Recensione: The Abominable Bride


Recensione: The Abominable BrideAvete visto The Abominable Bride? Noi sì, e abbiamo scoperto quanto recensirlo senza incorrere in spoiler possa essere complicato. Dopo ore al pc, pile di appunti stracciati e tante, tantissime sigarette ci siamo arresi: non è un’operazione che si possa fare da soli. Per questo, stavolta a parlarne saremo in due: Marco Frongia e Lucia Pugliese.

Marco:
Andiamo con ordine. Abbiamo recensito la prima puntata di Sherlock un anno e mezzo fa. All’epoca lodammo l’aderenza dei personaggi alle loro controparti letterarie. Con il tempo, la serie ha preso una strada tutta sua, introducendo anche alcuni stravolgimenti. L’ha fatto in modo graduale, e anche i fan più irriducibili di Conan Doyle si sono trovati ad accettarli.

Lucia:
Sì, hanno introdotto dei cambiamenti sostanziali. Ad esempio Mary Watson, i genitori di Sherlock e anche la figura di Moriarty.

…che da subdolo professore di matematica diventa praticamente il Joker di Batman.

L’idea dello speciale “ vittoriano” aveva fatto pensare ad una maggiore aderenza alla storia originale, ma è stato così solo a tratti.

Lo vediamo già dalle interpretazioni dei due protagonisti: Benedict Cumberbatch e Martin Freeman ci regalano due personaggi molto più in linea con quelli dei romanzi.

Sì, il personaggio di John Watson è pomposo e un po’ vanaglorioso come nei libri. E i baffi meritavano.Recensione: the Abominable Bride

Soprattutto, ci permettono di apprezzare maggiormente il lavoro fatto nelle tre stagioni precedenti su Holmes e Watson: vediamo chiaramente quali tratti sono stati mantenuti fedeli all’originale e quali adattati ai nostri tempi. Uno Sherlock algido come quello dello speciale regge in un’ambientazione vittoriana; nel 2016, sembrerebbe forzato. Però mi aspettavo potesse essere qualcosa di godibile anche per chi non conoscesse minimamente la serie. E in parte lo è, però ci tiene molto a mantenere comunque una sua identità.

A partire dal preview che non introduce alla serie, ma è un mero ripetersi di flashback per i fan più nostalgici. Sai che ti dico? Alla fine questo The Abominable Bride mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.

A me è piaciuto molto, però forse avrei preferito uno stand alone. Insomma, una storia che si reggesse totalmente per gli affari suoi. In parte è già così: il caso dell’abominevole sposa si chiude, ha senso. In mezzo, però, ci sono tante, tante cose totalmente incomprensibili per chi non sia in pari con la serie.

Appunto. Non mi è piaciuta la via di mezzo: o si fa una storia a parte oppure la trama deve progredire in qualche modo. Per come è stato costruito questo speciale, lo spettatore viene dapprima confuso, poi rimane in sospeso fino all’ultimo… e alla fine non scopre nulla. Neanche un’indagine di Anderson va così male.

Sintetizzando: diamo un giudizio al volo per chi ci ha letto fin qui. Poi, spoiler a valanga. In sostanza, ci è piaciuto, questo L’abominevole sposa?

Non abbastanza. Lo consiglierei ai fan giusto per sfizio e per farsi una risata.

Per me invece è promosso (quasi) a pieni voti: si vede quanto sia ragionato. Ogni cosa è voluta, anche quelle inconcludenti. Perché sai che avranno un senso, alla fine. E poi gioca costantemente con lo spettatore, lo prende in giro e gli fa venire voglia di vedere la prossima stagione.

Non saprei, dopo l’attesa potevano darci qualcosa di più. Passiamo agli spoiler?

Direi di sì. Se chi ci legge non ha visto lo speciale, si fermi qui. E se lo vada a vedere, per cortesia.

Recensione: The Abominable Bride

Lucia:
Ho da dire una cosa sola: Mycroft ciccione! Solo quello vale la visione: 
fat-mycroft

Marco:
Decisamente! Nei libri, lo immaginavo proprio così: Aldo Fabrizi al servizio segreto di Sua Maestà. Gli omaggi all’originale comunque non mancano: i cinque semi d’arancio, per esempio, in riferimento ai codici delle società segrete d’America (nei libri, era il Ku Klux Klan) o il fatto che citino l’avventura del carbonchio azzurro. Tutte cose che facevano pensare a una voglia di mostrare uno Sherlock Holmes in linea con il classico. Ma poi arriva Moriarty…

…che rimane sempre una specie di Joker. Sai cosa stona un po’ secondo me? Il femminismo di maniera. Cos’è, volevano cavalcare l’onda di Suffragette? O la produzione (Moffat) ha qualcosa di cui deve fare ammenda rispetto al trattamento del genere femminile nei propri show?

Certo che qualcuno deve fare ammenda! Però è Sherlock stesso: non è un caso se alcune delle colpevoli sono le donne da lui ferite nel corso della serie. Nel suo palazzo mentale, insomma, dimostra di capire di aver sbagliato con loro, e quanto la loro spiccata femminilità si contrapponga al suo gretto materialismo maschilista, come direbbe un noto pensatore lombardo.

Lucia:
Però la Molly vittoriana mi è piaciuta più di quella contemporanea, devo ammetterlo.

Marco:
Ma parliamo del momento in cui quel Mycroft bisognoso di dieta e costante esercizio fisico si riferisce alla mente di Sherlock come a un “hard drive”. Il disco rigido dei computer, insomma. Un concetto vagamente anacronistico.

È stato a quel punto che ho capito che si trattava di un sogno o qualcosa di simile. Spero comunque che nella nuova stagione si indaghi un po’ il rapporto tra i due fratelli Holmes. Hai notato il “Redbeard”?

Credo che sotto quell’appunto sul taccuino ci fosse scritto anche: “Se ne riparla comunque nella prossima stagione. Forse. Intanto, attaccatevi al tram”. Ma dovrei riguardarlo.

Giusto perché l’aspettativa era già poco alta. A questo punto devono fare un buon lavoro. E per carità: basta scritte che girano ed effetti speciali di terza categoria. Sui baffi, invece, possiamo riparlarne.

Ora però aspetto la risposta di Elementary.

Metteranno i baffi a Lucy Liu?

Penso lo ambienteranno nello spazio.

Sherlock su Marte! Watson sarà un robottino!

Spero lo facciano sul serio.

Di questi tempi..

E poi avrebbero un Mycroft già bello e pronto.

Jabba_the_Hutt

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