Abbi un occhio di riguardo per Ivan Graziani


Come  iniziare questa rubrica, se non parlando del grande Ivan? Non molti conoscono questo artista , pioniere del pop/rock degli anni 70 e 80, musicista, compositore, ma soprattutto grande chitarrista, versatile e personale.

Alcuni diranno: Ivan Graziani… si dai “il chitarrista” è un bel pezzo, però il resto che lagna! Ebbene, con questo articolo vi farò (lo spero tanto) cambiare idea.

Facciamo prima un breve resoconto della sua carriera musicale:

Classe 1945, mostra fin da ragazzo un innato talento artistico che l’ha portato ad accostarsi fin da subito alla musica e al disegno.  Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Urbino (grafica e pittura), inizia a farsi notare come chitarrista e decide di scegliere la carriera musicale. Nella prima metà degli anni ’60 ha una fitta serie di collaborazioni con nomi già famosi  o destinati alla notorietà come: Lucio Battisti, Antonello Venditti, Bruno Lauzi, Premiata Forneria Marconi ecc. , che prelude all’affermazione personale come cantante, compositore e chitarrista. A partire dal 1976 registra mediamente un album all’anno, riscuotendo un successo sempre più ampio (i titoli, fino al 1981 come: Pigro, Agnese), mentre le delicate melodie di Lugano addio, Firenze (canzone triste) incontrano il favore popolare e lo portano a figurare nelle posizioni alte delle classifiche di vendita dei 45 giri. I dischi di Ivan Graziani si segnalano nel panorama della musica italiana degli anni 70/80 sia per l’accuratezza degli arrangiamenti, sia per la capacita dei testi di evocare situazioni e personaggi dai risvolti grotteschi ed inquietanti, ironici e molto accattivanti. Morirà all’età di 51 anni, il 1°Gennaio del 1997 per un tumore al colon, di cui soffriva da diversi anni.

Parliamo ora di lui,riferendoci principalmente alle influenze musicali che lo hanno ispirato ed al suo personalissimo stile chitarristico che lo ha caratterizzato negli anni:

A suo agio sia con la chitarra elettrica per le sonorità corpose del rock ( ascoltatevipezzi come: Monna Lisa, Dr. Jeckyll e Mr. Hyde, Tutto questo cosa c’entra con il Rock n Roll, Angelina ) che con quella acusticaper i ricami di note che sostengono tenere melodie (Paolina,Lugano Addio) e richiamano le sue radici abruzzesi. Il suo stile e le sue composizioni contengono richiami anche al blues (prudenza mai, veleno all’autogrill, Lascia stare il mio gatto) al rock n roll (Digos Boogie) fino a qualche piccolo richiamo di hard rock (I Topi). Chitarrista versatile dunque, ma anche sperimentatore: gli piaceva infatti “giocare” con le parti e i ruoli della chitarra acustica nel rock, facendone di questa anche uno strumento solistico e non solo di accompagnamento come si usava abitualmente nel genere (I lupi, Pigro), giocava con sonorità sporche e mescolanze di più  generi all’interno di un brano. Per quel che riguarda il suo stile chitarristico, Ivan prende spunto dal folklore abruzzese, nonchè l’uso molto preponderante di chitarra acustica; molte influenze gli si possono attribuire al panorama rock e pop degli anni 70 della scena internazionale (Hendrix, Beatles ecc ecc), ma anche di quello più datato, ovvero da gente (e gruppi) quali Duane Eddy, gli Shadows e persino dal carismatico B.B. King (lui stesso in un’intervista disse che rimase “scioccato” dal suo stile la prima volta che lo sentì).

Tra le sue numerose chitarre fanno spicco la sua Gibson ES335 Stereo come chitarra elettrica oltre che alle Fender Stratocaster, Fender Telecaster, Guild, Rickembacker e molte altre, mentre come chitarre acustiche usava principalmente Yamaha, che oltre al suono, erano da lui ritenute anche molto robuste e solide per resistere ai suoi mille spostamenti.

Per me Ivan può essere un grande punto di riferimento anche ai nostri giorni per le musiche, per le sue sperimentazioni,  per la sua tecnica compositiva; lo considero una delle “avanguardie” italiane più grandi, che purtroppo non ha ricevuto tanto successo quanto meritava, soprattutto dopo la sua morte. Non è per la sua vocina in falsetto (che non era proprio falsetto, ma uno stile vocale particolare che solo lui riusciva a fare), neanche per i suoi testi accattivanti e divertenti, ma proprio per questa ricerca, questa mescolanza di stili tra le sue radici e quelle della musica internazionale, tra il rock e il pop, tra il folk e il blues; ha saputo creare un suo linguaggio unico e forse irripetibile.

Concludo con una frase rilasciata da Ivan stesso in un’intervista, per incoraggiare i nuovi e giovani musicisti:

<<Una cosa fondamentale che tengo a dire e che l’età non ha alcuna
importanza: non e vero che si deve cominciare da ragazzini.  Chi nutre amore per uno strumento come la chitarra, sia acustica o elettrica, deve soltanto avere la voglia di suonarla, giovane o anziano che sia, e riuscirla a imparare.  Un altro avvertimento e di non avere complessi d’inferiorità nei confronti dello strumento: la tecnica non e tutto, come viene dimostrato da bravissimi strumentisti di scarso livello tecnico>>.

Insomma diamoci dentro gente. Sperimentiamo, con coraggio di osare come il grande Ivan ha fatto, lasciamo parlare la nostra passione senza pregiudizi ne barriere. Detto questo, metto qui sotto uno dei miei brani preferiti,

Buon Ascolto!

6 Comments

Aggiungi
  1. Gilbert

    Che bellissima recensione. Concordo in pieno. Trovo Ivan uno straordinario compositore, dotatissimo chitarrista, dalla voce personalissima.
    Hanno ristampato il suo primo album: La Città che Vorrei. Lo sto ascoltando.
    Un saluto

    • Francesco Galassi

      Ciao Gilbert!
      Grazie mille per i complimenti! Penso che sia stato (e rimane) uno dei più grandi talenti italiani, un vero artista a 360 gradi! Straordinario, in tutti i sensi! proprio come hai detto tu!:)
      Saluti!;)

  2. grazia

    ho letto per caso questa recensione su Ivan… mentre ascolto il live “Parla tu”… dire che era un grande, è riduttivo… geniale, ironico, graffiante… rock. si, Ivan era il rock… ballad come Firenze, o Paolina, o energiche canzoni come Il Chitarrista, sono solo le più conosciute, mentre esiste una intera discografia da ascoltare, scoprire e riscoprire… purtroppo, non gli si è dato il giusto merito ne in vita ne dopo la sua morte, so soltanto che Ivan era semplicemente Ivan… e tutto il resto, cosa c’entra con il rock ‘n roll?

+ Leave a Comment