MMORPG e dipendenza dal gioco online


MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) in un fumetto di Guzio

Fare nuove esperienze è una sensazione unica. Imparare un mestiere, visitare paesi lontani, parlare con persone provenienti da tutto il mondo. Tutte cose che allargano i nostri orizzonti. E se vi dicessi che è possibile fare tutto questo nella comodità delle mura domestiche? Non si parla di allucinogeni, né di realtà virtuale: la parola chiave è MMORPG.

Un MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) è un tipo di gioco online in cui si esplora e si interagisce con un mondo di fantasia tramite un personaggio appositamente creato. L’ambientazione può essere fantasy, fantascienza, o anche thriller. Il personaggio, completando missioni ed esplorando il mondo, aumenta il suo livello e può ottenere nuovo equipaggiamento, affrontare sfide sempre più ardue e anche interagire con altri giocatori. Uno dei MMORPG più longevi, e redditizi, è World of Warcraft (più di dieci milioni di giocatori).

La maggior parte dei MMORPG, per essere usati, prevedono l’acquisto del gioco da installare, più una sottoscrizione mensile. Alcuni, come Guild Wars 2, richiedevano soltanto l’acquisto del gioco (Guild Wars 2, in particolare, è stato reso gratuito dopo tre anni dall’uscita del gioco).
Sebbene l’importo della sottoscrizione mensile sia di solito ridotto (all’incirca 10 € – 13 €), e nonostante piani di abbonamento semestrali o annuali siano più convenienti, si tratta comunque di una spesa costante.

Molti MMORPG prevedono le cosiddette microtransazioni, ovvero la compravendita di oggetti “cosmetici”, non necessari allo svolgimento del gioco (cavalcature, denaro virtuale, animali da compagnia…), spendendo soldi reali. E a seconda della rarità – o del prestigio – di questo oggetto virtuale, si possono arrivare a spendere centinaia di euro.

Il lato economico, però, non è l’unico aspetto a cui occorre fare attenzione. L’immersività totale nel gioco, unita a un senso di compimento che solo in esso si prova, può portare a sviluppare una pericolosa dipendenza. L’eccesso è pericoloso in senso generale (alcool, stupefacenti, scariche di adrenalina ecc.), e il gioco online non fa differenza.

Un giocatore troppo preso dal MMORPG può perdere cognizione del tempo che passa, spendendo al computer anche giornate intere. Battaglie epiche, scontri di fazione, esplorazione di regioni sconfinate e tanto altro sono le ragioni per cui si potrebbe preferire il gioco online alla vita reale, specie per un giocatore insoddisfatto della sua vita. La dipendenza può, nei casi più gravi, far dimenticare di mangiare, o di nutrire i figli piccoli, o anche portare al suicidio. Casi isolati, certo, ma comunque gravi: specie se a farne le spese sono le persone intorno a noi.

Anche qualora non si sia completamente “disconnessi” dal mondo reale, passare troppo tempo al computer può portare a problemi fisici: sedentarietà, problemi posturali, calo della vista. Per i più giovani esiste un meccanismo di parental control: è possibile, per i genitori, porre un limite al numero di ore di gioco del figlio. In questi casi, tuttavia, sarebbe forse preferibile affrontare il problema alla radice: capire il perché del gioco smodato ed evitare che questo degeneri in una dipendenza.

Quali possono essere le cause della dipendenza di una persona? Forse essa si sente un fallimento, e solo nel gioco trova soddisfazione. O forse crede di non avere controllo sulla sua vita, e il poter controllare completamente un personaggio (o avatar) lo fa sentire meglio.

Lo stress di una giornata di lavoro, problemi nei rapporti interpersonali, solitudine: questi e altri motivi possono spingerci ad alienarci dal mondo. L’abuso di sostanze psicotrope è più conosciuto (e più demonizzato) rispetto alla dipendenza dal gioco online, ma quest’ultima ha un’insidia: l’oggetto della dipendenza è legale, ed è difficile identificare le cause del cambio di comportamento. Si pensi, ad esempio, ai segni esteriori dell’abuso di droghe.

Fortunatamente, come per chi cerca di disintossicarsi da alcol o droghe, è possibile avere un supporto anche in questi casi. Il contatto umano, specie il consiglio di una persona che ci è già passata, può darci un punto di vista su cui riflettere. Perché il mondo reale, sebbene possa essere talvolta cupo o desolante, c’è: il mondo virtuale, invece, esiste solo tra i confini di uno schermo.

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