Millennials: siamo facilitatori generazionali!


Sono un millennials e ho una convinzione: sono un facilitatore tra la generazione X e la generazione Z!

La mia cerchia di amici è costituita, senza ombra di dubbio, da una variegata provenienza geografica. Alcuni di loro provengono dal sud Italia e dalle isole, altri sono del centro Italia e altri ancora dal nord e c’è una cosa che spesso mi salta all’occhio: quel luogo comune dove i meridionali sono più “espansivi” mentre i settentrionali più “chiusi”. Quando questo diventa reale,talvolta porta alla luce, sul palcoscenico delle relazioni, chiare difficoltà comunicative. Ecco, proprio in questi casi le persone come me, che hanno origini sia del sud che del nord d’Italia e che conoscono entrambi gli approcci e i modi di fare, diventano protagoniste nel ruolo di facilitatori della comunicazione tra le parti tentando di prendere i due anelli della stessa catena e ricongiungerli sulla stessa lunghezza d’onda.

Se questo scenario vi è familiare, allora vi sarà ancora più lineare il pensiero che vi andrò ad esporre su noi Millennials. In caso contrario, continuate a leggere e vi sarà comunque tutto chiaro come se una cena la faceste con polenta e spezzatino in un piatto e pasta alla ‘nduja nell’altro senza che questo vi crei alcun genere di scombussolamento intestinale.

Per dare un senso a questa ardita similitudine, sono andato a spulciare i dati Audiweb del 2017 fino al mese di Agosto dove salta all’occhio una differenza costante tra le tre generazioni in questione e cioè quella che riguarda il tempo passato connessi con i device, pc o mobile, nell’arco della giornata. Si parla di differenze che si attestano intorno ai 20 minuti di media tra una fascia d’età e l’altra e che, quindi, vedono un gap tra la prima e la terza di circa 40 minuti di media. Se però ci si addentra nelle statistiche, fa riflettere una frase che è presente proprio nel report del mese di Agosto:

La composizione degli utenti online nel giorno medio si riflette anche sulla frequenza di utilizzo del mezzo, con i 18-24enni che dedicano alla navigazione in media 2 ore e 49 minuti a testa e gli utenti dai 25 ai 54 anni online per almeno un’ora e mezza”

La differenza di tempo passato online è notevole per come è descritta in questo caso e ci consente di focalizzare l’attenzione anche su un altro aspetto: quello che pone in stretta connessione lo sviluppo dei servizi e delle offerte di svago attraverso i dispositivi mobili con quella che è la sempre più crescente capacità di utilizzo dei software e, in generale, degli smartphone da parte della cosiddetta generazione Z.

La generazione della terra di mezzo.

In questo scenario, mensilmente descritto con i dati statistici di Audiweb, ci troviamo a coprire un ruolo che è un po’ come quello del Continental Divide americano o della Mesopotamia o de La Terra di Mezzo, per intenderci ecco. Infatti, se ci fate caso, noi millennials abbiamo la peculiarità di poter condividere esperienze e punti di vista di entrambe le generazioni, sia quella che ci ha anticipato che quella che abbiamo a seguire. Oserei dire che è abbastanza evidente come la generazione X sia meno avvezza e propensa alle nuove tecnologie rispetto a quella Z e che quest’ultima risulti essere totalmente immersa nel digitale ed è parecchio consapevole delle capacità che ha nello sfruttare i vantaggi del navigare.

Noi millennials abbiamo il privilegio di poter porre il nostro sguardo da un lato o dall’altro e coglierne il meglio da entrambi! Abbiamo avuto la possibilità di conoscere ed assaporare le qualità comunicative di chi ci ha preceduto e ora stiamo vivendo una nuova epoca della comunicazione ed è proprio in questo passaggio che il nostro ruolo risulta essere fondamentale. Ci ritroviamo ad essere seduti ad un tavolo con polenta da un lato e ‘nduja dall’altro e siamo noi a poter far comunicare i due piatti tra di loro, siamo noi quel ponte che collega le due generazioni permettendo un flusso comunicativo bidirezionale e positivo. Possiamo e dobbiamo essere facilitatori del nostro tempo rendendo possibile il dialogo tra le parti. Conosciamo le capacità derivanti dalle nuove tecnologie in termini di comunicazione e servizi e in questo modo abbiamo l’opportunità di avvicinarle ai nostri predecessori generazionali in modo da fargli apprendere, in maniera più soft, gli usi e costumi ad esse collegati. Allo stesso modo abbiamo avuto la possibilità di saggiare la naturalezza del contatto umano, del dialogo tra persone che si guardano negli occhi e sappiamo quanto sia ricco di significati profondi. Quest’esperienza non deve essere trattenuta da noi millennials, anzi, deve essere convogliata verso i ragazzi post-millennials in modo che anch’essi possano trarne godimento e vantaggio. Perché una bella chiacchierata al bar con gli amici parlando della qualunque è sempre una gran cosa, soprattutto se immortalata da un selfie finale! Non siete d’accordo?

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