Chuck Berry: Le origini del Rock ‘n’ Roll


Chissà cosa sarebbe successo se Muddy Waters non avesse spronato l’allora giovane Chuck Berry a presentare la demo del suo pezzo Maybelline? Una delle più grandi influenze musicali del rock, che ha plasmato milioni di chitarristi, forse non ci sarebbe stata, e probabilmente quel nuovo stile che mescolava country music, blues e swing (noto ora come Rock ‘n’ Roll), non esisterebbe. Noi non sapremo mai cosa sarebbe potuto accadere, ma di certo sappiamo che, ancora oggi, Chuck Berry è uno dei capostipiti, innovatori e inventori del primissimo Rock ‘n’ Roll. Nel corso di tutti gli articoli abbiamo visto che questo artista è stato studiato a lungo ed ha saputo ispirare generazioni intere di musicisti e ascoltatori di musica. Sebbene tutti considerino Elvis Presley il Re del Rock ‘n’ Roll, Chuck può essere considerato tranquillamente il padrino di questo genere, che ha saputo per la prima volta mischiare generi diversi ed aver creato un modo tutto nuovo di approccio alla chitarra elettrica.
Vediamo ora in che modo Chuck ha cambiato la storia della nostra sei corde.

GLI INIZI E LE PRINCIPALI FONTI DI ISPIRAZIONE: Chuck decise di imparare a suonare la chitarra quando frequentava il liceo. A quel tempo, la sua musica preferita era il boogie woogie, il blues e lo swing. Lo stile che sviluppò più tardi quando registrava per la Chess Records difatti, e’ in gran parte un insieme di questi stili. Uno dei suoi primi libri educativi fu “Guitar Book Of Chords” di Nick Manoloff. Più tardi, studiò teoria musicale e armonia alla Ludwig’s Music di St Louis.
Fu influenzato da diversi chitarristi blues, quali Muddy Waters (il suo mentore), Elmore James e Tampa Red. Gli piacevano anche gli stili rhytm-and-blues di T-Bone Walker, Lonnie Johnson e Carl Hogan con i Tympany Five di Louis Jordan, cosi’ come la musica jazz di Charlie Christian e Django Reinhardt. Berry fu influenzato anche dai suonatori di sassofono, tra i quali citiamo Illinois Jacquet.
Il materiale con il quale suonava nei locali e nei suoi primi ingaggi, andava dal blues al pop fino al country, la cui influenza fu molto evidente nel primo singolo di Berry, Maybellene, cosi come in molte altre canzoni dove suonava la pedalsteel.

STILE MUSICALE E TECNICA CHITARRISTICA: Sebbene una volta Chuck Berry abbia detto di non riconoscere alcun stile suo proprio, la maggior parte degli storici musicali e non, ritengono che il suo modo di suonare la chitarra fu uno dei fattori più importanti nella definizione del suono della prima musica “rock”.
La musica di Chuck abbraccia molti stili tra cui il blues, lo swing , il jazz e il calypso, riuscendo ad avere in ogni caso una forte personalità. L’aspetto più importante da segnalare dello stile di Berry e’ la sua ricercatezza ritmica. La maggior parte dei suoi ritmi sono sincopati e si basano su schemi di boogie-woogie che si diffusero agli inizi degli anni 50. Berry fa notare che questo fu un risultato delle sue influenze swing.
Molti dei suoi ritmi sono un incrocio tra 4/4 di tempo, note ad ottavo, downstroke shuffles e un aria rock ad ordinata nota ad ottavo. Ama cambiare gli accenti degli shuffles per evidenziare maggiormente lo swing. Un’altro tratto comune dei ritmi di Berry è uno schema di basso root to fifth (dalla nota forndamentale al quinto), che ricorda la musica country degli inizi.
Le canzoni di Berry iniziano spesso con un lick di introduzione, un breve assolo, o un effetto sonoro inventivo, come per esempio l’uso di un accordo aumentato per imitare la campanella di scuola in “School Days” oppure il quarto intervallo che egli suona in Maybellene per imitare il clacson di una macchina. I suoi assoli fanno ampio uso di double-stop e note tirate. Uno dei suoi lick piu’ comuni, in cui una nota e’tenuta di una battuta intera , seguita dalla stessa nota suonata sulla corda adiacente, e’ simile al lick che suonava spesso T-Bone Walker.
Molte delle prime composizioni di Berry furono influenzate dal blues, come per esempio “No Money Down”, che ricorda Hoochie Coochie Man di Muddy Waters. Ben presto, pero’, il suo modo di procedere con gli accordi deviarono leggermente dalle progressioni blues ed iniziarono a mostrare elementi delle variazioni stilistiche emergenti di Berry. Forse per il fatto che Chuck suona spesso con dei pianisti ( e’ stato notevolmente influenzato dal suo pianista, Johnnie Johnson), molte delle sue canzoni sono suonate in chiave di Sib e Mib, mentre la maggior parte dei chitarristi preferisce suonare in La o Mi. Poiche’ Chuck usa soprattutto accordi a barrè e schemi pentatonici a box patterns non si affida cosi tanto alle corde aperte.

TECNICA: Per comprendere pienamente il modo di suonare ritmato di Berry, un chitarrista dovrebbe concentrarsi tanto sulla tecnica a mano destra che sulla tecnica a diteggio a mano sinistra. Per ottenere un suono staccato, Berry usa una combinazione di sordina a mano destra (soffermando la parte finale del palmo sul bridge della chitarra), e di downstrokes. Per i ritmi piu’ veloci, come per esempio nell’introduzione a School Days, utilizza una combinazione di battute inferiori e superiori. Chuck tiene il suo plettro piatto tra il pollice della mano sinistra e il suo dito indice, pizzicando proprio nella zona sovrastante il pickup del ponte.
La tecnica ritmica a mano sinistra di Berry fa ampio uso di fermate doppie (prendendo il più delle volte terze e quarte dell’accordo base) ed accordi a barrè. Spesso usa il dito indice della mano sinistra per suonare schemi di basso alternanti, sulle corde inferiori. Questi schemi di basso sono divenuti una segnatura dello stile ritmico di Berry. In aggiunta alle note di curvatura, Berry usa liberamente slides e legature. Molte delle sue canzoni e dei suoi assoli iniziano con uno schema a stop doppi discendenti, dove Barry lega gli accordi verso il basso, man mano che si muove verso quello seguente. Tende anche a piegare e a rilasciare le note lentamente diverse volte dopo averle pizzicate , facendole risuonare piu’ come due note separate che come un vibrato. Un’altra sua tecnica preferita consiste nell’utilizzare hammer-on e pull-off in maniera parsimoniosa per accentuare e mettere in evidenza o anticipare un accordo.

CHITARRE: La prima chitarra di Berry fu una chitarra elettrica Kay che gli fu venduta per 30 $ da Joe Sherman, un suonatore di R&B a St. Louis. Anteriormente alla sua prima sessione di registrazione per la Chess, Chuck aveva acquistato a St Louis, da Ludwig’s Music, una chitarra elettrica archtop Gibson ES-350T Blonde (anche qui a sinistra) avente 2 pickups P-90. Questa e’la chitarra con la quale le prime foto promozionali lo raffigurano maggiormente ed e’ anche la chitarra che egli uso’ per gran parte delle sue leggendarie registrazioni nella meta’ degli anni 50. Durante il 1957, non si sa precisamente quando, egli acquisto’ una chitarra simile alla ES-350T, ma questa con due humbucker invece che pickups a bobine singole come i P90. Berry si ricorda di aver usato questa chitarra per la maggior parte dei successi che registro’ duranti i tardi anni 50.
Negli anni 60, Chuck inizio’ a suonare con una chitarra elettrica semi-hollow Gibson ES-355, equipaggiata di due Humbucker e Vibrola. Poiche’le spalle mancanti doppie della ES-355 permettono un accesso migliore ai tasti alti rispetto alle sue prime Gibson, la 335 è il modello di Gibson che Chuck preferisce ancora oggi. Possiede, inoltre, anche una Gibson Lucille privo di f-holes , basato sul modello usato da B.B.King.
Per un breve periodo a meta’ degli anni 50, quando Chuck suonava al Cosmopolitan Club di St. Louis, uso’ una Gibson Les Paul Custom nera. Questa fu una delle pochissime volte che Berry suono’ una chitarra solidbody.
Nei suoi numerosi primi singoli, come “Blues For Hawaians”, “Deep Feeling”, e “Low Feeeling”, Berry suono’una pedal steel Gibson Electraharp della fine degli anni 30.

AMPLIFICATORI E PEDALI: Uno dei primi amplificatori di Berry fu un modello Epiphone in un cabinet di legno con la scritta senza la “E” sulla griglia dello speaker. Ben poco si sa riguardo gli amplificatori di cui Berry si servi’ per le sue prime registrazioni però sappiamo che tra gli anni 50 e 60 si servì di amplificatori come Fender Bassman, Twin Reverb e Fender Dual Showman Reverb (qui a sinistra), amplificatore che continua ad usare ancora oggi.

Una volta in scena, si collega all’ampflificatore, la maggior parte delle volte con nessun altro effetto se non il reverb dell’amplificatore.“Una volta, ho provato ad usare il wah-wah” – fa notare- ” Ci sono inciampato sopra…lasciamolo perdere”.
Che dire di più? Ascoltiamo uno dei primissimi e più famosi ideatori della Rock ‘n’ Roll Music! Alla prossima!

https://www.youtube.com/watch?v=-2CdjOX8kas

https://www.youtube.com/watch?v=48O0Fg6l3ds

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