Glass, Split e Unbreakeable – la trilogia tra psiche e superpoteri


Glass è uscito nelle sale il 17 gennaio 2019, regia di MNight Shyamalan, con Bruce Willis, Samuel L. Jackson, James McAvoy e Sarah Paulson, e conclude la trilogia aperta nel 2000 con Unbreakeable e poi, nel 2016, con Split. I primi due sono disponibili su Netflix, correte a vederli prima di andare al cinema!

Glass Split Unbreakeable

In principio era Bruce Willis, che nel 2000 interpretava un torvo figuro di nome David Dunn, unico sopravvissuto al disastro ferroviario Eastrail #177. Se già l’iniziale doppia non vi suggerisce l’impronta “superhero”, arriverà Samuel L. Jackson a far emergere il lato fumetto della situazione: il suo personaggio, Elijah Price, è affetto da osteogenesi imperfetta – direbbe qualche francese “ha le ossa di vetro” – ed è un grande appassionato di fumetti sui supereroi. La sua passione e la sua condizione fisica trovano il congiungimento nella figura di David, che ha tutti i sintomi di chi è, invece, affetto da una grave forma di invincibilità. Dopo esser sopravvissuto da bambino ad un annegamento in piscina, sembra che David non sia mai stato né malato né ferito, tanto da non riportare nemmeno un graffio durante il deragliamento del vagone passeggeri diretto a Philadelphia oppure a seguito di un grave incidente automobilistico avuto insieme a sua moglie Audrey (interpretata da Robin Wright – allora Penn – che poi è fuggita a costruire un impero alla Casa Bianca).

La trama del film ruota intorno alla realizzazione delle proprie capacità da parte di David, supportato solo da suo figlio Joseph (che sembra il bambino del Sesto Senso e per un attimo mi sono domandata quale sia il pattern con Bruce Willis…stesso regista, oltretutto) e da Elijah. Sono passati 19 anni da quel film – disponibile su Netflix – per cui mi scuserete se anticipo un po’ di cose.

Durante il suo leeeeeeeento viaggio verso la consapevolezza, David scopre di poter avere visioni sui crimini di coloro che riesce a sfiorare e che i suoi poteri possono venire meno solo a contatto con l’acqua (praticamente può morire solo in stile Psycho – ma tutti vogliono che si lavi e nessuno ci ha mai provato), ma scopre anche che tutti i disastri a Philadephia degli ultimi anni erano stati progettati proprio da Elijah, che cercava incessantemente di leggere la frase “miracolosamente illeso”: il personaggio che rappresenta la fragilità sentiva, infatti, il bisogno di un opposto, un invincibile, per potersi collocare nel mondo. E quel posto era, ovviamente, un istituto psichiatrico.

Glass Split Unbreakeable

Nel 2016, il regista Shyamalan (che io continuo a pronunciare così e che è stato stroncato su Discorsivo tempo fa) ha lanciato Split, un thriller molto psycho e poco horror, con James McAvoy nel ruolo di Kevin Wendell Crumb. Ricordatevi bene il nome, vi servirà.

Kevin è affetto da un grave disturbo di personalità multipla. Ha infatti 23 personalità diverse, maschili e femminili, con età e disturbi a sé stanti: una personalità ha il diabete, un’altra ha 9 anni, una soffre di disturbo ossessivo-compulsivo e un’altra ancora ha una perversione per le ragazzine che ballano. Tutte le caratteristiche di ognuna delle personalità è legata ai traumi del corpo ospitante, che vive attraverso queste personalità e rifiuta di emergere per paura del dolore.

Quello che appare nel film pare non essere il primo dei rapimenti, ma, grazie allo spirito di una delle vittime tutta la complessa situazione psicologica di Kevin viene a galla e prende forma. Kevin è un guscio in balia delle sue personalità, che ha utilizzato come schermo a seguito dei maltrattamenti subiti da piccolo ad opera di sua madre. Le 23 personalità hanno ognuna uno spazzolino da denti e dei vestiti diversi, stanno sedute in una stanza finché chi è in comando decide chi può “avere la luce”, ossia venire a galla e prendere il controllo del corpo di Kevin. Alcune di queste personalità hanno addirittura formato un’alleanza, chiamandosi l’Orda (che nome da villain magnifico!), decise a far arrivare una 24esima personalità dalle caratteristiche animalesche e mostruose: la Bestia. La Bestia ha come missione quella di proteggere Kevin, punendo tutti coloro che sono “impuri”, ossia chi non ha mai sofferto. “Only the broken are evolved”.

James McAvoy ha fatto, a mio parere, un lavoro eccellente: ha interpretato contemporaneamente 23/24 personaggi diversi ed era sufficiente uno sguardo per far capire al pubblico la personalità “in luce” in quel momento. Le prigioniere non brillavano per intelligenza e persino la psichiatra di Kevin ha spesso deluso per ingenuità, per cui è facile trovarsi a tifare per l’Orda (anche perché Patricia fa paura, datele quello che vuole basta che se ne vada).

Glass Split Unbreakeable

Split non è stato lanciato come sequel di Unbreakeable, ma il cameo finale a sorpresa di Bruce-David ricollega questa pellicola alla saga per la tragedia del deragliamento Eastrail #177 e anticipa l’uscita di Glass, la resa dei conti tra eroe e anti-eroe, David contro la Bestia e l’Orda, ma soprattutto contro Mr. Glass.

Glass, a mio parere, non regge il confronto di Split ma è abbastanza in linea con Unbreakeable. Mantiene la regia riconoscibile e omogenea tra i tre, le musiche sono sempre all’altezza, i personaggi recitano in maniera convincente (anche se Samuel L. Jackson che non dice motherfucka non è credibile). La trama, tuttavia, rispetto ai primi due episodi lascia lo spettatore a parecchi facepalm e, di conseguenza, a lividi severi sulla fronte. Ma ha effettivamente il ruolo di legare i primi due, coerentemente con il filo rosso di tutta la trilogia: far varcare allo spettatore il confine tra “reale” e “surreale”, tra “umano” e “supereroe”. La sempre-splendida-e-inquietante Sarah Paulson interpreta una psichiatra decisa a curare i nostri eroi e anti-eroi dal loro delirio di onnipotenza, portando tutti nel luogo sopracitato: l’ospedale psichiatrico. Qui Mr.Glass troverà il suo ruolo di burattinaio, tirando le fila dell’intero film – e dandogli il nome. Non vi svelerò la trama, vi posso solo dire che uscirete dal cinema sentendovi anche voi un po’ supereroi!

Glass Split Unbreakeable

Personalmente, ho apprezzato la colonna sonora di James Newton Howard e le tecniche di ripresa (ora voglio vedere spesso il mondo a testa in giù, conterà come superpotere?). Se il primo film era lento e il secondo ansiogeno ed incalzante, in generale Glass è bilanciato e più che sull’azione, ha il focus sulla decostruzione della figura dell’eroe, il collegamento tra i superpoteri, le superdebolezze e gli eventi che hanno segnato la vita di ogni personaggio – la fragilità del villain, la ricerca di un ruolo nel mondo, i traumi passati che plasmano le nostre difese.

E, per l’amor del cielo, date un Oscar a McAvoy. A tutti e 24 i McAvoy.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi