Recensione – Star Trek Beyond


Star Trek Beyond. Un film di Justin Lin con Chris Pine, Zachary Quinto, Karl Urban, Simon Pegg, Zoe Saldana, John Cho, Anton Yelchin, Idris Elba e Sofia Boutella.

Il banner di Star Trek Beyond con tutti i protagonisti del film

“Preferisco morire per salvare delle vite, che vivere sapendo di averle portate vie”

(James T. Kirk)

 

Il terzo capitolo della nuova trilogia di Star Trek era iniziato nel caos più totale. Dopo che J.J. Abrahams aveva abbandonato il ruolo da regista restando solo nelle veci di produttore per passare all’altro grandissimo franchise di fantascienza, Star Wars, il ruolo sarebbe dovuto passare a Roberto Orci che aveva già curato la sceneggiatura dei primi due film ma che, tuttavia, si era ritrovato il copione stracciato e i ruoli di regista e sceneggiatore affidati nelle mani di Justin “Fast & Furious” Lin e Simon Pegg, lasciando molti dei fan preoccupati per le sorti dell’Enterprise. Preoccupazione aumentata quando Lin ha dichiarato, lo scorso Aprile, che  con il suo Star Trek Beyond avrebbe smantellato l’intero franchise di Star Trek, che celebra il suo 50° anniversario proprio quest’anno.

Simon Pegg e Justin Lin a capo di Star Trek BeyondInvece, Justin Lin è riuscito a conciliare perfettamente il proprio stile con quello che era Star Trek. Non che non ci metta del suo, soprattutto in fatto di musica “classica” (che però ricorderete già dalla scena di presentazione del piccolo Kirk nel film del 2009) e motociclette, sarebbe stato sciocco pensarlo, ma il timore di assurdi inseguimenti su navi spaziali guidate come fossero Nissan Skyline o Toyota Supra è stato evitato e, anzi, Lin è riuscito a dare il ritmo a una narrazione che, più che nell’azione, si è concentrata nelle relazioni tra i protagonisti dell’Enterprise. Se la trama non rischia quasi nulla di originale, seguendo una narrazione sicura, Lin e Pegg separano l’equipaggio dividendolo in coppie non scontate che esplorano il loro potenziale e andando così a risolvere una delle critiche fatte dai Trekkers a J.J. Abrahams, ovvero di aver stravolto gli equilibri principali di Star Trek che, invece di raccontare la storia di tre uomini (Kirk, Spock e Bones), si è concentrato esclusivamente sul capitano e sull’ufficiale vulcaniano.

Se difficile è stato il percorso della sceneggiatura, altrettanto lo è stato quello degli attori, non tutti convinti di voler tornare a vestire i panni dell’equipaggio dell’Enterprise senza un aumento del compenso. In particolare Karl Urban, che nei primi due film aveva visto il personaggio del Dr McCoy ben caratterizzato ma comunque relegato sullo sfondo, ha accettato solo dopo una chiacchierata con Lin, che gli ha assicurato che avrebbe svolto un ruolo molto più principale in Star Trek Beyond.

Star Trek Beyond: Bones, Kirk e SpockIl terzo film della Kelvin timeline (la nuova time line creata con il primo Star Trek del 2009 in cui, a causa del romulano Nemo, si assiste a uno stravolgimento della storia originale), mostra un ritorno alle origini, abbandonando i toni eccessivamente seri e cupi soprattutto del secondo film e tornando al modello episodico e ricco di autoironia che caratterizzava la serie di Gene Roddenberry. In questo bisogna dare il merito all’ottima prova di Pegg (che dimostra tutto il suo animo nerd e il suo affetto per Star Trek) e Jung nella  scrittura della sceneggiatura che riescono ad alternare momenti comici a dialoghi profondi che, tuttavia, non avrebbero reso così tanto se non fossero stati accompagnati dalle espressioni e dalla mimica di un cast che, finalmente, dà davvero prova di essere stato una buona scelta fin dall’inizio.

La pecca maggiore di Star Trek Beyond è, forse, la caratterizzazione del cattivo di turno, Krall, interpretato da un irriconoscibile Idris Elba, che motiva il suo odio verso la federazione, ancora una volta, in motivazioni personali. Sarebbe interessante, per una volta, cercare di rappresentare i limiti oggettivi della Federazione invece di opporle personaggi guidati da rancori personali ed errati. Certo è che Idris Elba ha preso il suo ruolo molto sul serio, al punto che ha tirato un cazzotto troppo forte a Chris Pine, che mostra un bel (e vero) occhio nero alla fine del film.Le due new entry di Star Trek Beyond: Taylah e KrallOttima, invece, la caratterizzazione dell’aliena Jaylah, che aggiunge un altro personaggio femminile forte e deciso (e ci fa dimenticare la dottoressa Carol Marcus di Star Trek Into Darkness, messa lì solo per spogliarsi al momento giusto). Una curiosità? Per gran parte del tempo in cui hanno costruito il film, Simon Pegg e gli altri hanno chiamato Jaylah (impersonato da una bellissima Sofia Boutella che avevamo già visto in Kingsmen), Jay Law. Il suo personaggio, infatti, è stato pensato prendendo spunto da Ree Dolly, il personaggio a cui Jennifer Lawrence aveva dato il volto in Un gelido Inverno. Non sapendo che nome darle hanno passato molto tempo a chiamarla “Il personaggio di Jay Law in Un gelido inverno” e, da lì, il passo a Jaylah è stato rapido.

locandine a confronto: Star Trek Beyond e Star Trek: The motion PicturesIl ritorno alle origini, che parte già col la locandina a tiratura limitata, che richiama quella del film Star Trek: The motion Pictures del 1979, si riscontra anche nella rappresentazione di tematiche attuali. Dopo aver, in piena guerra fredda, portato un personaggio russo a bordo della nave (il compianto Anton Yelchin, che è un pugno allo stomaco vedere sorridere e scherzare durante il film e che, a quanto dichiarato da Abrahams non verrà sostituito nel prossimo film), e aver mostrato il primo bacio interraziale, è, finalmente, la volta del primo personaggio omosessuale con un marito e una figlia, rappresentato da Sulu, in omaggio a George Takei che gli aveva dato il volto nella serie classica. A dispetto delle aspettative, purtroppo, Takei non era stato felice della scelta, perché Sulu era sempre stato etero nell’immaginario comune e avrebbe preferito che inserissero un personaggio nuovo. C’è da dire, però, che il modo in cui è stato mostrato è stato perfetto nella sua semplicità. Come ha dichiarato lo stesso John Choamo che sia stato mostrato in modo molto casuale, senza farlo uscire allo scoperto di colpo, perché non ce n’era bisogno, perché è così che si spera sarà nel futuro“.

una gif di leonard Nimoy per ricordare iil suo SpockUn’ottima prova, dunque, quella di Star Trek Beyond, che potrebbe davvero piacere sia agli affezionati sia a chi si affaccia a questo mondo per la prima volta, pieno di richiami alla serie classica ma sempre inseriti nel contesto e mai autocelebrativi. E da spezzare il cuore il tributo a Leonard Nimoy, mancato prima dell’inizio delle riprese e la dedica a lui e a Anton Yelchin, mancato poco tempo fa in uno stupidissimo incidente all’età di 27 anni.

Una gif presa dal dietro le quinte di Star Trek Beyond con Sulu e Chekov

CI E’ PIACIUTO: il ritorno alle origini nel tono e nella struttura. L’alternanza tra scene azione a momenti di intimità tra i personaggi dell’Enterprise.

NON CI E’ PIACIUTO: Krall, che poteva essere meglio caratterizzato.

SE VI E’ PIACIUTO: Netflix sta realizzando una nuova serie tv su Star Trek, con nuovi equipaggi, nuovi viaggi e nuovi nemici. Da fine anno, inoltre, renderà disponibili tutti gli episodi e i film della serie classica. Da non perdere!

PER APPROFONDIRE: Se siete appassionati di scienza non potete non leggere un vecchio saggio che prova a vedere cosa c’è di scientificamente realizzabile in Star Trek ,”La fisica di Star Trek“.

UNA CURIOSITÀ: La stazione spaziale Yorktown ha forse fatto suonare un campanello d’allarme ai Trekkers. Yorktown era infatti il nome che era stato scelto inizialmente per l’Enterprise.

Vi lasciamo con il trailer di Star Trek Beyond.

 

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