Il retrogusto degli esordi – I primi passi di Discorsivo… prima di Discorsivo


Scritto a quattro mani da Francesco Campana e Filippo Urbini

 

La prima volta che scrivi un editoriale neanche te ne rendi conto. Trasportato dalla corrente di un fiume sgorgato una sera d’agosto, mentre l’ultima nota di una rock band si librava su una rovente piazza di Savignano sul Rubicone. Camminando verso casa, a un tratto Urbo (insomma, Filippo Urbini) se ne uscì fuori così, dal nulla: “Voglio fare una cosa, ma solo se ci sei anche tu, Campanazza.” Lo guardai con un pizzico di orgoglio. “Dobbiamo fondare il giornale dei giovani di Savignano. Abbiamo troppi amici che sanno scrivere e che dopo il liceo hanno smesso di farlo.” L’intuizione era potente.

Quella sera di settembre nelle grotte dell’enoteca Retrogusto eravamo in dieci, poco più che ventenni, cinque ragazze e cinque ragazzi, un fortuito caso di parità di genere. Presentammo l’idea, iniziamo a confrontarci su cosa poteva diventare questo progetto, parlammo del nome, decidemmo di pubblicare il primo numero entro la fine di quell’anno.

Alcuni avevano le idee molto chiare grazie ai loro studi in comunicazione e giornalismo, altri si preoccupavano per l’impegno che avrebbe richiesto. “Non vi chiediamo più di un pezzo al mese” rassicurava il direttore. Nasceva Dissonanze, un giornale online di millennial che, ogni mese, sceglieva un tema da affrontare e attorno al quale ognuno presentava un proprio articolo. Mi trovavo così a scrivere l’editoriale di Cortocircuito, il primo numero di Dissonanze, nel tentativo di tracciare un fil rouge fra tutti i contributi dei vari autori.

A proposito di millennial

L’ingenuità e l’entusiasmo di quell’età sono privi di ogni calcolo e in pochi fra noi speravano di diventare giornalista attraverso questo progetto. Non potevamo immaginare che dopo un anno di attività saremmo stati minacciati di azioni legali se non avessimo cambiato nome. E le serate di volontariato a spillare birra per finanziare l’associazione rimarranno sempre impresse nei ricordi di chi c’era. Ci siamo improvvisati, è vero, ma ci siamo divertiti molto.

Le firme degli autori di Dissonanze

Le firme degli autori di Dissonanze in una grafica di quel periodo (Credits: Discorsivo.it)

Quante cose facciamo ogni giorno solo per diletto, consapevoli che non saremo mai dei professionisti? Tutte le volte che scrivo, che cucino, che suono la chitarra o che vado a sciare mi sembra di mancare di rispetto a tutte quelle persone che scelgono di votarsi completamente a una di queste discipline. D’altronde cosa sarebbe la vita senza tutte le nostre passioni da dilettante?

Dissonanze, oggi Discorsivo, è la dimostrazione che la fluidità in cui vive la generazione Y non produce solo istanti, meteore o esperienze fini a se stesse. Dieci anni fa non era possibile prevedere l’impatto che questa iniziativa avrebbe avuto. Un progetto che ha dedicato tanto tempo a costruire una sua identità; identità che a sua volta si è evoluta e ha mutato forma grazie alle persone che se ne sono prese cura. Ma non è cambiata la sostanza: rappresentare la voce di una generazione difficile da capire, che si trova a vivere e costruire un mondo molto diverso da quello ereditato.

Il Retrogusto di Discorsivo non è l’amaro delle difficoltà che si presentano ogni giorno: è lo stupore verso qualcosa che ancora non c’è, ma che intuiamo ci sarà.

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