Populismo, la chiave per capire la modernità


Il populismo è un concetto controverso. Si tratta di una parola che nacque per designare il People’s Party americano nel 1892 che si proponeva di difendere gli interessi dei contadini, senza l’accezione negativa che ora immancabilmente la connota. Tuttavia, rappresenta oggigiorno una tendenza politica diversa, se non generale sicuramente molto comune, che è demonizzata dagli esperti ma la cui importanza per districarsi nell’attualità è fondamentale. Inizialmente era quindi semplicemente un termine che descriveva la volontà di un partito di stare dalla parte del popolo. Poco a poco, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, ha assunto un significato più forte e critico, dal momento in cui si cominciò ad utilizzarla per riferirsi alle correnti politiche estremiste del tempo, in particolare fascismo e comunismo.

È importante capire quali atteggiamenti questa parola descrive per contestualizzare da un punto di vista teorico e non solo fattuale la politica del nostro tempo. Infatti, anche per chi si informa molto, esiste il rischio di soffermarsi solo sugli eventi che fanno notizia, su ciò che accade, senza dare a questi una cornice più ampia che permetta di trovare connessioni fra le mosse politiche di vari governi nazionali e di riconoscere con sguardo lucido gli obbiettivi un po’ più dissimulati di personaggi politici come Trump in America (contro gli immigrati) o anche come Paolo Iglesias in Spagna (contro le istituzioni ed il sistema).

La definizione ufficiale di populismo è un’ideologia che cerca di mobilitare il popolo (solitamente la classe medio-bassa) contro un’istituzione o un governo, accusandoli di essere corrotti e di non ascoltare le esigenze delle persone. In pratica, il populismo è una forma sottile di persuasione delle masse che si basa sulla capacità di creare un’immagine negativa di una forza avversaria o scomoda, di renderla un nemico da combattere. Per quanto questo trovare un nemico comune per rafforzare la coesione di un gruppo o adescare sostenitori possa sembrare una tecnica da quattro soldi, ha funzionato tanto da portare Trump a istallarsi nella Casa Bianca.

Perché il populismo è pericoloso?

Il populismo sembra una tendenza ingenua, banale, impossibile da appoggiare, soprattutto quando assume i tratti della xenofobia, risvegliata dalle ondate recenti d’immigrazione verso l’Europa occidentale. Ma è tutt’altro che ingenua e banale. Infatti, il meccanismo che ad esempio una politica xenofoba può far scattare nella popolazione è l’accettare di vedere minacciati i diritti di tutti a costo di limitare i diritti di rifugiati o immigranti, che diventano il nemico comune, quegli “altri” che godono di privilegi che non gli spettano. Questo perché si crede che sia possibile un’applicazione selettiva dei diritti, ma non lo è. Perciò, quello che sanno fare i populisti è rendere a poco a poco i diritti un ostacolo alla volontà della maggioranza di combattere un nemico.

Come già detto in precedenza, il populismo è davvero comune e sono pochi i politici che si difendono con vigore da questa tendenza, come per esempio il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro canadese Justin Trudeau.

C’è un altro fattore che ha portato il populismo ad acquistare potere è stato il venire a meno del bipartitismo in nome della ricerca del compromesso politico ad ogni costo. Senza una destra ed una sinistra ben delineate, non esiste una vera possibilità di scegliere fra delle alternative. Si viene a creare una democrazia di comodo e di facciata, dove il consenso deve sempre e per forza trovarsi solo al centro. Tuttavia, la necessità di avere delle categorie fra cui scegliere porta alla “moralizzazione della politica”, e alla creazione di nuove categorie che non siano destra e sinistra, ma che risultano essere “buono” o “cattivo”, o “giusto” e “sbagliato”. Troppo semplificanti, troppo ingenue, troppo pericolose. Queste sono le categorie da cui bisogna guardarsi nel muoversi in questa epoca per non cadere vittime del populismo.

Per concludere, questa tendenza politica non è innocua. Bisogna saperla riconoscere per sapersi difendere e portare avanti una visione più complessa del mondo, e più inclusiva, che non vada a ledere non solo i diritti degli immigranti o altre minorie, ma quelli di tutti.

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