I Millennials della Formula 1


Nell’attuale Formula 1 ci sono tantissimi Millennials, piloti cioè appartenenti alla generazione nata tra il 1979 ed il 2000 (fonte Wikipedia). In realtà, tutti gli attuali piloti dello schieramento appartengono alla categoria dei Millennials: perfino Kimi Raikkonen, il pilota più anziano nel Circus, sarebbe un Millennial dato che è nato il 17 ottobre 1979.

Se, invece, diamo al termine “Millennial” un’accezione di tipo giornalistico (stando sempre a quanto viene affermato su Wikipedia), i piloti che si avvicinano maggiormente ed anagraficamente al mondo di Internet e dei social network (con buona pace di Lewis Hamilton, assiduo utente di Instagram) sono Lance Stroll, Esteban Ocon, Stoffel Vandoorne, Kevin Magnussen, Carlos Sainz jr, Max Verstappen e Charles Leclerc.

Ecco una breve analisi del loro, immediato e non, futuro:

Max Verstappen: come non partire dal Millennial sulla bocca di tutti, l’Olandese Volante, nato il 30 settembre 1997 in una famiglia di piloti (Jos Verstappen era stato compagno di squadra di Michael Schumacher in Benetton, per poi avere una carriera in team minori come Arrows e Minardi, mentre la madre, Sophie Kumpen, ha avuto una notevole carriera nei kart). Max è detentore di alcuni record, come il più giovane pilota di sempre (ed il primo olandese di sempre) a vincere un gran premio. Le sue qualità di guida sono evidenti in ogni gara: memorabile è stata la rimonta, sotto l’acqua, compiuta durante il Gran premio del Brasile del 2016, nella quale ha mostrato tutto il suo talento di guida, con ben 11 sorpassi in 15 giri. Quest’anno Max ha avuto un inizio di stagione difficile in ragione dei continui guasti alla sua Power Unit; nella seconda parte, tuttavia, si è riscattato sfoderando prestazioni cristalline (condite da qualche scorrettezza) che lo hanno rilanciato come contendente all’iride per l’anno prossimo. L’unico rischio che corre è che si possa “chiudere” nella cieca determinazione di voler raggiungere immediatamente il campionato del mondo, quando è noto che, nella Formula 1, spesso non vince il pilota migliore, ma colui che ha la migliore combinazione (immaginiamo che Fernando Alonso, sul punto, potrebbe esprimere numerose osservazioni). Il futuro è nelle sue mani e almeno fino al 2020 la Red Bull potrà fregiarsi delle sue prestazioni.

Lance Stroll: nato il 29 ottobre 1998 a Montreal da padre miliardario e madre stilista, la sua carriera è stata certamente sostenuta dal notevole contributo economico della sua famiglia: il padre, infatti, gli ha sempre messo a disposizione buone (se non ottime) vetture, cosa che gli ha consentito di vincere e avere una media punti per gara fenomenale. All’inizio della carriera era entrato nel programma della Ferrari Driver Academy, poi, nel 2015, coglie l’occasione per entrare nel team Williams, riuscendo a diventare titolare di un sedile nel 2017. I suoi risultati, ad inizio stagione, sono stati piuttosto brutti ed anonimi, accusando pesanti distacchi da Felipe Massa; col tempo, dopo il podio nella rocambolesca gara di Baku, è riuscito a rimanere costantemente in zona punti e davanti al suo compagno di squadra, anche in classifica mondiale. Difficile capire esattamente quanto questo “millennial” canadese sia veloce e quanto “al posto giusto, al momento giusto”, ma certamente la giovane età ed una migliore seconda parte della stagione consentono di fare una prognosi positiva per il suo futuro. L’anno prossimo potrebbe essere affiancato da altri Millennials come Paul di Resta (1986), Pascal Wehrlein (1994) e Robert Kubica (1984) come nuovi compagni di squadra.

Esteban Ocon: nato il 17 settembre 1996, dopo brillanti risultati nei kart e nelle formule minori, viene chiamato dalla Renault come terzo pilota, poco prima di essere ingaggiato come pilota del “mondo Mercedes”. Nel 2016 debutta stabilmente con Manor al posto di Ryo Haryanto, ma a fine stagione viene assunto dalla Force India a fianco di Sergio Perez. Quest’anno sta sfoderando prestazioni velocistiche di assoluto rilievo per le quali è visto come un serio candidato per il sedile di Valtteri Bottas in Mercedes dal 2018. Il Millennial francese, anche grazie ad un buon mezzo come la Force India, l’anno prossimo sarà chiamato a confermare i buoni piazzamenti e, perché no, puntare al primo podio in carriera.

Stoffel Vandoorne: nato in Belgio il 26 marzo 1992, dopo la vittoria del campionato GP2 e l’exploit della gara del Bahrain 2016 (quando sostituì Fernando Alonso), Stoffel è naufragato, sportivamente parlando, assieme alla McLaren, vettura che gli ha impedito di esprimere il suo vero potenziale. Bisogna, però, notare come sia riuscito a riscattarsi in occasione degli ultimi gran premi del 2017, quando ha battuto, sia in gara che in qualifica, perfino il suo scomodo compagno di squadra (Alonso). La maturità l’ha sempre avuta, ma se l’auto verrà affiancata da un motore all’altezza (Renault pensaci tu!), il Millennial belga potrà finalmente mostrare il suo talento, mai messo in discussione.

Carlos SAINZ Jr: nato il 1 settembre 1994 a Madrid, ha avuto, come Verstappen, un padre pilota (Carlos Sainz, campione di rally). Entrato nel programma Red Bull Junior Team, si è potuto fregiare nelle categorie minori di vittorie prestigiose come quelle di Monaco e Macao. Il debutto in F1 avviene nel 2015 a fianco di Max Verstappen, ma mentre il suo collega veniva chiamato repentinamente nel team ufficiale, il Millennial spagnolo era costretto a rimanere in Toro Rosso dove, comunque, dimostrava di essere un pilota completo: aggressivo nei sorpassi, ma consistente nei risultati. Già dal Gran Premio del Giappone 2017 rompe con la scuderia faentina e approda sulla Renault ufficiale a fianco di Hulkenberg, andando a formare una line up di assoluto rilievo (pur rimanendo pilota Red Bull). Purtroppo, la Renault negli ultimi gran premi si è trasformata in un’auto con una scarsissima affidabilità, cosa che lo costringe a prestazioni sottotono. L’anno prossimo dovrà mettersi il più possibile in mostra, in vista, chissà, del sedile di Daniel Ricciardo dal 2018.

Kevin MAGNUSSEN: il pilota danese, figlio del pilota di F1 Jan Magnussen, è nato il 5 ottobre 1992: dopo aver vinto il titolo della Formula Renault 3.5 Series, questo millennial viveva la prima parentesi in F1 con la McLaren tra il 2014 ed il 2015. Dopo un memorabile debutto in cui saliva sul podio, viene appiedato dal team che lo sostituisce con Fernando Alonso. Nel 2016, riesce a risalire sulla Renault, prima del definitivo passaggio in Haas nel 2017. A livello globale, non si può affermare che sia un pilota “lento”, ma certamente non sembra avere costanza nell’andare a punti. Certo, le auto che ha guidato erano sempre problematiche, ma Kevin non appare tra i piloti di primissima fascia.

Charles LECLERC: del pilota monegasco nato il 16 ottobre 1997 non si possono che tessere le lodi. Già, perché la sua carriera nelle formule minori è stata folgorante e brillante: campione GP3 Series 2016 e Formula 2 2017. Formatosi nel circuito kartistico di Brignoles, gestito dal padre del compianto Jules Bianchi, Leclerc è rientrato nel programma Ferrari Academy. Tra il 2016 ed il 2017 sale sulla Haas e sulla Sauber in qualità di terzo pilota. L’anno prossimo, verosimilmente, affiancherà Ericsson nel team elvetico, ma c’è da scommettere che, se le sue doti velocistiche saranno confermate, il suo nome sarà accostato a sostituire Kimi Raikkonen in Ferrari nel 2018.

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