Il Giappone e Stagione dei Ciliegi
«Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata». Katsumoto – L’ultimo samurai
Lo stretto rapporto che i giapponesi hanno con la natura è dovuto sicuramente alla posizione geografica del Giappone, terra montuosa situata su un punto di connessione tra placche oceaniche. L’asperità del territorio e l’imprevedibilità degli agenti atmosferici, come terremoti e tsunami, hanno fatto sì che i giapponesi non pensassero di poter dominare la natura come avveniva in Occidente, ma che dovessero necessariamente convivere con essa. L’attenzione per il passaggio delle stagioni, invece, è dovuta alle radici profondamente contadine della società giapponese.
Il ciliegio, simbolo supremo dell’impermanenza delle cose terrene, raggiunta la piena fioritura si disperde al suolo. Il samurai, votato alla morte, trovava nel buddismo Zen lo strumento ideale per distaccarsi dalle preoccupazioni e dai legami mondani. Ecco perché il motivo del ciliegio, e con esso tutta la sua caducità, è spesso ripreso nelle armature da guerra.
Assurto oggi a simbolo di tutte le arti marziali, il fiore di ciliegio venne adottato dai samurai come simbolo di appartenenza alla propria classe. Esso infatti, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell’armatura. Ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico.
Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l’unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia. Un antico verso ancora oggi ricordato è «hana wa sakuragi, hito wa bushi» (花は桜木人は武士) che tradotto significa «tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero» (Come il fiore del ciliegio è il migliore tra i fiori, così, il guerriero è il migliore tra gli uomini). Il sakura era venerato.
Nonostante tutto ciò, il momento della fioritura degli alberi non è di una ricorrenza triste, anzi! Sotto ogni albero fiorito viene steso un telo azzurro e all’estasi di restare sotto una delicata pioggia di petali si aggiunge la gioia del cibo e della compagnia. Hanami è un’occasione per ritrovarsi con gli amici, organizzare pic-nic e godersi cibo e sake in abbondanza.
Hanami si festeggia in aprile e la primavera simboleggia anche un momento di rinascita e forza rigeneratrice. La fioritura dei ciliegi è da sempre vista come segno premonitore della ricchezza della raccolta del riso, come auspicio di prosperità. Così gli studenti, che in aprile iniziano un nuovo anno scolastico, e i neo diplomati o laureati che nello stesso mese entrano nel mondo del lavoro, vedono nella fioritura dei ciliegi un segno di buon auspicio per il loro futuro.
Fin dall’epoca Edo, l’area tra i ponti Azumabashi e Sakurabashi nella città di Tokyo è famosa per la fioritura dei ciliegi. Durante la primavera, il parco Sumida, con i suoi circa mille ciliegi, offre un panorama spettacolare, apprezzabile soprattutto se ammirato a bordo delle yakatabune, le tradizionali imbarcazioni giapponesi. La vista dei ciliegi in fiore, che incorniciano entrambe le sponde del fiume, è emozionante e raccoglie visitatori da tutto il Giappone e non solo. Con la fine del rigore invernale, i delicati boccioli di ciliegio cominciano a dischiudersi, dando ufficialmente inizio alla primavera, conosciuta in Giappone come «Sakura no kisetsu», la Stagione dei Ciliegi.
Il periodo dura appena due settimane e, per questo, la gente accorre in massa ad ammirare gli alberi in fiore. I luoghi famosi per la fioritura si animano, senza distinzione tra giorno e notte, e la gente si prepara ad accogliere il tepore primaverile, accompagnato dalla delicata tonalità di rosa dei ciliegi.
Nel 1717, su ordine dello Shogun Tokugawa Yoshimune, furono piantati cento ciliegi, e altri ne furono aggiunti in seguito dalla gente del luogo, dando origine ai cosiddetti “ciliegi di Bokutei”, la cui fama ben presto si diffuse in tutta la città. Attualmente, si può godere la vista di circa mille esemplari, che si estendono lungo le sponde del fiume Sumidagawa per circa un chilometro e 300 metri, dal ponte Sakurabashi al Makurabashi. Per la loro bellezza sono stati ufficialmente riconosciuti patrimonio culturale e naturale del Giappone.
«… sono tutti perfetti…»
Katsumoto – L’ultimo Samurai
Bellissimo articolo. Complimenti!
grazie mille 🙂
Leggendo questo articolo vien voglia di prendere il primo volo disponibile per Tokyo…
Tra l’altro mi è subito venuta in mente una fotografia per me stupenda scattata da Nan Goldin che si chiama “Honda brothers in cherry blossom storm” scattata proprio a Tokyo…
grazie tante per i complimenti :), è una gran bella fotografia, enigmatica come il popolo nipponico
Mi potete tradurre la frase in giapponese: il fiore perfetto è una cosa rara,se si trascorresse la vita a cercarne uno non sarebbe una vita sprecata