Joe Perry: ciuffi bianchi e rock ‘n’ roll


Cari lettori dell’oramai nuovo Discorsivo, e più precisamente cari chitarristi, quest’oggi parleremo di un artista che ha contribuito a marcare un’ era e uno stile, che definiamo ancora oggi con il nome di Hard Rock.

Stiamo parlando di Joe Perry, chitarrista della celeberrima band chiamata Aerosmith,che questo novembre torna di nuovo sulle scene del rock, accompagnato dalla suddetta band, con nuovo album in studio, Music From Another Dimension. Non ci soffermeremo tanto sulla recensione del disco, quanto sul suo stile e la sua provenienza chitarristica, di particolare spessore e molto originale, che ha saputo influenzare una generazione intera.

CARRIERA: Joe fu uno dei fondatori degli Aerosmith nel 1969. La band comincia ad avere successo verso la metà degli anni 70 con gli album Toys in the Attic nel 1975 e Rocks nel 1976 che ebbero subito un ottimo riscontro da parte del pubblico con canzoni come “Dream On”, “Sweet Emotion” e “Walk This Way”. In questo periodo Joe e il cantante degli Aerosmith, Steven Tyler divennero noti come i Toxic Twins unicamente  per il loro abuso di droghe.

Dopo Rocks, l’uso di queste sostanze proibite  e le relazioni sempre più tese fra i membri della band,fecero sì che, durante la registrazione del loro album successivo (Night in the Ruts), Joe e Steven litigarono e Joe lasciò la band. A cavallo dei primissimi anni ’80, il chitarrista formò una nuova band, i Joe Perry Project incidendo con loro 3 album. Nel1984 però, gli Aerosmith (Joe perry compreso) tornarono nuovamente insieme e si esibirono in una serie di fortunati live, nel Back in the Saddle Tour.

Successivamente, dopo il completamento della loro riabilitazione dalla droga, gli Aerosmith cominciarono a collaborare con diversi importanti autori e produttori per lanciare il loro ritorno ufficiale sulle scene. Seguirono altri album e singoli di successo (incluso il triplo platino Pump nel 1989). Joe e Steven rinvigorirono la loro vecchia amicizia scrivendo insieme canzoni e apparendo molto uniti in occasione di esibizioni dal vivo.

Nel 1998, Joe contribuì a creare il primo singolo arrivato alla numero uno in classifica, “I Don’t Want to Miss a Thing. Seguiranno gli album Just Push Play (2001) e Honkin on Bobo (2004) fino ad arrivare all’ultima fatica in studio, ovvero “Music From Another Dimension”. Nel 2005 e nel 2009, inoltre, Perry farà uscire 2 album solisti ovvero Joe Perry e Have a Guitar, Will Travel, entrambi molto apprezzati dalla critica e da pubblico.

RIFERMENTI MUSICALI: Non si può certo nascondere (come da Joe sottolineato) che le sue influenze musicali più grandi siano dovute principalmente a due artisti, ovvero Jimmy Page e Jeff Beck. In secondo piano vediamo che musicisti come Peter Frampton, Keith Richards, Gli Yardbirds e persino i Bluesbrakers (nel periodo con Clapton) hanno contribuito non poco alla formazione stilistica ed al gusto di Perry essendo, fra l’altro, suoi contemporanei.

Nel periodo dell’album Toys In the Attic inoltre, è stato influenzato molto da Leo Nocentelli dei Meters, dove ha assimilato una buona dose di Funky e, come tutti i chitarristi dell’era moderna, non può non esserci lo stampo, (seppur lieve nel caso di Perry) di Jimi Hendrix.

TECNICHE E STILE CHITARRISTICO: Joe fa uso principalmente di pentatonica maggiore, minore e blues, ma è anche solito ad usare scale misolidie per comporre i suoi tanti riff , parti ritmiche ed i suoi svariati assoli. Come il caro Richie Sambora  (recensito 2 mesi fa in questa rubrica) nei soli ama l’improvvisazione, alternanza di scale veloci e dirette a note più lunghe, entrambe a volte arricchite da un vibrato “strapazzato” o,in termini tecnici, wide vibrato (modello Hendrix a Woodstock).

Altro marchio di fabbrica per Joe, che sentiamo spesso nelle sue esecuzioni, sono i ritmi sincopati e in levare (eredità di uno dei suoi idoli, Jeff Beck) e tempi in sedicesimi che tanto hanno contribuito al sound degli  Aerosmith. Non dimentichiamoci che Perry è anche un ottimo ritmico; Si distingue infatti dagli altri chitarristi dell’epopea dell’80 rock per uso di accordi in settima e in nona, facendo a meno degli, allora strausati, power chords. Aggiungiamo infine anche la tecnica della slide guitar, la quale possiamo trovare in molti classici (tra tutti Rag Doll). E’ un eccellente compositore di riff, suo vero cavallo di battaglia: basta sentire Walk this Way, Sweet Emotions, Back in the Saddle, Same Old Song and Dance e molte altre che fanno di Joe Perry probabilmente uno dei più grandi scrittori di riff Americani (e questo lo dobbiamo alle sue influenze di Keith Richards e Jimmy Page). Non per nulla, questo chitarrista sarà fonte d’ispirazione per molte star del rock degli anni 80 come Slash, solo per citarne uno.

STUMENTAZIONE: Joe Perry non ha, come molti chitarristi, una predilezione per un modello di chitarra o di un amplificatore particolare. Nel tempo ha cambiato molto le sue carte, non ha mai avuto quindi la stessa impostazione standard per creare il suo suono, scelta che può essere voluta sia dalla sperimentazione, dalle esigenze che dal gusto personale negli anni.

Nel primo periodo (anni 70) Joe ha un suono molto squillante contrapposto a quello del suo compagno ritmico, Brad Whitford, che al contrario, ne ha uno molto più chiuso, al fine di creare un suono d’insieme molto incisivo e diretto. Come chitarra troviamo in prima linea la Fender Stratocaster  degli anni ’60 (proprio per contrapporsi a Whitford, armato di Les Paul) mancina (suonata da destrorso), con il manico di una Telecaster. In secondo luogo, fu uno dei primi ad utilizzare marche come B.C. Rich e Dan Amstrong. Sempre in questo periodo, come amplificatori,  predilige modelli inglesi quali Vox AC 30, Marshall JCM 800 Lead e Plexi.

Nel Periodo successivo, quando gli Aerosmith a metà degli anni 80 torneranno insieme, Perry userà anche Bedrock amps, Fender Tone Master, Jet City e Wizard  amps (da lui ritenuta come un “giusto mezzo” tra Marshall e Hiwatt) e come chitarre iniziò ad usare maggiormente Les Paul (di cui facciamo nota la sua Signature model, ovvero la Gibson Custom Shop Boneyard con ponte tremolo Bigsby) , accompagnate da moltri altri modelli Gibson, tra cui uno stravagante modello di ES 335 (con tanto di faccia della moglie disegnata sopra) Gretsch, una particolarissima chitarra di Liuteria ( la Little BigHorn della RS Guitarworks) e molte altre ancora (attualmente Joe ha 600 chitarre!).

NDR: allego video esplicativo sulla strumentazione attuale (e non) di Joe, cliccando qui.

Vi lascio, infine, con una canzone degli Aerosmith, nella quale si può vedere (e sentire soprattutto) lo straordinario talento di questo chitarrista. Al prossimo appuntamento!

https://www.youtube.com/watch?v=b80c1KIMNxY

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