Esecuzione capitale in piazza: da pratica del passato a cruda attualità


«L’uso peggiore che si possa fare di un uomo è quello di impiccarlo».
«No, non ho alcun rispetto per la pena di morte».
Jack London

È opinione abbastanza diffusa che la pena di morte, in particolar modo quella pubblica, sia una pratica crudele ed ingiusta. Tuttavia in molti Paesi essa è ancora in vigore.

L’esecuzione capitale ha il compito di mantenere l’ordine pubblico e rafforzare il potere dello Stato, tuttavia finisce spesso col fomentare l’ira e la violenza tra i cittadini.

Un tipo di esecuzione molto usato è l’impiccagione tramite corda, registrata per la prima volta nel 1214 in Inghilterra e diffusasi poi durante il Medioevo. Quest’atto è solitamente praticato dal boia che una volta preparato il patibolo, mette il cappio al collo del condannato (nodo scorsoio) e apre sotto di lui una botola provocandone il soffocamento e/o la rottura dell’osso del collo.

Altrettanto famosa ed utilizzata era la decapitazione mediante ghigliottina, con una lama di metallo che veniva fatta cadere dall’alto sul collo del malcapitato.

La ghigliottina è stata inventata in Francia nella seconda metà del 1700 da Joseph Ignase Guillotin ed ha sostituito la decapitazione ad opera del boia e lo squartamento pubblico, ma oggi è praticamente in disuso.

Il metodo di uccisione che più esprime l’odio del popolo verso la persona condannata è sicuramente la lapidazione: pratica antichissima citata nella Bibbia, ad oggi molto usata nei Paesi islamici.

Quest’atto si basa sulla necessità di responsabilizzare il popolo nell’uccisione delle persone ritenute peccatrici, quali ad esempio prostitute, adulteri e omosessuali. Purtroppo la lapidazione è tutt’ora presente in diversi Paesi come Nigeria, Arabia Saudita, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Afghanistan e Yemen: in Iran si va verso la sua abolizione, ma la strada è ancora lunga.

Nel contesto europeo spesso si ritiene che le esecuzioni capitali, pubbliche e non, siano pratiche appartenenti al passato (solo la Bielorussia applica la pena di morte in Europa): purtroppo però adottando una visione socio-culturale più ampia ci si accorge che non è così. Ricerche del Reality Book mostrano che 43 paesi utilizzano ancora la pena di morte, mentre 155 l’anno eleminata dal loro codice penale.

Negli Usa ancora 31 Stati praticano regolarmente la pena di morte: il numero di condanne inflitte è secondo a livello mondiale solo a quello della Cina.
Non è quindi una questione geografica o culturale, perché le esecuzioni capitali sono diffuse a macchia d’olio su tutto globo terrestre.

Quello che viene spontaneo domandarsi è se si possa davvero parlare di giustizia oppure sia più appropriato il termine “vendetta”.

L’uomo ha davvero il diritto di uccidere un suo simile anche se ha commesso atti delinquenziali molto gravi?

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