Canzoni sul cibo – Mangiare e bere… come pretesto per parlare di altro!


La sfida dello Speciale di Discorsivo 2020 è interpretare il tema Retrogusto. In questo ambito ho deciso di analizzare il rapporto tra canzoni e cibo nella cultura musicale italiana. Perché? Beh, mi è venuto spontaneo: amo la musica e amo mangiare!

Riflettendo sul significato che la parola Retrogusto potesse avere per me, mi sono riapparsi nella mente molti ricordi legati al cibo. Dalle cene a casa con gli amici, ai pranzi in famiglia alle cene al ristorante, agli aperitivi… ma quello che più mi ha sorpreso è che molte volte questi ricordi culinari siano accompagnati da una colonna sonora.

Il Retrogusto… nelle canzoni

La musica e la cucina sono due pilastri portanti della cultura italiana e forse della cultura mondiale. Questi due temi hanno trovato una mescolanza perfetta infatti nell’immaginario di molti artisti nel Globo. Impossibile dimenticare infatti la copertina di The Spaghetti incident? dei Guns’n’roses oppure la foto di Lambrusco, coltelli, rose & pop corn di Luciano Ligabue.

In alcuni casi il connubio tra canzoni e cibo ha portato anche a molto di più: questo legame ha ispirato la composizione di brani che spesso utilizzano il cibo come metafora per indicare situazioni, persone, parti del corpo. Vi viene in mente qualcosa?

Ho provato in questo articolo ad analizzare le cinque canzoni italiane che più mi hanno ricordato questo mio Retrogusto personale. Canzoni che strizzano l’occhio al cibo, brani in cui l’autore lo ha utilizzato come metafora per camuffare o sottintendere altri concetti lasciando un retrogusto a volte amaro dopo l’ascolto.

Et voilà la mia playlist!

Le mie canzoni a tema cibo

Pensando a tutte le canzoni a tema cibo che mi venivamo in mente, ho notato che queste si scindono in due gruppi: il primo si riferisce a cibi solidi quali frutta, verdura o simili. Il secondo gruppo invece include, con un’accezione più ampia, anche i liquidi quali acqua, caffè o vino.

Per farvi alcuni esempi pratici nel primo gruppo possiamo annoverare Viva la pappa col pomodoro di Rita Pavone, Spaghetti a Detroit di Fred Bongusto, Banane e Lampone di Gianni Morandi.

Nel secondo gruppo includerei invece Bollicine di Vasco Rossi, 7000 caffè di Alex Britti oppure L’avvelenata di Francesco Guccini. Nell’ultima canzone il vino non è centrale, ma è fondamentale per esprimere lo stato d’animo di chi canta. È un brano che personalmente adoro per la sua trasparenza.

Andiamo con ordine! Ecco qui la mia top 3.

Alcuni album che mescolano cibo e canzoni

(Credits: Marco Frongia)

La terra dei cachi (Elio e le storie tese)

Chi di voi si ricorda la spettacolare esibizione di Elio e le storie tese al Festival di Sanremo edizione 1996? Il gruppo milanese esordisce sul palco con questa strofa:

Parcheggi abusivi

Applausi abusivi

Villette abusive

Abusi sessuali abusivi

Tanta voglia di ricominciare, abusiva

Questo l’intro della canzone La terra dei cachi in cui si evince molto chiaramente una satira politica spinta – anche se per ora non troviamo riferimenti culinari.

Basta continuare ad ascoltare per immergersi completamente nella denuncia sociale. La strofa a mio parere più significativa è questa:

Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi

Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi

Una pizza in compagnia, una pizza da solo

Un totale di due pizze e l’Italia è questa qua

Si parla infatti non di spaghetti e pizza, ma di due temi molto sentiti negli anni 90 in Italia: la malavita organizzata e la solitudine, soprattutto nei giovani. Italia gnamme indica anche il modo di fare molto italiano che chiamiamo magna magna. Ognuno di noi l’ha usato almeno una volta nella vita: si tratta di una frase di rabbia, disprezzo e rassegnazione verso la politica.

Vi ricordate che, nel 1991, lo diceva anche Roberto Benigni in Johnny Stecchino?

Riprendendo il tema della solitudine chiaramente indicato dalle parole: “Una pizza in compagnia, una pizza da solo, Un totale di due pizze” sembra parli da solo. Il totale di due pizza indica la completa solitudine della persona in un mondo che, negli anni 90, stava già iniziando ad andare molto veloce.

La pizza nella frase successiva si trasforma però in pizzo. Questo ricollega il tutto alla denuncia sociale di gran parte della popolazione che vive sotto l’egemonia delle mafie.

Marmellata #25 di Cesare Cremonini

Un altro brano che ho imparato ad apprezzare che richiama il cibo già nel titolo è Marmellata#25 di Cesare Cremonini, contenuto nell’album Maggese del 2005. Questo brano secondo me deve essere ascoltato guardando il video per capirne la profondità.

Cremonini parla di una storia d’amore finita e di quanto gli manchi questa la persona. Tema abbastanza banale e già sentito in tantissimi altri brani. Nel video il peso di questa mancanza viene rappresentato da un mostro formato da tutti oggetti appartenenti alla ex fidanzata in questione, che insegue il cantante per le vie della sua città.

È questo che, a mio parere, dà ancora più slancio alla frase finale in quanto dimostra che il mostro è un peso per Cremonini. La marmellata in realtà non è la protagonista di questo pezzo, ma è la chiave nella strofa finale per dare il senso a tutto il brano.

La marmellata è la metafora di una felicità ritrovata, che era stata nascosta in precedenza da questa storia pesante:

Ora vivo da solo in questa casa buia e desolata
Il tempo che davo all’amore lo tengo solo per me
Ogni volta in cui ti penso mangio chili di marmellata
Quella che mi nascondevi tu
L’ho trovata

È evidente da queste parole che il risvolto della canzone non è negativo, bensì positivo e introspettivo. A me sembra quasi una dimostrazione di forza e tenacia per aver superato l’abbandono. Bravo Cesare!

Lambrusco & popcorn di Luciano Ligabue

Lambrusco & popcorn è un brano di Luciano Ligabue del 1991, contenuto nell’album Lambrusco coltelli rose & popcorn. Tra le canzoni a tema cibo secondo me questa è una delle più particolari per l’argomento che tratta.

Ligabue infatti interpreta in questo modo un viaggio che collega due posti molto lontani: la sua Emilia e gli Stati Uniti. Spiega come a volte essere nato in un piccolo paesino (nel suo caso Correggio, in provincia di Reggio Emilia) sia molto difficile per diventare una star.

Bisogna ricordare che Luciano, classe 1960, è diventato famoso negli anni 90 quando aveva già superato i trent’anni. Questa situazione è piuttosto inusuale e singolare allora come adesso!

Occhio però a non fraintendere le parole: qui l’America è vista non come continente vero e proprio, ma come il sogno americano. Quel sogno che si può raggiungere metaforicamente in classe tre – come cantava già De Gregori in Titanic – ma almeno è possibile.

Cosa rappresentano allora il Lambrusco e i popcorn? Il Lambrusco rappresenta l’attaccamento alla terra in senso fisico, ovvero tenere i piedi per terra senza farsi sopraffare dal successo. I popcorn invece sono l’America, ovvero il sogno che si realizza partendo dal nulla.

Lambrusco & popcorn
Non è così facile
Perché prima e dopo il sogno c’è
La vita da vivere, vivere.

Qui il Liga ci spiega anche perché nel titolo dell’album, oltre a Lambrusco e popcorn, ha voluto inserire anche coltelli e rose. Il senso profondo è che la vita non regala nulla e lui lo sa bene, non essendo riuscito a sfondare da giovanissimo. La vita è da vivere con tutte le sue difficolta, con i coltelli e le rose.

Questo brano con una melodia molto allegra ha un testo decisamente cinico e si conclude con:

Gira, gira, gira, gira, gira, gira,Tanto torni qua.

Ciò significa che per quanto uno possa andare e tornare dall’immaginario sogno americano, tutti ma proprio tutti – anche i famosi dunque – devono poi scontrarsi con la realtà e le sue insidie.

Canzoni e cibo: un binomio perfetto

Questi tre brani racchiudono il senso della parola Retrogusto per me: ovvero il richiamo a qualcosa di più profondo che le canzoni possono dare, utilizzando il cibo come mezzo.

L’arte espressa con le canzoni oppure con il cibo ha un’altra bellezza: può essere totalmente interpretabile e interpretata dalle persone che ne fruiscono. Trovo che questo tratto in comune tra questi due pilastri della nostra cultura sia davvero poetico.

Auguro ad ognuno di voi di riuscire a perdersi nell’ascolto di un brano mentre mangia un buon piatto o bene un bel bicchiere di vino (preferibilmente Lambrusco)!

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