La Berlino dei nostri giorni – Dove il passato è sempre presente
Agosto 2014, Berlino

Berlino, e subito associamo l’idea di divisione: il Muro. Il 9 novembre 1989, dopo 28 anni, il Muro di Berlino viene abbattuto. La mia generazione, quella dei nati negli anni Sessanta, a quell’epoca era giovane e a distanza di trent’anni personalmente non ho una vivida immagine né ricordi di quel novembre del 1989.
I maggiori quotidiani e le reti televisive nazionali riportano la notizia con enfasi e descrivono i minimi particolari dell’avvenimento. Immagini e filmati di una città che festeggia la riconquista della libertà e della riunificazione: finalmente cessa la sua esistenza quella grigia e crudele parete divisoria tra esseri umani appartenenti a una medesima nazione.
Nell’agosto del 2014 ho trascorso le vacanze a Berlino e del viaggio è rimasta la sensazione e l’emozione di trovarsi in una città credo unica nel suo genere.
A Berlino il passato è sempre presente. Passeggiando lungo i suoi ampi viali, le grandi piazze o per le strade di quartiere, ci si trova continuamente davanti a monumenti che ti fanno viaggiare indietro nel tempo: dalla gloria dell’età prussiana, ai terribili e bui anni del Terzo Reich, alle tensioni della Guerra Fredda fino all’euforia della riunificazione. Una città distrutta dalle bombe, divisa in due e poi nuovamente unita: tutto è accaduto velocemente nell’arco temporale del XX secolo.

Una città profondamente ferita che si è trovata impigliata nelle maglie delle vicende storiche, ma che tuttavia è diventata un punto di riferimento nel panorama dell’arte, del design e della musica e della moda. Un continuo afflusso di artisti da ogni parte del mondo ha trasformato Berlino in un vivace calderone culturale dove più che seguire si creano tendenze innovative.
Camminando attraverso la città si rimane colpiti da come i diversi stili architettonici convivano fianco a fianco. Non si può definire una urbanizzazione armonica, ma non si ha neanche l’impressione di un qualcosa che stride e contrasta in modo negativo.
Si ha l’impressione di sfogliare un libro di storia tridimensionale, animato, proprio lì sotto il cielo della città.
Un museo a cielo aperto che ospita anche una galleria d’arte. La maggior parte del Muro è stata velocemente smantellata, ma non il tratto lungo Mühlenstrasse tra l’Ooberbaumbrücke e la Ostbahnhof. Questa è diventata la East side gallery, la più lunga collezione esistente al mondo di murales all’aperto. Più di cento dipinti attraverso i quali gli artisti di diversi paesi hanno espresso l’euforia, l’entusiasmo e l’ottimismo di quel momento storico, nonché slogan politici, contemplazioni e peculiari visioni artistiche.
È veramente inconsueto e ironico che l’attrattiva turistica più famosa di Berlino sia qualcosa che non esiste più. Eppure di quel Muro se ne sente la presenza, impalpabile ma costante, ancora viva e comunica un monito a chi si sofferma ad osservarlo.
Uno dei tratti di muro rimasti – quello sulla Niederkirchnerstraße – è diventato un memoriale.
Un percorso da fare in silenzio provando a immaginare sensazioni, sentimenti, emozioni di non poter più vedere cosa c’è provate da chi non poteva più vedere cosa ci fosse al di là di un muro. Quel senso di impotenza e di rabbia di trovarsi improvvisamente divisi, prigionieri nella propria città.
Osservando ciò che rimane del muro ritornano alla memoria le notizie e le immagini della notte del 9 novembre 1989. Ti trovi lì di fronte a quelle pietre e finalmente riesci a vedere di nuovo l’altra Berlino. Giù il Muro, la libertà.
Sitografia per approfondire e seguire il calendario delle manifestazioni per il trentennale:
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