Comunicazione non violenta: una finestra sul muro


“No more wars. No more walls. A unite world”

Nell’agosto 1961 a Berlino iniziano i lavori per la costruzione di un muro che dividerà la città in Est e Ovest.
Un muro che cadrà il 9 novembre 1989, trascinando a terra il simbolo della tirannia comunista che aveva diviso famiglie e amici e ucciso tanti di coloro che aspiravano alla libertà.

Nell’anno del trentesimo anniversario della Caduta del Muro di Berlino, “Giù i muri” è il tema più appropriato per riflettere su questo argomento. Ma, pensandoci bene, sarebbe facile parlare di muri fisici; perché allora non parlare dei muri metafisici? Quelli che non si vedono ma sono più forti di qualsiasi colata di cemento?

Un muro fisico, fatto di mattoni o cemento armato, è facile da vedere e toccare. Limita e nasconde alla vista l’orizzonte, eppure spesso non si pensa che anche le parole hanno lo stesso potere: creano prigioni mentali dalle quali è davvero difficile uscire. Se solo ci si ferma a riflettere però quelle stesse mura possono diventare per magia dei ponti sul mondo e verso le persone.

Nel libro “Le parole sono finestre (oppure muri)” di Marshall B. Rosenberg (Esserci Edizioni), l’autore guida il lettore in un percorso evolutivo che ha come scopo quello di insegnare a relazionarsi con se stessi e con gli altri con empatia. Sono le regole della comunicazione non violenta (CNV).

Primo passo è comprendere i propri bisogni: solo così si potrà comunicarli agli altri senza creare incomprensioni. Prestare attenzione a chi parla, ascoltarlo senza voler imporre i propri sentimenti ma cercando di comprendere empaticamente quelli dell’interlocutore, è un passaggio successivo ma fondamentale per superare i momenti negativi e dolorosi che possono verificarsi.

Quante volte ci si trova già con la risposta pronta durante una chiacchierata? Soffermandoci su quelle parole che sentiamo l’urgenza di porgere a chi ci sta di fronte, non si trovano spesso giudizi e pregiudizi che non ci si è resi conto di aver assimilato? E poi, siamo davvero sicuri che l’altro voglia una risposta? La reazione, il più delle volte, sarà quella difensiva, perché l’interlocutore potrebbe sentirsi giudicato e non ascoltato. Ed ecco che un muro è nato.

Dobbiamo imparare a rallentare, porci in ascolto e costruire ponti comunicativi profondi con chiunque si incontri. Tramite esempi direttamente vissuti dall’autore e brevi esercizi per il lettore, ogni tappa di questo cammino permetterà di impadronirsi di uno strumento complesso come la CNV (solo apparentemente scontato) e metterlo in pratica. Provare per credere.

Con uno stile semplice e diretto, l’autore si pone accanto al lettore per guidarlo, senza fretta, verso la consapevolezza che se le parole vengono usate in maniera positiva, possono essere ponti e finestre verso nuovi mondi e persone. Se non esistesse la Comunicazione non violenta le parole rimarrebbero muri incrollabili, in comunicazioni superficiali ed egoiste.

Un libro, quindi, che libera la mente e le parole, perché sono loro le armi più pericolose per il cuore.

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