Zagor, Le origini – Quando lo Spirito con la scure, in principio, era Patrick Wilding


Circa 34 anni fa, nell’ottobre del 1986, curiosando senza particolare interesse nella piccola edicola del mio paese, vidi qualcosa che mi colpì moltissimo. Si trattava del numero 5 di TuttoZagor, la collana che ristampava in maniera completa le avventure del personaggio creato da Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) e Gallieno Ferri. Fu il mio primo amore per il fumetto seriale, un rapporto che durò a lungo negli anni. Per questo, quando ho visto la miniserie Zagor, Le origini, non ho potuto fare a meno di acquistarla.

La collana composta da sei numeri tutti a colori e scritta da Moreno Burattini, storico sceneggiatore e curatore di Zagor, riprende, aggiorna e aggiunge dettagli alle vicende descritte nel numero Zagor racconta…, lo storico numero 55 della serie regolare in cui il protagonista descrive la sua infanzia fino ai primi giorni dello Spirito con la scure. Nei numeri di Zagor, Le Origini si avvicendano ai disegni diversi artisti (Maurizio di Vincenzo, Valerio Piccioni, Walter Trono, Giuseppe Candita, Giovanni Freghieri, Oskar) che portano brio alla narrazione.

Zagor, Le origini – Quando il fantasy incontra il western

Sicuramente ciò che mi attrasse, in quell’ottobre di 34 anni fa, fu in primo luogo la copertina dai colori sgargianti, in cui campeggiavano due figure identiche: la storia s’intitolava infatti I due sosia. L’eroe che vi era raffigurato indossava un costume appariscente, composto da stivali con frappe in stile western, pantaloni tipo jeans e una giacca rossa senza maniche con l’inconfondibile simbolo dell’aquila nera su campo giallo. Aveva una pistola nella fondina e una scure di stampo quasi preistorico alla cintura ed era circondato da una fitta foresta.

Alcune copertine di Zagor, tra cui spicca I due sosia

(Credits: Enrico Cantarelli)

Un personaggio così strano e in parte misterioso si distaccava dagli altri eroi bonelliani che conoscevo, come Tex, il comandante Mark o Mister No. Aveva un vero e proprio costume da “supereroe” e, come imparai presto, combatteva contro creature fantastiche, mostri e spiriti, oltre che contro banditi e pellerossa sanguinari. L’incontro del fantasy col genere western era un elemento che certamente stimolò la mia curiosità. L’inserimento dello straordinario nell’ambientazione reale del nord-est degli Stati Uniti fu una mossa vincente per la serie.

Predomina l’elemento realistico nelle vicende di Zagor, Le origini e il nemico è rappresentato da un fanatico religioso, da banditi e pellerossa ostili. Ma anche in questa serie di albi spunta velatamente il fattore sovrannaturale, legato in parte alla mitologia dei nativi americani e alla tradizione sciamanica. Già dagli inizi della sua vita, quindi, il giovane Zagor vede il mondo fantastico intrecciarsi con le vicende quotidiane, con i pericoli rappresentati da uomini senza scrupoli e avvezzi alla violenza.

Le origini di un eroe: Patrick Wilding diventa Zagor

In Zagor, Le origini seguiamo dunque la genesi del giustiziere e protettore della Foresta di Darwood in maniera molto dettagliata. A partire dalle prime fasi della vita del giovane Patrick Wilding scopriamo che le colpe dei padri ricadono spesso sui figli: Mike Wilding nasconde infatti un passato oscuro in cui si è suo malgrado macchiato di un peccato terribile. Ne subirà presto le conseguenze il piccolo Pat, che per sua fortuna troverà scampo alla follia omicida del predicatore invasato Salomon Kinsky.

Zagor, le origini - Una scena di impatto, con fiamme e il personaggio in controluce

(Credits: Sergio Bonelli editore)

La sua salvezza si chiama “Wandering” Fitzy, un trapper vagabondo che non ama le armi da fuoco e cresce il ragazzo come un figlio. Durante la sua gioventù Pat incontrerà diversi personaggi, tra i quali i membri di un circo itinerante che segneranno il suo cammino. Da queste conoscenze imparerà a combattere e diventerà un abile acrobata, giustificando la sua straordinaria capacità di muoversi con balzi eccezionali tra gli alberi e le liane della foresta.

Col passare degli anni il giovane Pat è sempre più accompagnato da un sentimento di vendetta che lo spinge a cercare in maniera insistente l’assassino dei suoi genitori. Il rancore che lo attanaglia preoccupa sempre più il suo mentore, una figura chiave in questa miniserie che dona al nostro futuro eroe quell’etica che caratterizzerà sempre le difficili scelte dello Spirito con la scure. Insomma Zagor, Le origini è una classica storia di formazione dell’eroe che conosciamo ed è scritta e rappresentata in maniera davvero precisa: le varie sfaccettature di un personaggio complesso sono esaminate con cura.

Una rivisitazione moderna che colpisce nel segno

Anche per un lettore datato come me, che da anni ha abbandonato la serialità del fumetto Bonelli, Zagor, Le origini ha rappresentato una lettura stimolante e avvincente. La sceneggiatura si presenta chiaramente più moderna e si rivolge sia a un pubblico di neofiti giovani che vogliono scoprire i primi passi di un’icona del fumetto italiano, sia ai vecchi affezionati che desiderano riscoprire una storia già conosciuta in chiave attuale.

La mossa vincente di Zagor Le Origini Zagor, Le origini è la trovata di inserire dettagli interessanti tra le pieghe della storia già scritta, senza modificarne l’andamento. Nelle diverse parti volutamente omesse da Nolitta e Ferri, l’esperto Burattini ha saputo aggiungere elementi nuovi che hanno stuzzicato la curiosità dei più accaniti fan. Contemporaneamente la narrazione assume toni attuali, con scene che difficilmente si sarebbero viste nei primi numeri di Zagor.

Scontri violenti e sanguinosi minuziosamente studiati e avventure amorose del giovane Pat sono elementi che donano freschezza e brio a Zagor, Le origini. Ai tempi in cui mi immergevo nelle storie dello Spirito con la scure il lato sentimentale e a tratti rabbioso e irrequieto del protagonista non erano così essenziali a quanto pare. Non mi dispiace aver scoperto anche questi lati di Zagor.

Ottimo per i lettori di vecchia data… e per cominciare

Le copertine dei sei numeri della miniserie Zagor, Le origini

(Credits: Sergio Bonelli editore)

Un’ultima menzione di pregio va alle splendide copertine di Michele Rubini: in tutti e sei i numeri di Zagor, Le origini hanno un impatto visivo stupefacente. I colori, anche in questo caso di vari artisti, sono sempre efficaci e ben dosati e anche le tavole mostrano impaginazioni dinamiche, con ritmi molto snelli di lettura. Proprio in questo autunno la Bonelli sta ristampando tutta la miniserie con singoli numeri cartonati di maggiori dimensioni, per venire incontro a chi desidera una edizione da collezione di maggior pregio.

Leggendo i sei numeri di questa miniserie ho ritrovato il gusto per l’avventura mista al fantastico che contraddistingueva in gran parte le mie letture giovanili. Si è trattato di un tuffo nel passato infarcito di elementi innovativi azzeccati.

Insomma, i lettori bonelliani troveranno certamente Zagor, Le origini una lettura da avere sugli scaffali. E per chi non ha mai avuto tra le mani un albo dello Spirito con la Scure, questo è un ottimo punto di partenza per imparare a conoscere il suo grido di battaglia: “Aaahhhhyaaaak!”

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