Stroncature – Dracula 3D


Dracula 3DDracula 3D

di Dario Argento, con Thomas Kretschmann, Asia Argento, Rutger Hauer, Marta Gastini, Miriam Giovanelli

Transilvania, 1893.

Tra le strette vie del villaggio ai piedi di un antico maniero, calano le tenebre. Sempre più insistentemente, nel susseguirsi degli orrori e del sangue che macchiano lo schermo, una domanda si fa strada nella mente dello spettatore: “Perché diavolo Dario Argento si ostina a girare film?!”.

Dopo circa quindici anni di tentativi falliti, infatti, sembra ormai chiaro come il regista romano abbia definitivamente perso la sua vena creativa: Dracula 3D non solo non regge il confronto con Profondo rosso o con Suspiria, ma risulta qualitativamente inferiore persino ad un qualsiasi episodio de I Cesaroni.

Il film è un minestrone di recitazione approssimativa, dialoghi insipidi e musiche inadeguate; la fotografia delle scene notturne – una volta, marchio di fabbrica di Dario Argento – è talmente luminosa da sembrare realizzata puntando sugli attori i riflettori del Meazza di Milano.

A livello di sceneggiatura, poi, vi sono numerose divergenze rispetto all’opera originale; il che non sarebbe un problema, se non fosse che la principale differenza è che il romanzo di Bram Stoker era bello.

Da notare però come Argento decida di dipingere il personaggio di Dracula, una sorta di incarnazione degli intrecci tra criminalità e politica: in cambio di sangue e potere, il vampiro fornisce ai paesani protezione e denaro per favorire la crescita del loro villaggio. Si tratta forse dell’unica idea veramente interessante del film; tuttavia, talmente mal sviluppata da rendere evidente come – piuttosto che il solo Dracula – l’intero film sia la metafora dello stato attuale del Paese, diretto anche lui da uomini non più capaci di rendere giustizia ad un importante passato, e popolato principalmente da figli illustri e senza talento.

Asia ArgentoA questo proposito, ci terrei a sottolineare la prova di Asia Argento, per la prima volta in un ruolo secondario in un film di suo padre. Nella scena in cui è immersa nell’acqua della vasca, per citare il momento che maggiormente rende giustizia alla credibilità della sua recitazione, sembra veramente una ragazza nuda che fa il bagno. Per non parlare delle scene della sua Lucy in versione vampiresca, di cui avete un esempio qui accanto.

Una grande performance, come potete vedere.

Una nota a parte per gli effetti speciali digitali, talmente ben realizzati che – al confronto – il Dracula con Bela Lugosi sembra Avatar. Nonostante la qualità scadente, purtroppo, Argento li utilizza per fare qualunque cosa: dalla pietosa carrellata sulle case del villaggio in CGI, alle trasfigurazioni del conte in animali feroci, degne di una puntata di Xena; dallo sbuffante treno fermo alla stazione, all’improponibile scena della morte di Dracula.

Quest’ultima arriva dopo un’incomprensibile scazzottata finale con Van Helsing. Non solo Dracula non lo uccide immediatamente – concedendogli, tra un pugno e l’altro, persino il tempo di dare dettagliatissime istruzioni a Mina circa l’afferrare la pistola, prendere la mira verso il petto del vampiro, e infine sparargli – ma ci regala una delle più ridicole digressioni nel western a memoria d’uomo; dopo aver disarmato il suo avversario, e prima di trascinarlo in una rissa da saloon, Dracula sfida Van Helsing ringhiando: “Al cuore, Abraham: devi colpirmi al cuore!”. Un’inaspettata strizzata d’occhio ai fan di Per un pugno di dollari; personalmente, ne avrei preferita una ai fan di Dario Argento.

Ma l’analisi sull’uso della computer grafica non sarebbe completa senza citare la scena della mantide.

Per rapire Mina, Dracula deve prima sbarazzarsi dell’unico baluardo rimastole: il padre della defunta Lucy, che vigila sul sonno della giovane. Per riuscire nel suo intento, il vampiro non trova di meglio che salire le scale e ucciderlo, trasformato in una fintissima mantide religiosa alta due metri. Non sto scherzando.

Mina, semisvenuta tra le braccia del conte, mormora quello che, a quel punto, è il pensiero unanime degli spettatori: “Che cosa ho visto?”.

Ma Dracula la rassicura: “Niente, non preoccupatevi”.

Questo, signori, è puro metacinema.

10 Comments

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  1. Paolo

    Che scena quella del video allegato! Mi incuteva molto molto piú terrore e raccapriccio Cattivik, la subdola entitá delle tenebre.
    Ottima recensione brillante ed esilarante come la precedente.
    Complimenti!
    Paolo

  2. Navi

    Avendo letto la recensione dopo una pasta con aglio “a palla” ospite di una famiglia di vampiri penso……ma se Dario Argento pubblicizzasse il digestivo Antonetto non sarebbe piu pauroso del suono dello stomaco che provoca Dracula 3D? Poi ci ripenso e con lucida follia e realizzo che Dario sarebbe perfetto per il nuovo sospensorio “du pallex” quindi non mi rimane che far i complimenti all’autore del pezzo l’unico a piombo in 3D ( durante il giorno)

  3. Annamaria

    Non ho visto il film di D.A. perché é un genere che non mi piace, ma confesso che dopo avere letto questa recensione , mi incuriosisce e potrei vederlo ,non con la paura di rovinarmi il sonno, ma con un’ altra chiave di lettura, quella che l’autote dell’articolo ci descrive: paradossale. Anna

  4. Enrico

    Avendo amato tanto il romanzo di Stoker, penso che evitero’ di andare a vedere questo film per risparmiarmi una cocente delusione… Grazie della simpatica e utile recensione, sicuramente molto piu’ soddisfacente del film stesso!

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