Gusto retrò – 5 film ambientati nel passato davvero imperdibili


Ogni cineasta è innanzitutto uno spettatore che ha realizzato un sogno ed è passato dall’altra parte dello schermo magico. È quindi un dato di fatto che ogni regista, a un certo punto della propria carriera (o in ogni sua opera) voglia richiamare e omaggiare quei film che hanno contribuito a scolpire il suo immaginario.

Il mito di Indiana Jones nasce precisamente con lo scopo di omaggiare i film di avventura a basso budget che Lucas e Spielberg guardavano da bambini, poi ci sono personaggi geniali come Quentin Trantino che sulla citazione hanno fondato la propria carriera.

5 film ambientati nel passato da non perdere assolutamente

La maggior parte delle volte si tratta di canalizzare i propri ricordi ricostruendo un’epoca d’oro ormai tramontata, sia essa del grande cinema oppure della propria esistenza, attraverso costumi, acconciature e accessori d’epoca oppure con accorgimenti tecnici come l’uso del bianco e nero o di toni cromatici seppiati. Gli autori davvero bravi, grazie alla ricchezza e all’autenticità dei dettagli e alle tecniche registiche e interpretative impiegate, riescono nell’obiettivo di far smarrire il pubblico in un’altra epoca.

Quelli che seguono sono cinque esempi eterogenei di film ambientati nel passato, accomunati dallo stile retrò, di alcuni grandi registi internazionali che ci hanno fatto sognare a occhi aperti.

The Artist

Un po’ come fece Cantando sotto la pioggia nell’immediato dopoguerra, questa pellicola francese del 2011 è la celebrazione dell’epoca d’oro del cinema americano in bianco e nero al momento della rivoluzione del sonoro: un omaggio al passato della settima arte che è riuscito a ricrearne la magia.

Tra i film ambientati nel passato, The Artist è sicuramente uno dei più amati degli ultimi anni

(Credits: La Petite Reine)

La trama incorpora appieno le caratteristiche tecniche del film muto, con le peripezie della star George Valentin caduto in disgrazia quando il mondo scopre i film parlati e la sua tecnica recitativa diventa immediatamente obsoleta. Ad aiutarlo a risalire la china George può contare sul fedele cagnetto Uggie ma soprattutto sulla splendida ballerina Peppy Miller (Berenice Bejo), che lui stesso aveva incoraggiato a inizio carriera quando la bilancia della fama pendeva diversamente.

Dal successo sorprendente che ha avuto The Artist è innegabile che la magia dei vecchi film sia rinata in questo lavoro di un regista fino ad allora poco conosciuto (e dal cognome impronunciabile) come Michel Hazanavicius. L’Academy ha voluto riconoscerlo premiando l’autore, il brillante protagonista Jean Dujardin e l’opera d’insieme con numerosi Oscar.

Sarà sembrato un azzardo, sulla carta, realizzare un film muto e in bianco e nero destinato al grande pubblico del secondo decennio degli anni Duemila, ma proprio questa audacia è stata ripagata e ci ha ricordato che, in fondo, possiamo divertirci ancora con le cose che piacevano una volta. O meglio, The Artist è un capolavoro proprio perché gioca con un linguaggio cinematografico considerato estinto anziché limitarsi a riprodurlo sterilmente.

Ed Wood

Nel bel mezzo della Hollywood degli anni Cinquanta, questa è la bizzarra storia di un uomo che affronta ogni crescente fallimento delle proprie ambizioni artistiche, ma sempre col sorriso sulle labbra. La sfida di Tim Burton, in questo piccolo e spesso dimenticato film in bianco e nero, è quella mischiare i consueti ingredienti di commedia inquietante in stile gotico a una storia sgangherata che non offre riscatto.

Ed Wood, di Tim Burton, non è solo uno dei tanti film ambientati nel passato: è un omaggio alla passione per il cinema

(Credits: Touchstone Pictures)

Si narrano infatti le gesta del “peggior regista di tutti i tempi” Edward Wood Jr., interpretato da un Johnny Depp con indosso golfini d’angora rosa.
Nella sua ricostruzione di set e situazioni cinematografiche, tanto artigianali da risultare trash, Burton ritrae magistralmente l’altro lato della medaglia della fama – quella cattiva – con un’accuratezza tecnica e una tenerezza che riescono a catturare lo spirito di un’epoca.

Ossessionato dalla figura del cineasta a tutto tondo Orson Welles, Wood si ostina a perseguire sempre la sua visione, sebbene non si capisca quale sia, accettando ogni ridicolo compromesso su cast e budget pur di poter realizzare una nuova pellicola.

Oltre alla buffa ma irresistibile interpretazione di Depp, questo film ambientato in un passato non esattamente glamour ci regala il grandissimo Martin Landau nei panni della star dei film horror Bela Lugosi, ritratto nei suoi ultimi anni di indigenza e tossicodipendenza. Ma non abbastanza derelitto per non tentare un ritorno sulle scene col peggior regista della storia!

La belle époque

Una situazione alla Truman Show per ritrovare il proprio amore perduto e i ricordi felici della giovinezza.

Locandina di La belle époque

(Credits: Pathé Films)

Victor odia la modernità: è un uomo che ha perso la voglia di seguire le proprie passioni, ha una moglie che non lo ama più e un figlio di cui è geloso, perché ricco e realizzato. Ma proprio il figlio vorrebbe aiutarlo a vivere nel presente e gli regala un’esperienza unica: la possibilità di rivivere un momento del passato, perfettamente ricreato in studio con attori e ogni dettaglio. Victor, arrivato a un punto della vita in cui sente di non avere più nulla da perdere, accetta quasi per gioco e sceglie di rivivere una serata del 1974, nel café La belle époque a Lione, nella quale ha conosciuto la sua futura moglie.

In un gioco di specchi tra passato e presente, tra finzione e rimpianti reali, il regista Pierre Bedos mette in scena un gioiellino di film. Il suo cast, a partire da un formidabile Daniel Auteuil e un’incantevole Fanny Ardant, è talmente in parte che dona a ogni scena un’energia speciale, emozionante.

In questo caso non si tratta di un film ambientato nel passato, ma il passato è un artificio narrativo ricreato nel dettaglio, un ambiente tangibile in cui potersi abbandonare a vivere ancora un poco, a pagamento. Il tutto per strappare via qualche ora di felicità a una vita reale spesso disincantata.

Tutti vogliono qualcosa

Un lungo e divertente weekend prima dell’inizio del college nel 1980, un film ambientato in un passato tranquillo e rassicurante. Fedele allo stile del regista Richard Linklater (famoso per pellicole come La vita è un sogno, la trilogia dei Before… e Boyhood), Tutti vogliono qualcosa non ha una trama specifica, ma segue uno o più personaggi lungo un arco di tempo.

Il cast di Tutti vogliono qualcosa

(Credits: Annapurna Pictures)

In questo caso siamo con Jake, un giocatore di baseball di belle speranze e i suoi nuovi compagni di campus appena incontrati, nei giorni che precedono l’inizio delle lezioni al college, in una serie ininterrotta di scorribande, bevute, sfide e conquiste amorose. La ricostruzione del periodo storico è accuratissima – non solo a livello scenico – ma anche nell’atmosfera di positività verso il futuro che si respira qui e là.

Un mood di spensieratezza garantito anche da un cast di giovani attori poco famosi, ma con i giusti volti all-american. Non ci sono nuvole nel cielo del Texas per i personaggi di questo film.

Pulp fiction

Capolavoro indiscusso di Quentin Tarantino (personalmente seguito a ruota da Bastardi senza gloria), Pulp fiction non è un film ambientato nel passato, bensì in una Los Angeles retrò di inizio anni Novanta – proprio come il precedente Le iene, opera prima del regista.

In queste due pellicole ad appartenere al passato sono i vestiti, le acconciature e le auto dei protagonisti: tutte le ispirazioni che la mente vulcanica dell’autore richiama sullo schermo attingendo alla propria memoria di spettatore di cinema e televisione nei 30 anni precedenti.

La celebre scena del ballo di Pulp Fiction di Quentin Tarantino

(Credits: Miramax)

Tra le tante scene cult, la sequenza più iconica e retrò è quella in cui il sicario Vincent Vega (John Travolta) porta a cena Mia (Uma Thurman), la moglie del suo capo.

I due finiscono in un café anni Cinquanta chiamato Jack Rabbit Slims, in cui tutto il personale è sosia di attori e cantanti del passato e in cui servono milkshake da 5 dollari! Tra una chiacchiera, un silenzio imbarazzato e un’incipriata di naso, viene annunciata una gara di twist. Mia vuol partecipare e coinvolge il riluttante Vincent: il ballo che segue tra Travolta e la Thurman è entrato nella storia del cinema e imitato un po’ da tutti.

Buon divertimento da Discorsivo!

Quelli di cui avete appena letto – e che speriamo vi sia venuta voglia di riguardare – sono solo cinque film ambientati nel passato, o che si rifanno a esso per arricchire il nostro presente con un gusto squisitamente retrò; ovviamente ne esistono tantissimi altri che potete divertirvi a scoprire insieme a noi di CineSeries su Discorsivo, nelle regolari rubriche o negli speciali passati.

Perché il cinema è l’unica vera macchina del tempo a nostra disposizione ogni volta che vogliamo evadere dal presente!

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