioiello di Roca andrebbe letto almeno una volta nella vita per rinfrescarci la memoria di quel tempo che fu e che non dovrebbe mai tornare.

Vi lascio quindi con i versi del poeta William Morris, scrittore britannico, che chiudono un’altra splendida opera dedicata alla resistenza spagnola, Terra e Libertà di Ken Loach.

“Unisciti alla battaglia. L’unica che l’uomo non può perdere.
Perchè chiunque cada e muoia sarà l’esempio per quelli che trionferanno.”

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