Recensioni – Noi siamo infinito


Locandina di Noi Siamo InfinitoNoi siamo infinito

di Steven Cbosky, con Logan Lerman, Ezra Miller, Emma Watson, Mae Whitman, Kate Walsh, Nina Dobrev

Charlie (Logan Lerman) è al suo primo anno di liceo: è un ragazzo timido e silenzioso, amante della lettura e incredibilmente sensibile, che fa fatica a farsi accettare dai suoi coetanei. Ad una partita di football Charlie incontra due studenti dell’ultimo anno: Patrick (Ezra Miller), gay dalla strabordante simpatia e Sam(Emma Watson), bella con un passato difficile. Patrick e Sam prendono in simpatia Charlie e lo introducono nel loro bizzarro gruppo di amici: per Charlie sarà l’opportunità di  imparare a vivere e divertirsi, superando le paure. Arriverà per lui anche il momento di fare i conti con i dolori segreti della propria infanzia, per capire come si fa ad essere felici.

Steven Cbosky non è solo il regista, ma anche l’autore della versione cartacea della storia di Charlie.  The perks of being a wallflower, i pregi di “fare da tappezzeria”, questo il titolo originale , è un romanzo di formazione in forma epistolare:  un racconto non tanto di come si diventa adulti,  ma su come si smette di essere bambini, si mettono da parte le paure e gli spettri tipici dell’ infanzia per imparare a godersi ogni secondo della vita. Il primo passo da compiere per fare le esperienze che portano alla maturità.  Il film riprende lo stile e le atmosfere del libro, con  l’aggiunta di tre bravi interpreti:  Emma Watson che, smessi i panni di Hermione Granger, si mostra dotata di notevole personalità, Logan Lerman (Percy jackson e gli dei dell’olimpo, C. Columbus, 2010) perfetto per la parte di Charlie e soprattutto l’istrionico Ezra Miller (E ora parliamo di Kevin, L. Ramsay 2011), vera promessa del cinema americano.

Se non avete diciassette anni, non aspettatevi un capolavoro:ad  un pubblico più maturo e smaliziato questo film avrà un gusto fin troppo familiare. E tuttavia, inserendosi sulla falsariga di Un giorno questo dolore ti sarà utile (R. Faenza, 2011),  Noi siamo infinito ha una marcia in più, uno spessore maggiore rispetto alla media dei film del suo genere: l’acutezza e la profondità del protagonista si riflettono su tutto il racconto, rendendolo apprezzabile anche da chi è un po’ più grande. Anzi forse è proprio un pubblico di giovani uomini e donne , quelli che hanno visto Noi, i Ragazzi dello zoo di Berlino (U. Edel, 1981) e riconosceranno al volo la canzone di Sam, che maggiormente potrà capire fino in fondo quali sono i veri pregi di “fare da tappezzeria”

Da vedere, anche per imparare ad essere felici. Di nuovo.

 

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