Chitarristi Italiani: le sei corde del Bel Paese


Bentornati cari lettori. Nel numero di questo mese ho deciso di non parlare di musicisti della scena internazionale, bensì di tutto ciò che può offrire la nostra nazione a livello di chitarristi, in senso generale.
Secondo il mio punto di vista, chi dice che “l’Italia non è un paese di musicisti, ma di cantautori ” non ha forse un quadro chiaro generale di quella che è la realtà: oggi parlerò di una serie di chitarristi che per me hanno dato valore e spicco alla musica italiana, con un proprio stile, riconoscibile ed unico, ognuno nel proprio genere di riferimento. A prescindere dai gusti musicali che possono non piacere, vediamo di fare un punto della situazione sull’importanza dei chitarristi del nostro Bel Paese.
Se pensiamo a molte band italiane, il suono della chitarra è fondamentale, contribuisce a dare quel sapore e quel carattere tipico che da loro un’identità precisa. Pensiamo a band più in voga come Ligabue, Vasco Rossi, PFM, Pooh, Elio e le storie Tese, ma anche Negrita, Verdena, Area, gruppi più di nicchia come Bud Spencer Blues Explosion, Marlene Kuntz: ognuno di loro ha una pasta sonora che li contraddistingue e, senza il supporto di un valido chitarrista, il sound di queste band perde la propria essenza.
Oltre alle band però, occorre citare anche alcuni dei nostri cantautori che sono, peraltro, ottimi chitarristi: il recentemente scomparso Pino Daniele, Alex Britti, Ivan Graziani (al quale abbiamo dedicato il nome di questa rubrica).
Qui di seguito analizzeremo nel dettaglio alcuni dei chitarristi Italiani più famosi, per carpire e studiare l’essenza dello stile musicale di ognuno: partiamo proprio dai cantautori.

PINO DANIELE: E’ famoso in tutto il mondo per aver fuso la tradizione napoletana con il Jazz ed il Blues, da lui stesso denominato “tarumbò”, a indicare la mescolanza di tarantella con i due generi musicali sopracitati, assunti come emblema delle rispettive culture di appartenenza.
Lo stile di Pino si è evoluto nel tempo ed ha preso carattere tutto nuovo; All’inizio il suo orientamento era più Jazz che può ricordare George Benson, chitarre perlopiù Gibson Les Paul, stile musicale nel complesso più virtuoso. Passato poi alla Stratocaster (Fender e Suhr), il suo stile ha introdotto anche l’uso della leva del vibrato, meno virtuosismi, ma più intensità e spessore emotivo.
Ricordiamo che ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti nel mondo come Eric Clapton in primis, Richie Havens, Chick Corea, Pat Metheny, oltre che a tantissimi artisti e cantautori italiani come De Gregori, Zucchero, Al di Meola ecc ecc.
ALEX BRITTI: Anche lui grandissimo Bluesman e Jazzista. Molti dei suoi pezzi (quelli in studio) si interfacciano con il pop italiano, cantautorato, di semplice ascolto se vogliamo. Dal vivo Britti esprime il suo vero talento, i suoi stili musicali di rifermento, che sentiamo solo in parte nei dischi; preferendo la chitarra acustica all’elettrica, Alex con questa riesce a creare atmosfere piene e varie con il semplice uso delle dita alternate con il plettro, con tecniche particolari per lo strumento che suona, quale slap (usato dai bassisti), corde stoppate ed a vuoto dal sapore tipicamente blues (vedi Stevie Ray Vaughan). Alcune delle sue chitarre acustiche hanno montato un pickup da elettrica per sonorità particolari, alle quali abbina anche Overdrive ed effetti. Anche da solo, armato della sua chitarra e della sua pedaliera con Loop Station, Alex è a suo agio, suonando e cantando con una semplicità degna di un vero talento. Autodidatta, inzia la sua carriere come chitarrista elettrico e Bluesman, per poi passare in un secondo momento ad un territorio più acustico, ma sempre di spessore. Le sue chitarre che vanno da Gibson j45 a Martin OM 28 per citarne alcune. Anche Britti ha collaborato con artisti di fama internazionale come BB King, Buddy Miles e Billy Preston. Un buon video dove Alex ci mostra il suo stile ed il suo modo di suonare lo trovate in questo link.
IVAN GRAZIANI: Di lui ne abbiamo parlato nel primissimo numero di Discorsivo, per cui non mi dilungherò molto. Come Pino Daniele, anche Ivan mischia la sua tradizione con generi più Americani ed Inglesi come il Blues ed il Rock n Roll; Il suo stile musicale è influenzato da artisti come BB King, Beatles e gli Shadows.
Altre info sull’artista le potete trovare cliccando qui.

Veniamo ora al mondo delle Band. Sebbene le figure di spicco risultano per la maggior parte i cantanti, in certi casi non si può dire che siano unici se non sostenuti da ottimi musicisti.
Citando i cantautori/gruppi più famosi, Ligabue e Vasco Rossi hanno avuto sempre dei musicisti al top, in grado di dare spicco e originalità alle canzoni. Dalla parte di Ligabue certo il più celebre rimane Federico Poggipollini, chitarrista (e cantautore) di stampo Blues e Rock, non eccessivamente virtuoso, ma in grado di dare impatto e soprattutto carattere, con i suoi riff ed i suoi arrangiamenti sempre riconoscibili.
Dalla parte di Vasco abbiamo Maurizio Solieri, ora non più nella band, che ha saputo anche lui dare un impronta forte e tipicamente Rock, che strizza l’occhio ai gruppi del genere più famosi come Led Zeppelin ed Hendrix. Ha fatto parte della Steve Rogers Band (altro gruppo rock italiano) che orbitava attorno la città di Bologna, con il quale suonò per diversi anni.
Parlando di gruppi più particolari citiamo La PFM (o Premiata Forneria Marconi) e gli Elio e le Storie Tese. Generi molto diversi e culture musicali differenti, ma non troppo. Franco Mussida (a destra) ovvero il chitarrista, cantante e compositore della PFM è appassionato da tantissimi generi musicali, che mette insieme sapientemente in salsa Progressive Rock assieme alla band. Mussida ha fondato nell’84 il CPM (Centro Professione Musica) ed ha tutt’ora una propria casa discografica, la Mussida Music Publishing. Suoi sono i pezzi più celebri della band come Impressioni di Settembre e La Carrozza di Hans.
Cesareo (qui a fianco), il chitarrista di Elio, è anche lui un chitarrista molto aperto ed attento a più generi musicali: la band del quale fa parte è anch’essa di stampo Progressive e propone mescolanze di generi a volte molto distanti fra loro. Cesareo ha una grande padronanza dello strumento, una cultura musicale di spessore ed è uno dei chitarristi italiani più completi dal punto di vista tecnico. Il chitarrista in questione ha una chitarra Signature, fatta apposta per lui e prodotta dall’Ibanez: l’ultimo modello uscito è la RGH57-ZB.

Una band storica che è in attività da più di 40 anni sono i Pooh: Composta da musicisti di alto livello, la band non ha mai smesso di suonare, ed a parte brevi periodi è sempre rimasta in attività. Dodi Battaglia, il chitarrista, nonché uno dei primi compositori, è anche cantautore; dotato di un ottimo gusto musicale e tecnica chitarristica completa, i suoi arrangiamenti sono sempre efficaci, i suoi assoli mai banali e fini a loro stessi. Riconosciuto come uno dei migliori chitarristi a livello europeo, la Fender ha fatto per lui una Signature, ovvero una Stratocaster su sue specifiche, ribattezzata la Dodicaster. Dodi ha suonato con diverse chitarre, ma preferisce le Fender Stratocaster (anche di marca Suhr); come amplificatori invece suona sia in studio che in live con testate e cassa Marshall e Mesa Boogie.

Oltre ai chitarristi che fanno parte di band non scordiamoci dei grandi turnisti che abbiamo: Luca Colombo, che oltre a collaborare con diversi artisti è anche primo chitarrista del festival di Sanremo. Massimo Varini, ovvero la sei corde di Nek e Biagio Antonacci in primis, è un eccellente didatta: degni di nota i suoi corsi sia cartacei che online per apprendere e conoscere la chitarra, sia elettrica che acustica, in tutte le sue sfaccettature. Varini è anche una delle menti dietro alla nuova produzione Eko, che ha lanciato una linea di chitarre acustiche ed elettriche per tutte le fasce economiche, arrivando a livelli professionali.
Purtroppo in questo articolo non sono riuscito ad affrontare tutti i chitarristi di cui mi sarebbe piaciuto dire qualche parola; l’italia è piena di talenti, il mio consiglio è cercare ed informarsi, appassionarsi anche alla scena di musicisti italiana, sia in ambito pop che rock, blues ed indie. Non sottovalutiamoci quando parliamo di qualità e musica internazionale: l’Italia è (e può essere sempre) in prima linea. Vi lascio con tre video di artisti che sanno il fatto loro.
Al prossimo numero!

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