Millenials a fumetti: Berlino 2.0 e Va tutto bene di Alberto Madrigal
Era possibile pubblicare il magazine di Discorsivo senza parlare di millenials a fumetti? Certo che no. L’argomento trattato in questo fine novembre è ampiamente affrontato in diverse serie di comics e in numerosi graphic novel, soprattutto negli ultimi anni. Non a caso ho scelto di parlare di Alberto Madrigal: ho un debole per questo autore, come si vede in un precedente articolo.
Alberto Madrigal è uno spagnolo trapiantato a Berlino e grande amante dell’Italia. Anni fa ha scelto di lasciare il suo Paese in cerca di qualcosa di nuovo, di esperienze diverse che gli permettessero di lavorare nel mondo del fumetto. In Berlino 2.0, uscito in occasione di Lucca Comics & Games 2017, Madrigal lavora ai disegni sulla storia della scrittrice Mathilde Ramadier, mentre in Va tutto bene del 2015 è autore anche della sceneggiatura.
Ho avuto il piacere di conoscere e intervistare Madrigal in occasione della fiera di Lucca e abbiamo parlato di questi due libri che descrivono in maniera approfondita i millenials a fumetti.
Sara e Margot, le due protagoniste rispettivamente di Va tutto bene e Berlino 2.0, sono ottimi esempi di millenials al potere. Poco più che ventenni si tuffano nel mondo del lavoro negli anni duemila incontrando difficoltà diverse a seconda dei casi. «Sara è una ragazza che insegue il suo sogno di aprire un locale sui generis in maniera piuttosto ingenua» dice Madrigal, «senza valutare attentamente le conseguenze di ciò che fa. Margot invece arriva a Berlino consapevole di ciò che cerca e sapendo cosa avrebbe trovato, è più sicura di sé e maggiormente determinata.»
Dato che i libri sono due storie con componenti fortemente autobiografiche, le differenze tra le due protagoniste rispecchiano anche le rispettive esperienze di Madrigal e della Ramadier. «In Berlino 2.0 Mathilde parla della sua vicenda: arrivata nella capitale tedesca aveva ben chiaro cosa voleva, ma si è scontrata con una serie di difficoltà che non si aspettava. Berlino è una città che dà di sé una immagine amplificata, esagerata, agli stranieri. Le opportunità esistono, ma non sempre la realtà è così rosea coma la si dipinge. Io invece sono arrivato a Berlino senza conoscere nulla della città e ogni cosa che scoprivo mi sembrava bellissima e affascinante».
La realtà lavorativa della Berlino millenial è irta di problemi che spesso non si conoscono. Il famigerato minijob di cui si parla nel libro di Mathilde è un contratto che prevede uno stipendio decisamente basso e non comprende la copertura assicurativa sulla malattia. L’assistenza sanitaria in Germania è a carico del lavoratore mentre fino al 2015 non era presente una legge sul salario minimo: questo comporta diversi problemi per Sara in Berlino 2.0.
«La mia vicenda è un caso raro. Ho avuto la fortuna di lavorare in una ditta giovane e moderna dove l’ambiente era davvero piacevole. Leggendo per la prima volta la storia di Mathilde sono rimasto stupito perché io non conoscevo quei problemi. Ma parlando con lei e con altri amici mi sono reso conto che la realtà di Berlino è molto diversa da quella che ho vissuto». I millenials a fumetti raccontano dunque un mondo del lavoro tedesco non così idilliaco come può apparire, dove i giovani vengono sfruttati da numerose start-up che si vendono come innovative, dinamiche e cool. Purtroppo però spesso offrono ai ragazzi contratti precari o stage poco remunerativi, con la scusa della mancanza di fondi e la promessa di una crescita professionale.
Se la protagonista di Berlino 2.0, si muove continuamente alla ricerca di lavoro, la Sara di Va tutto bene è una millenial molto diversa. «Sara ha una forte componente sognatrice» spiega Madrigal «che in parte annulla la sua parte pragmatica. La storia di questo libro è intesa come una metafora di cosa può accadere quando hai un sogno, cerchi di metterlo in pratica, ma non fai nulla di concreto per coltivarlo».
Sara apre un’attività che “vende esperienze, non oggetti” ma non si sforza realmente per portarla avanti, resta immobile, in balìa degli eventi. La sua storia resta statica in una sorta di limbo, finché fa qualcosa di apparentemente senza senso. «Mi piace l’idea che un’azione che sembra inutile possa determinare un cambiamento positivo. Un giorno ho scoperto per caso un locale che non avevo mai visto, pur passandoci davanti spesso. Avevo dimenticato a casa le chiavi dello studio in cui lavoravo e nell’attesa che arrivassero i miei colleghi ho passeggiato a zonzo per il quartiere e l’ho notato. Sono corso dentro a scrivere appunti per quello che sarebbe diventato Va tutto bene».
Alberto Madrigal ha una sensibilità delicata e i suoi graphic novel fotografano bene la generazione dei millenials a fumetti. Berlino 2.0 e Va tutto bene parlano con sincerità di esperienze di vita vissuta da giovani che cercano la loro strada nel nuovo millennio. Una strada che per essere trovata richiede una buona dose di determinazione condita da un po’ di sana incoscienza.
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