L’India nel caos sociale ed economico


L’India è un paese problematico, degno della Corea del Nord, degli Stati Uniti o dell’Africa. Ultimamente però i giornali sembrano aver un po’ trascurato tutte le complesse dinamiche sociali ed economiche che scuotono il paese, come se fossero ormai diventate la normalità e non siano più degne dell’attenzione internazionale, riservata, invece, a paesi più “sensazionalistici”.

La realtà della violenza in strada, costituita da stupri, molestie e discriminazioni, rimane un substrato pantanoso e maleodorante che rende instabili le fondamenta della società. I casi che coinvolgono star di Hollywood e che scoprono atteggiamenti non solo disdicevoli ma punibili secondo la legge sicuramente fanno più notizia dell’ennesimo cittadino normale, in un paese povero, che si approfitta di una persona, a volte sotto lo sguardo di tutti. La gravità però è la stessa e ugualmente degna di denuncia. Gli ultimi casi recenti riguardano un uomo che ha gettato dell’acido sui genitali della propria moglie dopo che questa si è negata ad un rapporto sessuale, e una misteriosa banda di persone mascherate che addormenta donne per strada per tagliar loro le trecce, scatenando così linciaggi sconsiderati da parte degli uomini alla ricerca del colpevole che ha disonorato queste donne.

Sopra questo substrato viscido e pericoloso, l’aria in questo paese non è meno leggera e pulita, anzi. L’India fa parte, teoricamente, dell’accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni di particelle inquinanti e per la stabilità climatica, ma ciò non sembra verificarsi a livello pratico, e nemmeno essere sulla via dell’implementazione in nessun contesto. Apparentemente, negli ultimi decenni le cose sono peggiorate notevolmente, tanto da fare dell’India il paese più inquinante in assoluto al mondo, anche rispetto alla Cina. La principale ragione è l’incapacità di abbandonare l’utilizzo del carbone, che è il combustibile principale che tiene in moto il settore secondario indiano. L’umidità tipica dell’inverno non aiuta le cose, e fa dell’inquinamento una presenza stagnante e velenosa nelle città.

Come se non bastasse, l’economia ha subito un forte scossone recentemente, che ha portato ad un crollo notevole del PIL del paese. Non ci si sarebbe potuti aspettare niente di diverso, d’altronde, dalla scelta avventata del governo indiano di attuare una politica di demonetizzazione, che ha svalutato completamente l’86% della moneta in circolazione. Inutile dire che l’economia è sull’orlo del baratro, anche perché se l’intento era quello di favorire le transazione online per poter avere un maggiore controllo fiscale su di esse, i beni più ingenti e non registrati non sono in contanti, ma ben nascosti anche a livello informatico.

L’India è quindi più nel caos di quello che la tv ci fa capire e ci mostra. Ma la sua non è davvero una questione da trascurare, né a livello nazionale, né internazionale, per gli effetti che potrebbe avere su scala mondiale il progredire della situazione generale del paese.

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